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E-fuel, il carburante inizia ad arrivare dal Sudamerica

Pompe benzina

“Haru Oni”, l’impianto nato a Punta Arenas, in Cile, dal prossimo mese invierà 130mila litri di carburante sintetico verso la Germania. Con l’obiettivo di arrivare a centinaia di milioni di litri in poco tempo

La strada per la decarbonizzazione è aperta. Dal sud del Cile arriva una nuova opportunità: combustibile che nasce dal vento e dall’acqua. Il primo impianto di e-fuel, o combustibile sintetico, si chiama “Haru Oni” ed è stato inaugurato a Punta Arenas, nella regione di Magallanes.

Dal prossimo mese, l’impianto – primo progetto pilota del mondo di un combustibile che sia quasi neutrale in termini di emissioni CO2 – fornirà 130.000 litri di e-fuel attraverso l’impresa Highly Innovative Fuels (Hif). Nei programmi dell’azienda, la capacità di produzione dovrebbe arrivare a 55 milioni di litri di e-carburante all’anno a partire del 2024 per arrivare fino a 550 milioni nel 2026. L’obiettivo è produrre abbastanza combustibile per coprire il fabbisogno annuale di un milione di persone.

Secondo la Deutsche Welle, il progetto “Haru Oni” è nato dopo un incontro tra un impiegato tedesco dell’impresa Andes Mining Energy e i rappresentanti di Porsche. Hif Global sta per diventare il più grande fornitore industriale di combustibile sintetico al mondo. Hanno collaborato allo sviluppo dell’impianto Siemens Energy, Enel, Exxon Mobil, ENAP e Gasco. La costruzione è costata circa 74 milioni di dollari e conta sul contributo di circa 9 milioni di euro da parte del Ministero dell’Economia e la protezione del clima della Germania.

Hif è impegnata nella costruzione di altre due fabbriche di e-fuel negli Stati Uniti e in Australia. Punta a una produzione di 2,4 miliardi di litri di e-fuel all’anno. Secondo le previsioni di McKinsey, il Cile potrebbe produrre idrogeno per circa 30 miliardi di dollari da qui al 2050.

Maximilian Fichtner, direttore esecutivo dell’Helmholtz Institute di Ulm per l’accumulo di energia elettrochimica, crede che ci siano soluzioni più efficaci e rispettose dell’ambiente rispetto agli e-fuels destinati alle macchine. Ma saranno invece l’unica opzione per navi e aerei, che non potranno funzionare mai con l’elettrico.

“‘Haru Oni’ produrrà circa l’1% della domanda di combustibile per automobili della Germania alla fine di questo decennio – ha spiegato Fichtner a DW -. Avranno bisogno di circa 5000 impianti di questo tipo per soddisfare la richiesta mondiale e avere un impatto climatico notevole”. Per ora i tre impianti in costruzione potrebbero coprire circa il 5% della domanda tedesca entro il 2028.



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