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Taiwan continua a dividere Biden e Macron. Una telefonata, due versioni

Prima telefonata tra i due leader dopo il viaggio del presidente francese in Cina. La nota della Casa Bianca cita esplicitamente lo Stretto, quella dell’Eliseo no. Poi il leader Usa sente von der Leyen e…

Per la prima volta dopo il viaggio in Cina e il dibattito originato delle interviste a Politico e Les Echos, il presidente Emmanuel Macron ha parlato con l’omologo statunitense Joe Biden. Le note diffuse da Casa Bianca ed Eliseo raccontano due letture diverse della telefonata.

“Facendo seguito alla conversazione del 4 aprile, i due leader hanno discusso del recente viaggio del presidente Macron nella Repubblica Popolare Cinese e dei loro continui sforzi per promuovere la prosperità, la sicurezza, i valori condivisi e l’ordine internazionale basato sulle regole nella regione indo-pacifica”, spiega Washington. “Hanno ribadito l’importanza di mantenere la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan. I presidenti hanno inoltre ribadito il loro fermo sostegno all’Ucraina di fronte alla brutale aggressione della Russia”, aggiunge il comunicato.

Tre volte più lungo è quello di Parigi, che inquadra la telefonata come “scambi regolari” e in cui però non viene citata la situazione di Taiwan. Dopo che il presidente Macron aveva dichiarato a Politico che l’Europa deve ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti ed evitare di essere trascinata in uno scontro tra Cina e Stati Uniti su Taiwan, l’Eliseo aveva pubblicato una nota per evidenziare che la posizione francese “su Taiwan è costante: sosteniamo lo status quo e manteniamo gli scambi e la cooperazione con Taiwan, che è un sistema democratico riconosciuto”.

Primo punto, l’Ucraina: “In un momento in cui l’Ucraina continua a essere vittima dell’aggressione russa, i due presidenti hanno avuto uno scambio di opinioni sugli ultimi sviluppi sul campo e sul sostegno allo sforzo bellico ucraino. Hanno ribadito la loro comune determinazione a mantenere questo sostegno a lungo termine”, si legge. Secondo punto, la Cina: “La Cina ha un ruolo da svolgere nel contribuire, a medio termine, alla fine del conflitto in conformità con i principi e gli scopi della Carta delle Nazioni Unite. I due capi di Stato hanno convenuto sull’importanza di continuare a coinvolgere le autorità cinesi su questa base”. Nelle ore che hanno preceduto la telefonata Bloomberg aveva rivelato che Macron ha incaricato Emmanuel Bonne, suo consigliere per la politica estera, di collaborare con l’alto diplomatico cinese Wang Yi per stabilire un piano che potrebbe essere utilizzato come base per negoziati futuri tra Mosca e Kyiv (per Parigi da tenersi già in estate).

Terzo punto, forse il più complesso l’autonomia strategica: Macron ha “ricordato l’importanza che gli europei continuino a riarmarsi per assumersi le proprie responsabilità nella condivisione dell’onere della sicurezza transatlantica. La Francia farà la sua parte in questo senso, con la sua nuova legge di programmazione militare”. Infine, si legge che i due presidenti “hanno condiviso” la volontà di “di sostenere il diritto internazionale, compresa la libertà di navigazione, nell’intera regione indo-pacifica” – un riferimento probabilmente anche allo Stretto di Taiwan, che però non viene citato esplicitamente.

Lo è, invece, nella nota della Casa Bianca dopo la telefonata tra Biden e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea che è stata in Cina con Macron, durante la quale i due “hanno ribadito l’importanza di mantenere la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan”. La Commissione europea non ha ancora diffuso un comunicato sulla conversazione. Ma il fatto che Biden abbia voluto sentire Macron e von der Leyen separatamente sembra confermare come alla sintonia transatlantica sull’Ucraina non ne corrisponda una altrettanto forte sulla Cina.

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