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Cosa si è detto all’Assemblea annuale di Cosmetica Italia

L’emergenza sanitaria ha riacceso i riflettori sull’importanza del comparto cosmetico e ha messo al centro del dibattito la salute pubblica e la prevenzione. Oltre a contribuire al benessere della collettività, l’industria cosmetica ha importanti e positive ricadute economiche oltre che occupazionali. Anche per questo chiede l’attenzione delle istituzioni. Tutti i temi al centro della discussione dell’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia 2023

“La cosmetica è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy, oltre che uno dei comparti trainanti del saper fare italiano. Per questo, il governo intende rivolgere al settore la stessa attenzione riconosciuta a comparti più conosciuti al grande pubblico, come quello dell’automotive”. Così ha esordito il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel videomessaggio di saluto indirizzato all’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia, tenutasi nella cornice del museo dell’Ara Pacis e organizzata con l’importante supporto di FB&Associati.

L’evento “Il sistema della cosmetica per l’Italia. Una filiera che crea valore” è stato l’occasione per ragionare attorno ad alcuni spunti di riflessione emersi nell’analisi fatta da Althesys con il supporto di Cosmetica Italia e per portare al centro del dibattito il valore eccezionale che il comparto riveste per l’intero sistema-Paese.

Un comparto essenziale

“Il cosmetico è un bene essenziale” ha detto Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia. Un’essenzialità che si è accentuata con la pandemia e che sottolinea l’importanza dell’igiene e della cura della persona.

Una funzione universale e trasversale secondo Lavino, è ricoperta dal cosmetico, e per questo sarebbe necessario garantirne l’accessibilità a tutti: “Quella dell’Iva – che sui cosmetici è alta alla stregua dei beni di lusso – è una questione che va risolta, soprattutto in un momento in cui l’inflazione incide negativamente sulla capacità di spesa delle famiglie” ha concluso il presidente.

In questo contesto, il comparto riveste però una funzione propulsiva importante per tutta l’economia nazionale. Lo dimostrano i dati: nel 2022 il cosmetico ha registrato una crescita di almeno 11 punti percentuali di fatturato sull’anno precedente, un trend che, secondo le stime, dovrebbe evolversi positivamente anche a fine 2023.

Il valore economico della cosmetica

“La cosmetica è il pivot di un ecosistema virtuoso che genera effetti benefici sull’intera filiera di produzione” ha esordito Alessandro Marangoni, ceo di Althesys. Secondo lo studio presentato in occasione dell’Assemblea pubblica, il sistema della cosmetica in Italia ha generato un valore condiviso pari a 22,3 miliardi di euro nel 2021, un ammontare rilevante che equivale all’1,25% del Pil dello stesso anno.

Il valore di questa spinta economica è condiviso lungo tutta la filiera, il 90% delle ricadute dirette è percepito dallo Stato, dai lavoratori e dalle altre aziende del sistema, mentre quelle indotte impattano positivamente sull’intera economia nazionale. Il settore andrebbe però sostenuto e protetto a livello europeo, impostando una politica industriale coerente che guardi a preservare un comparto che genera ricchezza per l’intero Paese.

Il comparto è tra l’altro vocato all’export. È al 55 per cento la quota dei prodotti da trucco italiani consumati attorno al globo, un dato che si attesta ai 67 punti percentuali se si prende in considerazione l’Europa. Si tratta di numeri che sottolineano il ruolo di primo piano del settore anche a livello internazionale.

Le sfide future

“Nel quadro attuale di de-globalizzazione è importante puntare sulle eccellenze italiane e sul Made in Italy come marchio di qualità e mettere al centro le imprese come motori dell’economia nazionale”, ha poi detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, presente per l’occasione. Così passa anche all’Europa la responsabilità di tutelare nel giusto modo le industrie continentali e tra queste quella cosmetica.

“Serve che i Paesi fondatori dell’Unione europea, accomunati dalla loro origine industriale, lavorino insieme per la protezione degli interessi condivisi, nell’ottica di preservare l’obiettivo della transizione ecologica e per sostenere una crescita economica sostenibile”, ha concluso il ministro.

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