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Cosa sta rallentando la risposta degli ucraini

Kiev spara seimila proiettili al giorno, ma ha bisogno di decuplicare questo numero per lanciare una controffensiva efficace. Gli alleati europei cercano di aumentare la produzione scontrandosi con carenza di materie prime e, curiosamente, con un datacenter norvegese di TikTok

La Polonia aumenterà la produzione di munizioni di artiglieria come parte di un programma europeo per rifornire Kiev mentre si avvicina il periodo per la tanto annunciata offensiva di primavera. Continuano gli sforzi dei Paesi dell’est Europa mentre l’Ucraina continua a chiedere più forniture il più presto possibile, mentre arrivano i primissimi carri armati Leopard e i veicoli da combattimento per la fanteria.

Già domenica l’Unione europea aveva dato il via libera politico per l’invio di un milione di munizioni da 155 millimetri nell’ambito del progetto caldeggiato dall’Alto rappresentante Josep Borrell per impegnare un miliardo di euro in munizionamento dalle scorte esistenti, nella prima fase. La seconda fase consisterà nell’effettuare ordini congiunti per un ulteriore miliardo di euro.

La scorsa settimana un’inchiesta del Financial Times aveva raccontato che lo sforzo europeo per consegnare armamenti è oggi ostacolato anche da una carenza di esplosivi che investe tutta l’Europa: polvere da sparo, esplosivi al plastico e Tnt. Secondo quanto riportato dal FT le consegne di alcuni tipi di armi come le granate potrebbero essere ritardate di anni. Di nuovo, dunque, il dito viene puntato sul fatto che le industrie della difesa europee non sono in grado di produrre armi su larga scala. Uno dei problemi principali sembra essere la carenza di materie prime, in particolare di nitrocellulosa, di cui non esistono produttori in Europa.

Ulteriore nota di colore. La norvegese Nammo, tra i principali produttori di munizioni europei, ha fatto sapere di non avere a disposizione energia a sufficienza nel proprio stabilimento di Raufoss a causa dei consumi elettrici di un datacenter di TikTok. A quanto pare il centro della compagnia cinese stabilito nell’area nel 2021 si è accaparrato tutta l’elettricità disponibile nell’area, che il produttore Elvia eroga in base all’ordine di arrivo.

Secondo i dati di FT l’Ucraina spara circa 6mila proiettili al giorno, l’equivalente dell’ordine annuale di un piccolo Paese europea, e si stima che vorrebbe spararne 65mila. In particolare, la domanda di munizioni di artiglieria in Europa è 15 volte il normale e, sempre secondo FT, sarebbero necessari altri due miliardi di investimenti per costruire nuove fabbriche solo per stare al passo dell’Ucraina, senza contare l’ordinaria amministrazione.

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