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Ostaggi e raid. La rappresaglia di Pechino contro il tech americano

Dopo le limitazioni imposte dagli Usa, il governo di Xi Jinping vuole prendere di mira aziende occidentali che hanno collaborato, ma limitando i danni per i propri interessi economici

Cresce la tensione tra gli Stati Uniti e la Cina. Dopo cinque anni di limitazioni commerciali e tecnologiche imposte dalle amministrazioni Trump e poi Biden, Pechino inasprisce quella che considera una risposta alle misure degli Usa.

La strategia del presidente cinese Xi Jinping è però circoscritta: vuole prendere di mira aziende occidentali che hanno contribuito al blocco, ma limitando i danni per gli interessi economici della Cina.

Come ricorda un articolo del quotidiano finanziario Financial Times, negli ultimi due mesi la Cina ha erogato nuove sanzioni alle società di armi statunitensi Lockheed Martin e Raytheon, ha anche avviato un’indagine sul produttore di chip americano Micron, fatto irruzione nella società di due diligence statunitense Mintz e arrestato il personale locale, arrestato un alto dirigente del gruppo giapponese Astellas Pharma. Inoltre, ha colpito Deloitte, con sede a Londra, con una multa record.

E non solo. Da fonti del Ministero del commercio cinese si prevede che il governo pensa di limitare l’accesso occidentale a materiali e tecnologie fondamentali per l’industria automobilistica globale. Il settore automobilistico attende una revisione del ministero del Commercio sulle restrizioni all’esportazione di tecnologia, compresi i possibili controlli su alcuni minerali critici e la tecnologia utilizzata nella mappatura per le auto senza conducente.

Paul Haenle, ex consigliere per la Cina di George W. Bush e Barak Obabma, ha detto a FT che “la Cina non ha abbandonato la sua strategia per passare a una ritorsione ad ampio raggio, ma selezionerà chirurgicamente le aziende per mostrare la propria frustrazione”.

Invece per Dexter Roberts dell’Atlantic Council, la reazione dei cinesi è stata anche moderata, giacché la campagna americana per tagliare fuori la Cina dalle tecnologie di base per la produzione di chip aveva “colpito proprio nel cuore della tecnologia avanzata globale della Cina […] Tutto risale al fatto che quest’anno la Cina sta affrontando molte sfide, in particolare dal punto di vista economico. L’ultima cosa che devono fare è essere distratti da una relazione ancora più ostile con gli Stati Uniti”.

A febbraio, Pechino ha imposto nuove sanzioni a Lockheed e Raytheon, due delle più grandi compagnie di difesa statunitensi. La mossa rifletteva l’opposizione cinese alla vendita di armi a Taiwan, ma ha avuto scarso impatto commerciale poiché ai gruppi non era comunque permesso vendere attrezzature militari alla Cina.

La scelta di eseguire delle incursioni e trattenere il personale di società straniere indica che la Cina intensificherà la diplomazia degli ostaggi. Per questo motivo, i casi Mintz e Astellas hanno scatenato un’urgente revisione della sicurezza dei dipendenti e l’immediata sospensione di alcuni piani di viaggio in Cina.


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