L’intesa è stata firmata oggi nel capoluogo piemontese, in occasione delle celebrazioni per il Santo patrono. Il rapporto si è rafforzato con il Covid-19, ha dichiarato il sindaco che nei giorni scorsi ha incontrato anche una delegazione di China Telecom (dichiarata un rischio per la sicurezza nazionale negli Usa). Ohlberg del German Marshall Fund spiega perché il Partito comunista sceglie di sottoscrivere queste intese che possono “coinvolgere anche i servizi di intelligence che operano dietro organizzazioni di facciata”
Da due settimane nelle vie del centro di Asti sventolano le bandiere dell’Italia e della Repubblica popolare cinese. L’amministrazione del Comune piemontese ha scelto un giorno importante come quello di oggi, in cui in città si svolgono i festeggiamenti patronali di San Secondo, per firmare il gemellaggio con Nanyang, città cinese della regione dell’Henan. Il sindaco Maurizio Rasero, la giunta e numerosi consiglieri comunali, assieme al governatore Alberto Cirio e alle bandiere e ai tamburi del Palio di Asti, hanno accolto una delegazione di circa venti persone tra cui amministratori e imprenditori, guidata da Liu Kan, console generale cinese a Milano, Zhu Shixi, rappresentante del governo di Nanyang, e Yang Shuguang, vicesindaco di Nanyang. Nanyang si aggiunge così alle altre città già gemellate con Asti: Valence in Francia, Biberach an der Riß in Germania e Ma’alot-Tarshiha in Israele.
I CONTATTI AVVIATI DA OLTRE UN DECENNIO
“I contatti con la città di Nanyang sono iniziati nel 2012 con l’amministrazione Brignolo e sono sempre continuati e intensificati nell’ultimo periodo”, spiega l’amministrazione comunale guidata da Rasero, ex Forza Italia giunto al secondo mandato come civico sostenuto da una coalizione di centrodestra con riferimento al predecessore Fabrizio Brignolo del Partito democratico. Infatti, nel 2012 era stato firmato un “patto di amicizia”. Il gemellaggio è stato approvato a marzo in Consiglio comunale con ventitré voti favorevoli e l’astensione di cinque consiglieri di minoranza. “Si è deciso di formalizzare in via ufficiale un gemellaggio tra le due città, per incrementare legami di amicizia e sostegno reciproco, instaurando rapporti in ambiti economici, culturali, turistici e sociali tra regioni geograficamente molto distanti. Inoltre, il gemellaggio è un’azione complessa che offre stimoli e prospettive e costituisce un’opportunità concreta di azione interculturale”, continua la nota dell’amministrazione comunale.
I DETTAGLI DELL’ACCORDO
Nell’accordo, le parti “ribadiscono il loro interesse a sviluppare e migliorare i rapporti di amicizia e cooperazione sulla base del rispetto e dell’aiuto reciproco”, per consolidare i rapporti economici e sviluppare “modelli che consentano alle due comunità un miglioramento ed un ampliamento delle proprie opportunità in ambito commerciale” e per promuovere il “patrimonio turistico e culturale coinvolgendo le realtà locali, per valorizzare le reciproche originalità culturali e sociali”. L’articolo 3 prevede che “Tutte le attività previste o scaturenti dall’attuazione del presente Atto di gemellaggio troveranno copertura, per la Parte italiana, nel bilancio del Comune di Asti, senza generare oneri finanziari a carico dello Stato”. L’articolo 4 stabilisce che “Le Parti informeranno, qualora necessario, le Ambasciate competenti per territorio dei rispettivi Paesi sulle iniziative in programma in attuazione del presente gemellaggio”.
LE DICHIARAZIONI
Il console cinese Liu ha più volte ringraziato la comunità astigiana chiamandola “amica” e riconoscendo il Piemonte come “posto molto sviluppato dal punto di vista economico”, la cui collaborazione con la Cina “è molto forte”. I gemellaggi “non nascono per caso”, ha dichiarato Rasero prima della firma del documento. “Se oggi siamo qui, lo dobbiamo a Zhao Zhijun, grazie al quale ho potuto conoscere la Cina”. Zhao è il responsabile di Cijan Auto Shock Absorber, che negli anni passati ha acquisito la storica azienda astigiana dell’automotive Way-Assauto, e a Nanyang ha aperto un’enoteca con vini astigiani.
GLI SCAMBI COMMERCIALI
Dopo la cerimonia la delegazione cinese si è recata alla locale Camera di commercio. Grazie alla collaborazione con la Camera di commercio di Alessandria-Asti è stato infatti organizzato un incontro finalizzato a scambi commerciali tra imprenditoria cinese e astigiana. A dicembre era stato siglato un protocollo d’intesa tra la Camera di commercio di Alessandria-Asti e la Camera di commercio cinese in Italia per facilitare gli scambi economici, commerciali e socio-culturali. La firma era avvenuta a margine del forum “Le relazioni sino-italiane e la cooperazione economica e commerciale nella nuova situazione” tenutosi a Milano e durante il quale è stato sottoscritto anche un memorandum d’intesa tra Invitalia e la Camera di commercio cinese in Italia.
