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Tutti i beni congelati di Artem Uss in Italia. Il decreto firmato Giorgetti

L’uomo, fuggito dall’Italia prima dell’estradizione negli Usa, è un soggetto “che pone in essere condotte che minacciano la pace e la sicurezza internazionale”. È quanto si legge nel testo del provvedimento firmato dal ministro dell’Economia

Il Tesoro, con un decreto firmato venerdì dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha deciso di congelare i beni di Artem Uss, l’imprenditore russo vicino al Cremlino recentemente fuggito dagli arresti domiciliari in Italia all’indomani del via libera alla richiesta di estradizione verso gli Stati Uniti. Il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza ha svolto gli accertamenti e il Comitato di sicurezza finanziaria del ministero ha elaborato la proposta.

I BENI CONGELATI

Tra i beni in Italia dell’imprenditore russo di cui il Tesoro ha disposto il congelamento figurano: il 40,1% del capitale sociale della Luxury Sardinia, società con sede legale a Loiri Porto San Paolo, in provincia di Sassari, detenuto a sua volta da una società cipriota situata a Nicosia; un villino e un garage a Basiglio, in provincia di Milano; fondi per poco più di 160.000 euro presso una filiale di Olbia del Banco di Sardegna. Il decreto demanda alla Guardia di Finanza la notifica del decreto e la sua esecuzione. L’Agenzia del Demanio invece assumerà la gestione delle risorse economiche.

LA DESCRIZIONE DI USS

Artem Uss, si legge nel testo del provvedimento, rientra nella fattispecie di legge di “persona fisica che pone in essere condotte che minacciano la pace e la sicurezza internazionale”. Una simile definizione in un tale provvedimento, seppur successivo all’esfiltrazione, non fa che alimentare la pressione sugli errori commessi in precedenza. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha aperto un procedimento disciplinare contro i giudici che hanno dato l’ok ai domiciliari con braccialetto elettronico. Inoltre, ha tirato in ballo il ministero dell’Interno, guidato da Matteo Piantedosi: nell’informativa di giovedì alla Camera ha sottolineato più volte che le due note del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti segnalanti la pericolosità del ricercato russo e l’alto rischio di fuga sono state condivise anche con il Viminale attraverso la divisione Interpol. C’è poi il tema del lavoro dell’intelligence, la cui missione, come ha ricordato il prefetto Adriano Soi su Formiche.net, “è piuttosto quella di andare a cercare le informazioni anziché aspettare di riceverle, fermo restando che, molto spesso, i servizi di Paesi alleati costituiscono un importante canale di alimentazione informativa”.

IL FUTURO DEL PADRE

Intanto, Aleksander Uss ha annunciato il suo passo indietro da governatore di Krasnoyarsk, la regione della Siberia ricchissima di materie prime. È stato lui stesso ad annunciarlo su Telegram dopo un incontro con il leader Vladimir Putin. Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, ha confermato che Uss potrebbe entrare al Consiglio federale, cioè la Camera alta di Mosca. Perché questo improvviso cambiamento? Forse un classico caso di promoveatur ut amoveatur.


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