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Cosa cambia per Usa e Israele nel Golfo? Risponde Fontenrose

L’esperta, già a capo del desk Golfo al Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, commenta l’intesa mediata da Pechino: “Non riduce in alcun modo il ruolo di Washington nella regione. Tel Aviv non deve temere contraccolpi sulla normalizzazione con l’Arabia Saudita”

La Cina è il Paese che ha “venduto” ad Arabia Saudita e Iran gli “strumenti per combattersi e ne è uscito in qualche modo come un paciere”, spiega Kirsten Fontenrose, nonresident senior fellow della Scowcroft Middle East Security Initiative presso l’Atlantic Council di Washington DC, nel 2018 senior director per il Golfo nel Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca di Donald Trump. Dunque, la Cina “è il vincitore di questo accordo” per la ripresa delle relazioni diplomatiche fra Arabia Saudita e Iran, interrotte dal 2016. Riad e Teheran continueranno a essere rivali, però.

Come mai?

L’accordo non è una partnership, ma un patto di non aggressione. Nessuna delle due parti è scesa a compromessi per siglarlo. E sebbene sia un segnale positivo della loro volontà di ridurre le tensioni, non dovremmo avere troppe aspettative.

Cosa dovremmo aspettarci, invece?

Possiamo aspettarci che i sauditi rimangano purtroppo delusi. L’Iran ha riarmato gli Houthi da quando il cessate il fuoco è scaduto lo scorso autunno. In questo modo gli Houthi possono riprendere gli attacchi contro l’Arabia Saudita e l’Iran può sostenere una negabilità e quindi di non aver violato l’accordo.

Che effetti ha questo accordo sul ruolo degli Stati Uniti nella regione?

Questo accordo non riduce in alcun modo il ruolo degli Stati Uniti nella regione o l’importanza delle relazioni con gli Stati Uniti per l’Arabia Saudita. In realtà, l’Iran era disposto a fare questo accordo solo perché sperava di aumentare le distanze tra Riad e Washington e di spingere gli Stati Uniti fuori dal Golfo, uno degli obiettivi politici apertamente dichiarati da Teheran. Questo non accadrà.

E per Israele nella prospettiva dell’allargamento degli Accordi di Abramo?

Israele non deve temere che questo accordo riduca le possibilità di normalizzare le relazioni con l’Arabia Saudita. Le due priorità del Regno sono assicurarsi contro le minacce iraniane e rafforzare la propria economia. Gli accordi con Israele e con l’Iran sono fondamentali per la prima. Ma l’Iran non può contribuire in modo significativo alla seconda, mentre Israele sì. E qualsiasi pressione iraniana per non perseguire relazioni con Israele sarà completamente ignorata da un principe ereditario concentrato sugli obiettivi di sviluppo.

Esiste uno spazio d’azione per l’Europa in questo contesto?

L’Europa dovrebbe incoraggiare la distensione. Per essere particolarmente utile, l’Europa potrebbe chiarire a Teheran che qualsiasi attacco all’Arabia Saudita dall’Iraq o dallo Yemen con munizioni fornite o sostenute dall’Iran sarà considerato dall’Europa una violazione dell’accordo.

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