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Transizione, ma senza abbandonare imprese e lavoratori. Governo e sindacati ad Assovetro

I contributi del vice ministro Bignami, del sottosegretario Bitonci, dei parlamentari Squeri e Fregolent, e degli esponenti industriali e sindacali intervenuti al convegno di Assovetro “Il futuro attraverso il vetro”, incardinato sulla sintesi tra necessità della transizione ecologica e sostegno alle imprese davanti all’impennata dei costi energetici e ai requisiti regolamentari

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La filiera del vetro può e deve sostenere la transizione ecologica con investimenti che daranno nuova linfa al settore, creeranno posti di lavoro e genereranno ritorni economici importanti: questo e molto altro si è detto durante il convegno “Il futuro attraverso il vetro” organizzato da Assovetro, in una giornata in cui il Parlamentino del Cnel è stato animato dal contributo di rappresentanti delle istituzioni, delle imprese e delle associazioni di categoria.

Dopo che il presidente del Cnel Tiziano Treu e il presidente di Assovetro Marco Ravasi hanno introdotto i lavori, dando il la anche alla successiva esposizione dello studio condotto da Open Impact, il sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy Massimo Bitonci si è dichiarato fiducioso in termini di previsioni sull’inflazione, ricordando come il settore manufatturiero nostrano stia tenendo meglio rispetto a quello degli altri paesi e annunciando scelte di politica industriale ed economica importanti da parte del governo in primavera. “Quello del vetro è un settore fondamentale e l’esecutivo si impegna ad accompagnarlo nella transizione ecologica, senza però imporre passaggi obbligati alle imprese”.

Ha preso poi la parola il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami, che ha sottolineato come la necessaria transizione ecologica vada affiancata a trasformazioni economiche, burocratiche e sociali per mitigare l’impatto che questa avrà sul tessuto produttivo italiano: “Ancora oggi l’Europa non è in grado di strutturare linee di finanziamento a supporto di chi voglia effettuare la transizione ma già mette al 2030 obiettivi di riduzione delle emissioni che però non sono supportati. Il costo della transizione ecologica va affrontato con l’aiuto dello Stato e tra gli obiettivi di questo governo di sicuro non c’è la decrescita felice”. La filiera del vetro è particolarmente energivora e non può utilizzare strumenti alternativi perché il ciclo produttivo non lo consente, ha detto Bignami, affermando che le aziende del settore devono essere messe in garanzia di non finire fuori mercato. “Le imprese devono fare la loro parte, ma vogliamo un sistema equilibrato in tutto e in cui l’Italia non sia penalizzata per la tipicità del suo sistema produttivo. In questo ci serve il supporto delle aziende del settore del vetro, per avere una elaborazione continua delle loro peculiarità. Il governo sarà al loro fianco”.

Ad aprire la tavola rotonda intitolata “Quali policy per accelerare e accompagnare la transizione” è stato il delegato per l’energia di Confindustria Aurelio Regina, che ha rimarcato come serva una riflessione seria da parte di tutte le istituzioni sugli impatti della transizione ecologica sul mondo industriale, che porti ad un metodo condiviso per capire le priorità e lavorare insieme in modo realistico, senza farsi trascinare dall’Europa senza reagire. “Tutti insieme possiamo costruire le basi per un futuro decarbonizzato ma più realistico, senza distruggere il tessuto del nostro paese. Questo processo non può costruire povertà, altrimenti consegneremo ai nostri figli un mondo in cui staranno peggio di noi”.

Dopo un secondo intervento del viceministro Bignami, che ha rinnovato la richiesta da parte del governo a imprese e sindacati di fornire il loro contributo all’azione dell’esecutivo, ha preso la parola l’on. Luca Squeri, sottoscrivendo le parole del viceministro e auspicando una cambio di rotta rispetto alle scelte fatte in Italia e in Europa finora in materia di politica energetica. “Questa storia che al 2035 nell’automotive non si possa vendere altro che elettrico è una forzatura ideologica, che non vuole tenere conto dell’intero panorama energetico a disposizione. L’industria del vetro, da parte sua, ha difficoltà normalmente nel portare avanti la propria attività a causa dei tanti vincoli, figuriamoci in questo momento: i problemi legati al gas in questo settore diventano vitali. Ci impegneremo perché arrivi presto un Decreto Energia che possa dare ulteriori risposte concrete al difficile periodo che stiamo vivendo”.

Al dibattito ha partecipato anche la Senatrice Silvia Fregolent, che parlando di transizione energetica ha ricordato come le fonti rinnovabili inevitabilmente non possano essere abbastanza se non sono sostenute dal nucleare, campo in cui bisognerebbe investire in termini di ricerca perché l’Italia possiede le competenze adatte. “Non possiamo dipendere solo dal gas straniero, specie se arriva da Stati non geopoliticamente stabili. Cominciamo a fare investimenti importanti per l’autoproduzione, così come nelle reti, in modo da avere possibilità diverse”. La transizione ecologica, ha concluso Fregolent, va fatta in modo intelligente e non emotivo e senza che pesi esclusivamente sulle spalle degli imprenditori.

Il panel è continuato con i contributi dei rappresentanti delle associazioni industriali e dei sindacati, che hanno portato al tavolo le istanze e le visioni delle rispettive realtà. Il settore del vetro, è stato evidenziato, necessita di un fabbisogno energetico costante e nell’ultimo periodo molte aziende per non chiudere hanno prodotto in perdita: “Se vogliamo rimanere il secondo Paese manufatturiero in Europa”, ha detto la segretaria generale Uiltec Daniela Piras, “dobbiamo essere convinti di sostenere non solo l’intero settore, ma tutta la filiera correlata. Deve esserne convinta in particolar modo la politica, perché da questa realtà dipendono la legiferazione inerente, le scelte di politica industriale, le azioni conseguenti. L’industria del vetro ha tutte le potenzialità per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica ed il sindacato con responsabilità ha deciso di condividere questa scelta in modo condiviso e partecipato”.



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