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Così le torri di trasmissione possono proteggere l’ambiente

La partnership tra Inwit e Legambiente per monitorare l’inquinamento atmosferico si inquadra nella logica tower-as-a-service. Ma ricorda che soluzioni di questo tipo necessitano di un quadro normativo più in linea con gli standard europei in materia di emissioni elettromagnetiche. Una richiesta al legislatore da aziende e territori

Lo scorso 28 febbraio Inwit e Legambiente hanno avviato una collaborazione per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico. Il primo tower operator italiano metterà a disposizione le proprie torri per misurare, attraverso sensoristica IoT, alcuni parametri ambientali relativi alla qualità dell’aria, tra  cui presenza di anidride carbonica, biossido di azoto e polveri sottili.

La partnership con Legambiente “testimonia il valore aggiunto della distribuzione capillare delle nostre torri sul territorio”, ha detto il Direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit, Michelangelo Suigo. “Le torri sono infrastrutture digitali, condivise e sostenibili, a disposizione degli operatori di telecomunicazione mobili e in grado di ospitare tecnologia avanzata IoT per effettuare il monitoraggio della qualità dell’aria e misurare gli impatti dei cambiamenti climatici, a beneficio dei territori e delle comunità nelle quali operiamo”.

Questa è la logica della tower-as-a-service, ovvero delle torri come infrastrutture capaci di diventare anche un hub tecnologico in grado di offrire servizi innovativi. Le opzioni sono molteplici: da progetti come quello con Legambiente all’abilitazione di soluzioni per smart cities.

Il progetto prevede il monitoraggio della qualità dell’aria di alcuni aree protette tra cui: Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale della Maiella, Riserva Naturale Zompo lo Schioppo, e Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio. L’obiettivo è monitorare la situazione anche in merito agli effetti dei cambiamenti climatici sull’ambiente, per poter elaborare misure per fare fronte al problema dell’inquinamento atmosferico, nell’ottica della Strategia europea sulla Biodiversità per il 2030.

Inwit ha aggiornato al 2026 il proprio Piano di Sostenibilità che costituisce parte integrante del nuovo Piano industriale. Driver dell’aggiornamento è stata una maggiore integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale, rappresentata dal concetto di “Tower as a service”, declinata nelle tre aree di impegno ESG.

Il progetto con Legambiente ricorda anche che questo genere di servizi necessita di un quadro regolatorio che si avvicini agli standard europei. Ad esempio, per evitare ritardi nello sviluppo delle reti, in particolare del 5G, sarebbe buona cosa allentare i limiti estremamente stringenti sui limiti di emissioni elettromagnetiche, fermi dal 1999.

La Raccomandazione Europea 1999/519/CE è stata recepita in Italia fissando valori cento volte inferiori in termine di potenza con conseguenti difficoltà nell’implementare le reti di quarta e quinta generazione. Un’adeguamento permetterebbe un utilizzo più efficiente sul territorio delle infrastrutture di telecomunicazione: sia aumentando la copertura, sia consentendo a più operatori di condividere l’infrastruttura. Evitando dunque consumi aggiuntivi di elettricità, maggiore CO2 emessa e maggiore consumo di suolo e materiali, elementi essenziali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità abbracciati dall’azienda.

Le preoccupazioni di carattere sanitario dovrebbero lasciare il posto alle rassicurazioni dell’Istituto Superiore di Sanità. Il quale ha dichiarato che le frequenze usate dal 5G appartengono all’intervallo delle radiofrequenze i cui meccanismi di interazione con il corpo umano sono ben compresi, e i limiti di esposizione internazionali (molto più laschi di quelli italiani) consentono di prevenire totalmente gli effetti noti dei campi elettromagnetici anche a queste frequenze.

L’adeguamento dei limiti è auspicabile anche in un’ottica di sviluppo economico. Uno studio condotto dalla società ErnestYoung ha stimato che uno slittamento nello sviluppo del 5G in Italia potrebbe determinare una contrazione del mercato interno tra 2.9 e 4.3 miliardi di euro. Ciò a fronte dei benefici che la completa diffusione del 5G potrebbe assicurare: un aumento del valore della produzione europea di 2.000 miliardi di euro, un aumento del Pil europeo pari a 1.000 miliardi e 20 milioni di posti di lavoro. Inoltre, sia i territori, tramite la Conferenza delle Regioni, sia il Garante della Concorrenza sollecitano il legislatore ad adeguare i limiti.


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