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Colpirne 47 per educare al silenzio milioni di cittadini di Hong Kong

Si tratta del più grande processo legato alla legge sulla sicurezza nazionale cinese. I giovani difensori della democrazia nell’ex colonia britannica rischiano l’ergastolo

È cominciato il processo contro 47 figure del movimento pro-democrazia a Hong Kong. Si tratta del più grande processo legato alla legge sulla sicurezza nazionale in Cina. Tra gli accusati ci sono alcuni volti noti, come ad esempio il giovane Joshua Wong. L’accusa è di sovversione e di avere tentato di costringere le autorità locali alle dimissioni. Secondo la legge sulla sicurezza nazionale della Cina, approvata nel 2020, per questi reati gli imputati possono subire come condanna anche l’ergastolo.

Diciotto imputati si sono dichiarati non colpevoli di fronte alle accuse di “cospirazione per commettere sovversione”. Sono accusati di avere partecipato alle primarie non ufficiali tenute nel 2020 dai movimenti di opposizione al regime per le elezioni di rinnovo del Consiglio legislativo di Hong Kong.

Tra loro, ci sono anche gli ex deputati Lam Cheuk-ting, Ray Chan, ‘Long Hair’ Leung Kwok-hung e Helena Wong, che hanno deciso di affrontare la giuria di tre giudici. Si sono dichiarati colpevoli invece Benny Tai, ex professore di diritto e l’attivista Joshua Wong. Loro dovranno attendere la conclusione del processo per conoscere la condanna.

Per il quotidiano The New York Times, “i candidati politici rappresentavano l’avanguardia del movimento democratico di Hong Kong. Erano dozzine e avevano programmato di candidarsi alla legislatura della città nel 2020, dopo mesi di turbolente proteste che chiedevano una maggiore libertà dalla Cina”. Quando si sono svolte le elezioni, però, più di un anno dopo, nessuno dei candidati poteva candidarsi. La maggior parte era in prigione, dove molti sono ancora oggi.

“I loro arresti hanno messo a nudo fino a che punto il governo cinese si sarebbe spinto a reprimere il dissenso a Hong Kong – prosegue il NYT -, che era da tempo abituato a molte delle libertà, di parola e di riunione, che si trovano in Occidente”.

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