La Spagna piace ai cinesi, e anche al governo: ha un approccio morbido su Huawei e TikTok, non spinge troppo sui diritti umani, e non ci sono scontri traumatici nel passato dei due Paesi, a differenza di Francia, Regno Unito e Germania. Per questo oggi e domani il presidente spagnolo farà il suo ingresso dalla porta principale in Cina, anche con la scusa di parlare della (poco chiara) mediazione cinese nella guerra russo-ucraina
Il presidente spagnolo Pedro Sánchez è volato in Cina, accogliendo immediatamente l’invito dell’omologo cinese Xi Jinping. Oggi e domani sarà a Pechino e spera giocare un ruolo nella ricerca di una soluzione per la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina.
Fino ad oggi, il leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) ha mantenuto il suo sostegno a Kiev e condannato l’aggressione militare di Vladimir Putin. La Spagna è convinta che Xi abbia una certa influenza sulla Russia, per cui tenta una mediazione attraverso Pechino. Ma il viaggio ha anche obiettivi meno altruisti.
Sánchez è il primo leader europeo che Xi Jinping riceve dopo l’incontro con Putin, e questo rilancia il presidente spagnolo sulla scena geopolitica internazionale. Sánchez è anche il secondo leader di un Paese europeo che visita la Cina dall’inizio della pandemia Covid-19, dopo il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. Seguirà il presidente francese Emmanuel Macron, con una visita programmata dal 5 all’8 aprile, insieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Per Sánchez l’invito, che arriva per celebrare il 50° anniversario della ripresa dei rapporti diplomatici tra Pechino e Madrid, è “il riconoscimento internazionale verso la Spagna in un momento molto complesso per le difficoltà geopolitiche […] La voce della Cina deve essere ascoltata per vedere se possiamo porre fine a questa guerra”.
Tuttavia, in questa mediazione l’importanza della Spagna non è significativa per tutti. José Ignacio Torreblanca, senior policy fellow e direttore dell’ufficio di Madrid dell’European Council on Foreign Relations (Ecfr), ha ribadito all’agenzia Afp che la Spagna “non è nel primo livello degli attori globali” né è un “attore decisivo” nei contatti tra Cina e Russia, ma può invece diventare un facilitatore nella misura in cui ha un rapporto “facile” con Pechino.
Secondo un editoriale del quotidiano Valencia Plaza, i cinesi guardano con simpatia alla Spagna. “Anche se sembra qualcosa di epidermico, i cinesi apprezzano gli spagnoli per il calcio, per il modo di vivere, per avere alcuni punti in comune che li fanno diventare attraenti (l’importanza dei rapporti famigliari, i contatti sociali) e soprattutto per non avere avuto alcuna esperienza storica traumatica con loro (a differenza di inglesi, francesi e anche tedeschi). Anzi, esistono ricordi storici che sottolineano l’apprezzamento dei cinesi verso la Spagna”.
Per il quotidiano El País, “il periplo di Sánchez”, che passerà dal Forum asiatico di Boao nell’isola di Hainan prima di atterrare a Pechino, “deve essere interpretato in chiave spagnola – il cronico e crescente deficit commerciale di fronte al più grande esportatore mondiale, lo scarso peso degli scambi spagnoli di valore aggiunto, l’accesso al mercato cinese o la riapertura del turismo – ma anche in chiave europea”.
Una fonte diplomatica europea, basata a Pechino, ha spiegato a El País che dal punto di vista dell’Europa tutti sono in piena campagna con la Cina. Bruxelles è consapevole che non può avere tanti nemici con la Russia vicino, ed è per questo che è importante una strategia di riavvicinamento, oltre alle considerazioni commerciali.
Dal punto di vista cinese, invece, la fonte sottolinea come la Spagna “è un Paese simpatico, relativamente grande dentro l’Unione europea, ma che non è coinvolto troppo su temi come i diritti umani. Per questo, ci ricevono dalla porta principale”. A Xi Jinping interessa Sánchez anche in maniera opportunistica, giacché assumerà la presidente dell’Unione europea a luglio e questo può favorire l’interlocuzione con i Paesi membri. Già dal G20 in Indonesia, è apparso chiaro il ritorno della strategia divide et impera che porta il leader cinese ad avvicinarsi ai singoli leader europei per indebolire il fronte euro-atlantico che in questo momento non è così amichevole con Pechino.
Il sito The Objective ha scritto che, settimane fa, il governo di Xi fa si era trovato senza nessun esponente europeo nella lista di invitati del Forum di Boao, fino a quando il palazzo di governo spagnolo, La Moncloa, ha proposto la presenza di Sánchez in cambio di un ricevimento a Pechino: “La ‘giocata’ diplomatica è riuscita al capo dell’esecutivo, perché il recente viaggio di Xi a Mosca per mediare nel conflitto con Ucraina ha messo Xi in una posizione di influenza geo-strategica che non aveva prima”.
La Cina avrebbe cominciato ad avere questo trattamento preferenziale verso la Spagna dopo che ha messo per iscritto di non avere alcuna intenzione di cambiare nel breve periodo la politica verso Pechino, nonostante l’approvazione a Madrid del nuovo Concetto Strategico Nato sulle ambizioni dichiarate e le politiche coercitive della Cina e l’impatto sulla sicurezza europea. Inoltre, il governo non ha inasprito l’atteggiamento nei confronti delle tecnologie cinesi come Huawei e TikTok, nonostante le pressioni degli Stati Uniti.