GLI INCONTRI
Sono state settimane ricche di incontri tra Asti e la Cina. La prima delegazione ad arrivare in città, mercoledì 19 aprile, è stata quella di Fuyang/Hangzhou della provincia dello Zhejiang. A seguire, giovedì 27 e venerdì 28 aprile l’amministrazione comunale ha ricevuto i rappresentanti di Hong Kong Trade Development Council. Ancora da definire la data della visita ufficiale della delegazione di Hefei che presenzierà con l’ufficio delle scienze e tecnologia, quello dell’economia e del commercio. Con questa delegazione verrà siglata una lettera di intenti, primo passo del percorso condiviso che si intende intraprendere, aveva comunicato l’amministrazione nelle scorse settimane.
SMART, CON CHINA TELECOM (SANZIONATA DAGLI USA)
Giovedì 20 aprile l’amministrazione comunale ha ricevuto i rappresentanti della società statale China Telecom. In municipio sono giunti il vicepresidente Li Cao e il country manager Alex Lin, che il sindaco Rasero aveva incontrato il giorno prima a Milano al consolato generale cinese. “Quello con i due rappresentanti della principale compagnia di telecomunicazioni cinese è stato un incontro proficuo poiché, oltre a far conoscere le bellezze artistiche e architettoniche e le eccellenze enogastronomiche della nostra città e del nostro territorio, ha avviato un costruttivo confronto per futuri progetti nello sviluppo di strategie di pianificazione per far conoscere Asti attraverso tecnologie smart”, si legge in una nota dell’amministrazione. Nel marzo 2022, China Telecom è stata dichiarata un rischio per la sicurezza nazionale della Federal Communications Commission degli Stati Uniti. In precedenza, era stata rimossa dalla Borsa di New York a seguito di un executive order e la stessa Federal Communications Commission aveva revocato la licenza di operare nel Paese per ragioni di sicurezza nazionale.
IL RUOLO DEL PRIMO CITTADINO
Nelle scorse settimane il sindaco Rasero, recatosi in missione in Cina nel 2018 a poco meno di un anno dall’insediamento in municipio e che a inizio febbraio 2020 si era speso per inviare mascherine e altro materiale alla Cina per fronteggiare quella che allora era soltanto un’epidemia, ha spiegato che l’amicizia, nata da rapporti commerciali, è stata rafforzata proprio dalla pandemia Covid-19 (la Cina è stata accusata di non aver offerto collaborazione con le autorità internazionali per individuarne le cause). “I rapporti si sono fatti sempre più stretti”, ha dichiarato ringraziando Zhao (“a differenza di molti altri imprenditori stranieri, che hanno una mentalità da ‘carrello della spesa’, Zhao ha voluto conoscere la nostra città, capirne le potenzialità e comprare casa anche nell’Astigiano”) e il console Liu (“abbiamo un rapporto personale eccellente”). A novembre 2020 uno dei 25 capitolo del libro “Una storia di amicizia” (Anteo Edizioni), con prologo a cura dell’allora ambasciatore cinese Li Junhua, era dedicato al saluto del sindaco Rasero e all’amicizia sino-astigiana. A gennaio di quest’anno il primo cittadino è apparso all’interno di un servizio giornalistico andato in onda su China Central Television, la televisione di Stato cinese, con i suoi auguri in occasione del Capodanno cinese che inaugura l’Anno del coniglio.
I RISCHI DEI GEMELLAGGI
Nel caso dei gemellaggi, le controparti cinesi “possono cercare di dare l’impressione di essere organizzazioni della società civile, ma qualsiasi tipo di lavoro che implichi il collegamento con gli stranieri è automaticamente politico e quindi richiede la supervisione del Partito”, ha dichiarato a fine marzo Mareike Ohlberg, senior fellow del German Marshall Fund, in audizione davanti alla US-China Commission a Washington, DC. “Il Partito comunista cinese o il governo della Repubblica popolare cinese possono cercare di utilizzare questo lavoro di collegamento più ampio per vari scopi, tra cui farsi amici politici disposti a rappresentare gli interessi della Repubblica popolare cinese pubblicamente o a fare pressioni dietro le quinte. Se incontra opposizione con un governo nazionale o federale, può anche cercare di esercitare pressione su di esso cercando di conquistare le amministrazioni locali, le imprese o altri gruppi di interesse”, ha dichiarato ancora (il governo presieduto da Giorgia Meloni deve decidere entro la fine dell’anno se rinnovare o meno il memorandum d’intesa sulla Via della Seta sottoscritto nel 2019 dall’esecutivo gialloverde di Giuseppe Conte che ha reso l’Italia il primo e unico Paese del G7 ad aderire a questo piano espansionistico lanciato nel 2013 dal leader Xi Jinping). “Questo tipo di lavoro può coinvolgere anche le organizzazioni di intelligence che operano dietro le organizzazioni di facciata”, ha aggiunto Ohlberg.