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Chips Act, partono i finanziamenti. Per Raimondo è materia di sicurezza nazionale

Gina Raimondo

Il programma dell’amministrazione americana stanzia 53 miliardi di dollari per la fornitura sicura di semiconduttori. L’obiettivo: ridurre la dipendenza dai fornitori stranieri per tecnologie che sono alla base dell’economia (e della difesa) statunitense. Cos’ha detto il segretario al Commercio

È stata aperta la procedura per mettere a disposizione dei produttori di microprocessori circa 39 miliardi di dollari (per un totale di 53 miliardi) destinati agli investimenti in fabbriche e nella produzione. L’obiettivo del Chips Act, legge firmata dal presidente Joe Biden ad agosto del 2022, è rafforzare il vantaggio tecnologico degli Stati Uniti, e minimizzare gli effetti di possibili interruzioni nella catena di forniture, come è accaduto nel 2021 durante la pandemia, quando la mancanza di chips ha bloccato molte fabbriche, alimentando l’inflazione.

Così l’ha annunciato Gina Raimondo, segretario al Commercio degli Stati Uniti.  In un’intervista, ha spiegato che il governo americano cerca di promuovere la produzione nazionale perché la considera un’esigenza di sicurezza nazionale. A oggi, gli Usa acquistano più del 90% dei loro chip da Taiwan e questo comporta “un insostenibile vulnerabilità della sicurezza nazionale. Ogni singolo pezzo di sofisticato equipaggiamento militare, ogni drone, ogni satellite, si basa su semiconduttori”, ha detto Raimondo.

Alla base del programma c’è il fatto che “le forze armate statunitensi non sono attualmente in grado di rifornirsi di chip d’avanguardia da un impianto nazionale, rendendo importanti sistemi militari vulnerabili all’interruzione delle forniture”, secondo il Wall Street Journal.

Hanno già presentato domanda alcune grandi compagnie come Intel, Tsmc, Ibm, Micron e Texas Instruments, da quanto si legge sul Los Angeles Times. Tutte le aziende che chiedono il finanziamento dovranno dimostrare come intendono sviluppare la forza lavoro locale e dovranno fornire piani di assistenza sociale per gli impiegati, specialmente chi fa domanda per più di 150 milioni di dollari a progetto.

Raimondo ha aggiunto che, a dimostrazione dell’obiettivo del governo di contribuire allo sviluppo delle future generazioni di semiconduttori avanzati, il Dipartimento del Commercio darà priorità all’assegnazione di fondi alle aziende statunitensi o straniere che si impegnano a costruire strutture di ricerca e sviluppo sul territorio americano. Resteranno fuori dal programma le compagnie che vorranno continuare ad ampliare la capacità di produzioni in Paesi che minacciano la sicurezza nazionale, in una chiara allusione alla Cina.

Il programma di sussidi sarà uno dei temi principali della riunione prevista a giugno del Consiglio per il commercio e la tecnologia (Ttc) tra Stati Uniti e Unione europea. “Dobbiamo lavorare insieme. Non dovremmo metterci in competizione l’uno con l’altro” – ha concluso Raimondo.

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