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McDonald’s e il valore del made in Italy. L’incontro all’Ara Pacis

In occasione dei 37 anni nel nostro Paese, McDonald’s Italia rafforza il suo impegno nelle filiere italiane e annuncia l’accordo per portare i pomodori di Pachino IGP nei propri piatti. Tutto quello che è stato detto nel convegno “Dare valore all’Italia” con, tra gli altri, il ministro Francesco Lollobrigida e Joe Bastianich

Può una grande multinazionale valorizzare e trovare anche la propria forza nelle produzioni locali, legandosi al territorio in un circolo virtuoso? Il modello proposto da McDonald’s Italia dice di sì. L’incontro Dare valore all’Italia: i protagonisti del Made in Italy a confronto sul valore delle filiere e dei territori svoltosi nell’auditorium dell’Ara Pacis è stato proprio un’occasione per ribadire il rapporto positivo che McDonald’s e il made in Italy sono riusciti a costruire in questi 37 anni di presenza dell’azienda nel nostro paese e per presentare le novità in arrivo, come la nuova piattaforma di comunicazione I’m lovin it Italy e l’arrivo del pomodoro di Pachino IGP tra gli ingredienti dei propri piatti.

Il primo dei tre panel del convegno, “Dare valore al made in Italy”, è stato aperto dall’intervento dell’ad di McDonald’s Italia Dario Baroni, che nel presentare I’m lovin it Italy ha sottolineato l’impegno dell’azienda per la promozione dell’italianità e della qualità degli ingredienti, per le comunità locali, per il personale che lavora nei ristoranti e per la transizione ecologica. “In questi 37 anni”, ha detto Baroni, “abbiamo deciso di fare sistema con l’Italia in tema di fornitori, di associazioni, di consorzi di tutela. Serviamo più di un milione di clienti al giorno e abbiamo 32mila dipendenti, vogliamo continuare ad essere parte attiva del paese e questa piattaforma, che aggiunge la parola Italia al nostro slogan, per noi ha un grande significato. Quest’anno prevediamo di superare i 400 milioni di euro in termini di volume di acquisti di prodotti made in Italy, cerchiamo sempre di inserire nei menu nuovi fornitori italiani”.

Nel corso del panel, a cui hanno contribuito anche Marialuisa Pezzali, Vincenzo Cremonini e Luigi Scordamaglia, è intervenuto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che ha ricordato come l’alleanza tra McDonald’s e Coldiretti sia importante perché può essere uno strumento di comunicazione, per smontare una “distorsione comunicativa che ha riguardato anche specificamente alcune associazioni, ingannando i consumatori”. Secondo Prandini, Mcdonald’s è stata in grado di valorizzare le eccellenze italiane, aiutando alcune filiere produttive nei loro momenti critici. “Tutto questo ha importanza perché può essere utile per porre le stesse condizioni in altri paesi: McDonald’s Italia è un punto di riferimento per l’intero sistema mondiale di McDonald’s”.

Il secondo tavolo di discussione, intitolato “Dare valore al cibo”, ha visto la partecipazione di Massimo Bray, Mauro Rosati, Cesare Baldrighi e Joe Bastianich, che hanno di volta in volta sottolineato il valore che McDonald’s è riuscita a portare nell’educare la ristorazione tramite l’utilizzo di prodotti DOP e IGP nostrani, ma anche la capacità dell’azienda di dialogare con i consorzi italiani per dare nuova vita ai prodotti tipici del territorio e di svecchiarli agli occhi dei consumatori più giovani.

Nel terzo e ultimo panel, dedicato al valore della sostenibilità ambientale, dopo l’introduzione del professor Carlo Alberto Pratesi ha preso la parola la Senatrice Silvia Fregolent, per parlare nello specifico del nuovo regolamento europeo sugli imballaggi che impatta ovviamente tutto il settore agroalimentare: “Questo regolamento, che prevede il riuso invece del riciclo, in realtà sta proponendo un modello meno ecosostenibile. In Italia siamo leader sul riuso e riciclo delle materie prime, non abbiamo nulla da imparare da tedeschi, norvegesi o svedesi; dobbiamo fare squadra con Francia e Spagna perché sono come noi esportatori di cibo, inserendoci nella divisione che c’è al momento tra Francia e Germania e portando a casa un risultato positivo”. Della stessa opinione è stato anche il presidente SEDA International Packaging Group Antonio D’Amato, con Giulio Loiacono e Alberto Pirrone che hanno poi concluso il terzo tavolo sottolineando quanto i consumatori ormai prendano sul serio la questione ambientale quando si parla di scelte alimentari.

Infine, dopo l’annuncio dal palco dell’on. Giovanni Luca Cannata della firma di un protocollo d’intesa per la consegna di 250mila kg l’anno di pomodori di Pachino a McDonald’s grazie al tavolo organizzato al Ministero dell’Agricoltura, a concludere il convegno è stato proprio il ministro Francesco Lollobrigida, che ha raccolto l’invito a partecipare da parte di McDonald’s Italia proprio per la sua peculiare attenzione al made in Italy e alle filiere deboli: “Penso che McDonald’s sia un’ottima impresa, che ha avuto la capacità di modulare la sua offerta nel corso degli anni in base alle esigenze del mercato: nel marzo 2006, ad esempio, McDonald’s ha avuto il primo calo delle vendite perché il prodotto standardizzato non attraeva più e si è cercato di individuare nella filiera italiana un processo di integrazione di prodotti nazionali che potessero sposare la distribuzione ad ampio raggio. Questo è nato come un esperimento per poi diventare una soluzione di successo, con il marchio Italia che continua a crescere”.

Spesso le multinazionali non educano al benessere bensì al consumo, ha detto il ministro, McDonald’s Italia dice che invece è la qualità che può dare un valore aggiunto e questa è la sfida che la ristorazione deve raccogliere, con la politica che deve rafforzare le filiere deboli proprio per preservare quella qualità che è un tratto distintivo delle produzioni italiane. “Grazie per il lavoro che fate sulle filiere deboli”, ha concluso Lollobrigida, “per me in Italia state facendo una scelta che sul lungo periodo rafforzerà i profitti, gioverà alla forza lavoro e ci darà consapevolezza di poter fare affidamento su una multinazionale che ha fatto una scelta compatibile col nostro modello di sviluppo”.

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