Eurolink, a cui è stata assegnata la gara europea, “molto probabilmente” continuerà con la versione definitiva del progetto, ha spiegato il ministro delle Infrastrutture rispondendo a una domanda sull’interessamento del colosso Cccc, controllato dal governo di Pechino
“Quelli cui è stata assegnata la gara europea sono quelli che molto probabilmente continueranno con la versione definitiva del progetto”. Così Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, ha commentato, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza nella sede della stampa estera a Roma, l’interessamento alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina da parte del colosso delle costruzioni cinese China Communications Construction Company, controllato dal governo di Pechino e azienda centrale nel progetto espansionistico della Via della Seta.
“Nel decreto”, ha spiegato il ministro, “è previsto che la società Stretto di Messina Spa ha l’obiettivo di discutere con chi ha già vinto la gara europea, e quindi c’è già un consorzio, Eurolink (società capofila è Webuild, ndr), con un progetto. Non vedo la possibilità di interventi da parte di altri per mettere mano a un progetto che al 90% va solo aggiornato ma che è definitivo”. Il ministro ha ricordato poi che il cosiddetto decreto Ponte prevede la nomina del consiglio di amministrazione della Stretto di Messina Spa entro questo mese di aprile.
Subito dopo la pubblicazione dell’intervista al Sole 24 Ore, le parole di Pei Minshan, deputy general manager di Cccc, avevano acceso discussioni nel governo, nelle diplomazie e tra gli addetti ai lavori. Il sospetto diffuso è che l’interessamento al Ponte sullo Stretto di Messina sia stato un ballon d’essai lanciato da Pechino per avere risposte su altre questioni, come i porti di Taranto, fondamentale per le attività delle forze armate italiane e della Nato, e di Trieste, individuato da Pechino come scalo perfetto per la Via della Seta nell’Adriatico.