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Perché un mandato di arresto per Putin. L’analisi di Donat-Cattin

“L’obiettivo è fermare i massacri alzando il costo della prosecuzione di questa guerra illegale. Il crimine di aggressione è la madre delle atrocità di cui parliamo oggi”, spiega a Formiche.net il giurista David Donat Cattin, che oggi era all’Aja. “Si procede al livello più alto di responsabilità politica sia in termini commissivi che omissivi su Putin e la sua Commissaria sui diritti dei bambini”

La Corte penale internazionale (Icc) ha emanato un ordine di arresto per il presidente russo Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra in Ucraina dal 24 febbraio 2022. In particolare la Corte accusa Putin di essere coinvolto nella deportazione forzata di bambini ucraini verso territori della Federazione Russa o controllati da essa.

“Questo è il primo passo di una serie di indagini che riguardano anche altre fattispecie”, spiega dall’Aja a Formiche.net David Donat Cattin, giurista, già segretario generale di Parlamentarians for Global Action. “La forcible transfer of children è stata giudicata a livello preliminare come frutto di una politica di Stato. Per cui si procede al livello più alto di responsabilità politica sia in termini commissivi che omissivi su Putin e la sua Commissaria sui diritti dei bambini. In termini tecnici, la Commissaria è solo incriminata per responsabilità diretta (co-perpetratrice dei crimini) mentre Putin lo è anche per responsabilità omissiva (command responsibility o responsabilità del superiore ex Art. 28, Statuto di Roma), oltre che per responsabilità diretta ex Art. 25, Statuto di Roma. Li si vuole processare sia in quanto co-perpetratori, sia in quanto non hanno fatto nulla per prevenire il fatto”.

Il mandato di cattura esisteva già dal 22 febbraio, ma era tenuto segreto. “Il motivo della segretezza”, prosegue Donat Cattin, “risiede nell’effetto sorpresa, nel cercare di fare arrestare gli accusati e al contempo proteggere le vittime e i testimoni da eventuali ritorsioni”.

I più cinici potrebbero sostenere che un’azione del genere non porti ad alcuna conseguenza pratica, dato che non esiste un’entità che possa andare fisicamente a prelevare gli imputati al Cremlino. “L’Icc è una Corte di giustizia, dunque opera in base al diritto, non all’uso della forza che è prerogativa esclusiva degli Stati”, spiega il docente. “Gli Stati hanno l’obbligo di cooperare con la Corte. La Russia nel 2016 ha negato gli effetti della firma (atto politico) e non ha mai ratificato lo Statuto di Roma della CPI (atto giuridico). Avendolo solo firmato ne ha riconosciuto, senza mai ratificarlo, l’autenticità (e il 17 luglio 1998 lo ha anche votato, adottandone il testo, durante la Presidenza Eltsin. l’Ucraina non l’ha ancora ratificato, ma ha accettato la giurisdizione della Corte sui presunti crimini che si verificano sul suo territorio”.

“È chiaro che ci troviamo in una situazione senza precedenti: i mandati di cattura sono stati emessi contro i leader di una grande potenza nel pieno della conduzione delle ostilità”. E prosegue: “l’obiettivo è fermare i massacri alzando il costo della prosecuzione di questa guerra illegale. Il crimine di aggressione è la madre delle atrocità di cui parliamo oggi”.

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