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Contrastare la disinformazione in tempo di guerra (e non solo)

Sviluppo del pensiero critico, fact-cheking, debunking e open source intelligence. Gli strumenti più efficaci per combattere la disinformazione al convegno Reshaping the Infosphere, organizzato da Idmo

“La guerra in Ucraina ci costringe a ricordare come la disinformazione sia un elemento cruciale nelle società odierne”, così Marco Minniti, presidente di MedOr, ha aperto i lavori della conferenza “Reshaping Infosphere”, organizzata dall’Italian Digital Media Observatory (Idmo) in collaborazione con Luiss DataLab, Rai, Tim, Pagella Politica, NewsGuard, Università di Tor Vergata, Gedi e T6 Ecosystems.

La comunicazione e l’informazione giocano un ruolo essenziale nella conduzione delle operazioni belliche. Ad esempio “il linguaggio di Putin è stato oggetto di un cambiamento semantico nel 2023: si è passati dal chiamare l’invasione operazione militare speciale a guerra di resistenza”, prosegue Minniti.

L’ambiente informativo deve essere normato per poter contrastare efficacemente la diffusione di informazioni false. Questo è il punto di Alberto Barachini, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria. “Non mi piace l’espressione transizione digitale. Nel campo dell’editoria la transizione è già avvenuta”, spiega il sottosegretario. E prosegue: “Oggi il punto è costruire una base reputazionale forte”, un’attività che può essere compiuta attraverso un chiaro quadro normativo.

Gli fa eco Angelo Mazzetti, Head of Public Policy Italia, Grecia e Malta di Meta, ricordando che la piattaforma social da sempre accoglie con favore iniziative volte a rendere più sicuro l’ambiente informativo. Ad esempio, Facebook/Meta è stata la prima piattaforma a implementare strumenti concreti per impedire la diffusione di fake news. “Meta non trae vantaggi da contenuti falsi”, dice Mazzetti, “Se non credete alla moralità, credete agli incentivi economici: Meta è una piattaforma che genera il 98% del proprio guadagno tramite la pubblicità. Nessun advertiser vuole associare il proprio brand a un sito che pubblica disinformazione”, conclude Mazzetti.

Anche Rai e Tim si fanno promotori di azioni concrete per combattere le fake news e promuovere le giuste competenze per saper navigare nella realtà complessa. In particolare, Rai ha lanciato un programma chiamato “Invito alla Lettura”, un progetto dedicato a docenti e alunni delle scuole secondarie che fornisce strumenti per sviluppare pensiero critico, vera arma efficace contro le bufale.

“Pillole di disinformazione” è il programma televisivo che vuole “accrescere la consapevolezza pubblica sul fenomeno”, spiega Caterina Stagno, Responsabile Rai per il Sociale. “Fact-checking, debunking, Osint e sviluppo del pensiero critico sono gli strumenti per combattere la disinformazione”, conclude Giulia Pozzi, analyst di NewsGuard Tech.



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