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Così vive (in isolamento) Putin. Il racconto dell’ex collaboratore

Senza rete né cellulare, in un bunker e con il perenne timore di contagiarsi con il Covid o essere ucciso. Gleb Karakulov è stato per anni al servizio del Cremlino e ora, da critico, svela le paranoie del leader russo

Gleb Karakulov è stato per anni collaboratore del Cremlino. Era un ingegnere del Servizio di protezione del presidente russo, Vladimir Putin, e tra i suoi compiti c’era la fornitura di sistemi sicuri di comunicazione. Lavorava per l’unità del Servizio della Guardia Federale (Fso), che tra gli altri impegni fornisce a Vladimir Putin e al premier russo i canali di comunicazione, cifrate 24 ore al giorno tutti i giorni. Per questo conosce la quotidianità di Putin, avendolo accompagnato in centinaia di trasferte per più di 10 anni di servizio.

Con la guerra in Ucraina, Karakulov però si è allontano. Ed è riuscito a scappare in Turchia insieme alla famiglia ad ottobre, durante il viaggio di Putin in Kazakhstan. Karakulov considera Putin “un criminale di guerra” e si sente in obbligo di svelare i segreti di quello che era stato il suo capo. Secondo il quotidiano Daily Mail, Karakulov è “il disertore di più alto livello del circolo di sicurezza vicino a Putin”.

In un’intervista concessa a Dossier Center (gruppo di inchieste con sede a Londra finanziato dall’oppositore a Putin, Mikhail Khodorkovsky), l’ex militare ha spiegato che “nel febbraio 2022 è scoppiata una guerra criminale e non potevo più scendere a compromessi con me stesso. Non potevo restare al servizio di questo presidente. Lo considero un criminale di guerra”.

“Il programma di lavoro del presidente – racconta Karakulov – è estremamente serrato ed è sempre circondato dal personale di sicurezza, molte persone, quindi, sarebbe problematico avvicinarsi a lui e, per esempio, chiedergli: ‘Come stai?’ Putin lavora molto; puoi vederlo durante i suoi viaggi di lavoro. Non va a letto fino alle 2 o 3 del mattino, ora di Mosca”.

Secondo lui, Putin “è così paranoico della sua sicurezza personale, dei tentativi per ucciderlo e della sua salute, che ha preferito restare nel suo bunker”. Dall’inizio della guerra, Putin evita gli aerei e viaggia esclusivamente su un treno blindato, solo quando necessario. È mimetizzato di grigio e rosso, per sembrare un comune treno commerciale russo e passare inosservato.

Ad ottobre ha ordinato un bunker all’ambasciata russa in Kazakhstan con una linea di comunicazione sicura. Karakulov sostiene che non ha mai visto Putin con un telefono cellulare normale: “Tutte le informazioni che riceve le riceve solo da persone a lui vicine. Vive cioè in una sorta di bolla informativa”.

Sul Covid, l’ex collaboratore spiega che Putin ne ha ancora una grande paura: “Costringe chiunque passi del tempo con lui in una stanza a sottoporsi a quarantena. Teme per la sua vita in modo patologico. Si è isolato dal mondo con barriere di ogni tipo, anche dopo la fine delle restrizioni Covid. Il suo rapporto con la realtà è distorto”.

Karakulov esclude che Putin abbia una salute compromessa, come sostengono alcune speculazioni: “Se ha problemi di salute, devono essere dovuti alla sua età. Probabilmente li ha. Ma non è niente di troppo serio, immagino. Gode di una salute migliore di molte altre persone della sua età”.

L’ex militare racconta che Putin viaggia sempre con una valigia nucleare per potere scatenare la guerra atomica in qualsiasi momento. Ha un palazzo a Gelendžik sul Mare Nero, valutato in un miliardo di dollari e ha confermato la proprietà di uno yatch di lusso, il Scheherazade.

“Quante vittime anonime ci sono in questa guerra, quanti sono bambini? – ha aggiunto Karakulov -. Quante altre vittime ci devono essere? Quello che sta succedendo adesso in Ucraina, tutta questa distruzione, questa guerra di aggressione, terrorismo e genocidio del popolo ucraino, non c’è un’altra parola, è un reato. Il nostro presidente è diventato un criminale di guerra”. L’appello dell’ex militare è di “non seguire più gli ordini criminali di questo criminale di guerra”.



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