Una serie di immagini satellitari, di cui alcune in esclusiva, per raccontare il grado di devastazione provocato dal terremoto in Turchia e in Siria. I dati satellitari si possono infatti rivelare cruciali, non solo per fornire informazioni preziose sullo stato attuale dell’emergenza e del grado di distruzione sul territorio, ma anche per supportare le valutazioni del rischio che le autorità utilizzeranno per pianificare la successiva ricostruzione
Ecco un racconto attraverso le immagini satellitari per vedere cosa è cambiato dopo il terremoto che ha sconvolto Siria e Turchia: uno dei peggiori tra quelli che hanno colpito la regione nell’ultimo secolo. Sono salite ormai a più di 41mila le vittime accertate e, nonostante non esista una vera e propria stima ufficiale di quante persone possano essere ancora sepolte sotto le macerie, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha parlato di più di 35mila vittime registrate in Turchia, mentre si stima siano circa 8mila le persone salvate dalle macerie. A dieci giorni dalle prime terribili scosse da 7,7 di magnitudo, sono state numerose le immagini satellitari susseguitesi in rete per aiutarci a comprendere l’entità del disastro e sostenere le squadre locali nei loro sforzi di soccorso e salvataggio. Ma, mentre per la Turchia sono state numerose le immagini satellitari diffuse dai media, altrettanto non è accaduto per la Siria, di cui riportiamo di seguito delle immagini inedite.
La Turchia e la Siria (dimenticata?) dopo il sisma
In esclusiva pubblichiamo le immagini di Planet, elaborate dal professor Piero Boccardo del Politecnico di Torino. La statunitense Planet è infatti uno dei leader mondiali nella fornitura di immagini satellitari. Grazie alla sua flotta che conta in orbita più di 200 satelliti, è in grado di acquisire ogni giorno un’immagine di ogni punto della Terra. I satelliti SkySat di Planet riescono quindi ad acquisire su richiesta immagini ad alta risoluzione (50 centimetri) e possono monitorare il luogo di interesse più volte nell’arco di una stessa giornata, per merito dei sensori che catturano sia la luce visibile sia le lunghezze d’onda del vicino infrarosso.
Questo primo video mostra la città siriana di Aleppo dopo il terremoto. Esse indicano, rispettivamente, la Cittadella e un deposito di idrocarburi a sud. La Cittadella è una fortezza posta su una collina artificiale ed è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco. Nonostante da tali immagini non si possano notare chiaramente danni apparenti, queste pubblicate da Formiche.net sono tra le uniche foto satellitari sulla Siria diffuse in Italia.
Queste immagini ci raccontano invece le evidenti differenze tra la situazione com’era prima del terremoto (e delle molte scosse successive) e il contesto attuale nel distretto turco di Türkoğlu. Dalle foto si possono notare con chiarezza le tende e gli edifici crollati nelle aree circostanti, a testimonianza del grado di devastazione del sisma.
Anche questa story-map ci mostra il pre e il post del terremoto, ma nella città turca di Kahramanmaraş. Si tratta di immagini impressionanti che fanno vedere con chiarezza gli edifici crollati e lo stadio, adibito per via dell’emergenza a deposito di tende e materiali di soccorso.
Pure qui si può notare come Osmaniye, capoluogo dell’omonimo distretto turco, presenti un campo colmo di tende e materiale utile a soccorrere le vittime.
Quest’ultima immagine raffigura infine la città di Elbistan, nella provincia turca di Kahramanmaraş. Grazie a una visione molto inclinata è possibile apprezzare come la città, completamente ricoperta di neve, presenti un panorama urbano caratterizzato da una confusa tessitura edilizia, tipica della regione. Si può notare infatti un mix di edifici bassi e condomini, realizzati prevalentemente in calcestruzzo. Nonostante il terremoto abbia colpito anche quest’area, dalla foto satellitare i danni non risultano direttamente visibili.
(Fonte: Planet)
International Charter “space and major disaster”
In risposta al terremoto, le autorità turche, insieme all’Onu e alla Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, hanno attivato l’International Charter “space and major disaster”. La Carta, combinando i molti dati di osservazione della Terra raccolti da 17 diverse agenzie spaziali in tutto il mondo, ha fornito più di 350 immagini di crisi, così da poter generare mappe dei danni e della situazione per aiutare a stimare l’impatto del pericolo e gestire le azioni di soccorso nelle aree colpite. Utili a orientarsi tra le macerie, a identificare le strade da percorrere e i ponti da evitare, i dati forniranno un supporto importante nel capire come raggiungere edifici distrutti nelle aree più remote dei due Paesi dove è molto difficile trovare aiuti. Come osservato infatti dalla direttrice dei programmi di osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea (Esa), Simonetta Cheli, in una recente nota diffusa dall’Agenzia, “è nostro compito, quando si verifica un disastro naturale o una crisi umanitaria, coordinarci attraverso la Carta internazionale con le agenzie partner e con i servizi di mappatura di emergenza Copernicus”.
Quando i satelliti sono al servizio delle emergenze
Insieme alla Carta, è stato attivato anche il Copernicus emergency mapping service (Cems). Si tratta di un servizio fornito dalla Commissione europea per supportare la gestione e le conseguenze delle emergenze ricorrendo alle informazioni geospaziali. Il servizio, grazie ai dati satellitari e alle informazioni geografiche, sta fornendo – e continuerà a farlo – informazioni accurate e tempestive ai diversi attori impegnati nella gestione dell’emergenza, dalle organizzazioni di soccorso alle autorità competenti. Non solo, il servizio, che prevede un accordo di cooperazione per la condivisione dei dati e la collaborazione con la Carta, utilizza anche le osservazioni di più satelliti per fornire una mappatura su richiesta. I dati satellitari si possono rivelare cruciali non solo per fornire informazioni preziose sullo stato attuale dell’emergenza e del grado di distruzione sul territorio, ma anche per supportare le valutazioni del rischio che le autorità utilizzeranno per pianificare la successiva ricostruzione e fornire al contempo utile materiale agli scienziati per modellare al meglio questo genere di eventi. Le immagini riportate mostrano bene ciò che sta accadendo in Turchia, ciononostante ancora non sono state diffuse immagini di Copernicus Ems catturate nel territorio siriano, per capire perché non resta che attendere i prossimi sviluppi.
(Fonte: Copernicus Ems)