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Il decimo pacchetto di sanzioni europee tra tecnologia, energia e Iran

Si apre la discussione in Parlamento europeo sul decimo pacchetto di sanzioni alla Russia tra nuove entità in lista nera e divieti sull’export di tecnologia anche da parte dell’Iran. Von der Leyen: “La guerra energetica è stata persa dalla Russia, vendono oro per compensare le vendite di petrolio”. Per Borrell l’economia russa è danneggiata dalle sanzioni “come un veleno a effetto lento”

“Sto presentando al Consiglio una lista di proposte per sanzionare quasi cento nuove entità ed individui per il loro ruolo nel minare la sovranità e l’integrità territoriale ucraina”, così l’Alto Rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell nell’aprire la discussione sul decimo pacchetto di sanzioni alla Russia. Pacchetto che presenta alcune significative novità, tra cui misure che colpiranno entità iraniane che inviano materiale dual use verso la Federazione.

Borrell si è detto convinto che “occorre continuare a sostenere militarmente l’Ucraina”, perché “per ottenere la pace bisogna vincere la guerra”. Due concetti che secondo il diplomatico non sono contraddittori.

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha esortato gli Stati ad adottare celermente le nuove misure, con l’obiettivo di ottenerne l’approvazione entro il 24 febbraio, “esattamente a un anno dall’inizio della guerra imperiale di Putin”. “Con nove pacchetti di sanzioni in atto”, ha proseguito la presidente, “l’economia russa fa passi indietro e per mantenere una forte pressione ne proponiamo un decimo che prevede nuovi divieti commerciali e nuovi divieti di tecnologie verso la Russia: vale 11 miliardi di euro”.

Von der Leyen ha voluto sottolineare come la guerra energetica scatenata da Putin stesso sia stata persa dalla Russia dato che “l’acquisto di gas e petrolio russi è diminuito di due terzi”. Con il freno al prezzo del petrolio approvato dai 27 Stati Ue, secondo la presidente, la Russia “sta perdendo 160 milioni di euro al giorno: ora le nostre previsioni di crescita sono riviste al rialzo, invece il Cremlino deve vendere oro per compensare le perdite sul petrolio”.

Riferendosi a chi sostiene che sia necessario fermare l’invio di armi a Kiev, Borrell ha detto: “Vorrei che mi diceste qual è l’alternativa. Guardatemi negli occhi e ditemi che accettate che le truppe russe entrino a Kiev e istituiscano un regime simile alla Bielorussia”. Le sanzioni alla Russia sono un “veleno a effetto lento, come l’arsenico”, ha aggiunto l’Alto Rappresentante.



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