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Lula da Xi, Lavrov in Sudamerica. L’asse Cina-Russia si allarga

Dopo il viaggio di Lula Da Silva da Xi Jinping, da oggi fino al 21 aprile il ministro degli Esteri russo visiterà Brasile, Venezuela, Nicaragua e Cuba per fortificare i rapporti con la regione latino-americana. Incontri e accordi (che riguardano anche Pechino)

Sergei Lavrov, ministro degli Esteri, è atterrato oggi in Brasile per dare inizio ad un’importante missione di cinque giorni che lo porterà anche in Venezuela, Nicaragua e Cuba.

Il rappresentante del governo di Vladimir Putin avrà una ricca agenda che include ricevimenti con i leader di questi Paesi ed interviste con i responsabili dei ministeri degli Esteri, secondo quanto diffuso dal Cremlino attraverso il canale Telegram.

Lavrov “volerà alla regione con un’agenda concreta che cerca di fortificare la cooperazione a beneficio mutuo tra i nostri Paesi a livello politico, commerciale, economico, educativo, umanitario, culturale e in altri ambiti”, prosegue la nota. Per il ministro è previsto “presentare il rinforzo delle istituzioni legali internazionali nel mondo moderno, la struttura sulla quale si appoggia la Carta dell’Onu”.

Il viaggio latino-americano di Lavrov avviene in un momento di isolamento internazionale per Mosca, e a seguito di polemiche dichiarazioni da parte del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che ha sostenuto che la decisione di andare alla guerra è stata presa anche dall’Ucraina.

Lavrov sarà ricevuto oggi a Brasilia dal ministro degli Esteri brasiliano, Mauro Vieira, per affrontare il tema della guerra in Ucraina e una possibile mediazione da parte della Cina, così come diversi negoziati commerciali bilaterali. In un comunicato ufficiale, il governo del Brasile ha dichiarato che Vieira e Lavrov si vedranno nel Palazzo Itamaraty. Vieira e Lavrov parleranno anche della “potenziale associazione strategica tra Brasile e Russia, iniziata 20 anni fa, e delle prospettive di cooperazione in aree in comune”, conclude il testo.

I due Paesi cercano di rafforzare il rapporto in “commercio e investimenti, scienza e tecnologia, ambiente, energia, difesa, cultura ed educazione, così come fortificare il dialogo politico su temi bilaterali, internazionali e regionali”.

Il ministero degli Esteri brasiliano ha sottolineato “i legami storici di amicizia e cooperazione tra Brasile e Russia, che mantengono un importante rapporto commerciale”. Infatti, il commercio tra Brasile e Russia ha raggiunto la cifra record di 9,8 miliardi di dollari nel 2022. La Russia è il principale fornitore di fertilizzanti del settore agricolo. E, a sua volta, il principale destino delle esportazioni è la Cina.

Il viaggio di Lula in Cina, da un’altra parte, ha permesso di siglare al Gran Palazzo di Pechino una quindicina di memorandum di cooperazione in agricoltura, tecnologia, telecomunicazioni e cooperazione mediatica e audiovisive tra rappresentanti del governo e imprenditori brasiliani e cinesi. Il calcolo delle previsioni supera i 171,5 miliardi di dollari nelle transazioni tra i due Paesi.

Tuttavia, la principale novità non è questa enorme proiezione di esportazioni e importazioni tra Brasile e Cina nel futuro, ma che entrambi i Paesi stabiliranno nuovi contratti in real e yuan, le loro monete locali. “Danno così un nuovo colpo all’egemonia del dollaro americano e si impegnano a proseguire l’alleanza dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica)”, si legge in un articolo del sito Atalayar.

“Con tutti questi accordi, la Cina si assicura non solo le materie prime che il Brasile fornisce – conclude l’articolo -, ma stabilisce anche una solida alleanza con il gigante iberoamericano, che facilita già l’importante accomodamento della Cina nel continente, spostando gli Stati Uniti e l’Europa e posizionandosi come primo investitore indiscusso”.

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