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Ucraina e spese militari. Il summit Nato visto da Lorenzo Cesa

Intervista con il nuovo presidente della delegazione del Parlamento italiano presso l’Assemblea parlamentare dell’Alleanza atlantica. Per l’Italia è fondamentale rilanciare il tema del Mediterraneo allargato, dice. Post Stoltenberg? “L’Italia è legittimata ad ambire a quell’incarico”

Ucraina e spese militari sono i due temi portanti del prossimo summit Nato di luglio in Lituania. A spiegarlo a Formiche.net è Lorenzo Cesa, segretario dell’Unione di Centro ed eletto alla Camera nella lista Noi moderati, nuovo presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare della Nato.

Tra due mesi i leader della Nato si riuniranno a Vilnius, in Lituania, per l’annuale vertice. Sarà il primo per la Finlandia da Paese membro. Che cosa si aspetta da questo incontro?

Dal vertice di Vilnius mi aspetto un’importante accelerazione delle procedure per l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Un altro punto importante sarà l’adeguamento della spesa in difesa verso l’obiettivo del 2% del prodotto interno lordo, impegno ribadito a più riprese dal governo italiano.

Quale ruolo può avere l’Italia in questo contesto?

L’Italia ha sempre avuto un ruolo cruciale nella Nato. Basti pensare al Gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente nato proprio su iniziativa italiana. In questa fase è importante rilanciare questo gruppo e questo tema anche alla luce dell’attuale politica estera italiana che ha nel Mediterraneo allargato la sua regione prioritaria.

Yoshimasa Hayashi, ministro degli Esteri giapponese, ha dichiarato alla Cnn che Giappone e Nato stanno discutendo l’apertura di un ufficio dell’alleanza a Tokyo, sarebbe il primo in Asia. Con uno sguardo sempre più interessato all’Indo Pacifico, il ruolo della Nato sta cambiando?

Esiste un gruppo di lavoro anche sull’Indo Pacifico. Non è la prima volta che Paesi di quell’area partecipano a un vertice Nato. Vista l’assertività cinese nella regione è fondamentale rafforzare il ruolo della Nato e il dialogo con i partner.

Gli alleati sono chiamati a indicare un successore di Jens Stoltenberg come segretario generale della Nato. L’Italia può ambire a tale incarico?

L’Italia è il secondo Paese per numero di truppe impegnate in missioni Nato e il quinto contributore dell’alleanza. Alla luce di questi numeri sarebbe importante avere la possibilità di esprimere il prossimo segretario generale della Nato. L’Italia è legittimata ad ambire a quell’incarico e abbiamo sicuramente personalità credibili per il ruolo.

Guardando alle elezioni europee dell’anno prossimo, l’atlantismo rappresenta un punto fondamentale verso la costituzione di un patto tra le diverse anime della destra europea?

L’atlantismo sarà sempre un elemento centrale nei rapporti tra i partiti a livello europeo. Tuttavia, non vedo problemi per l’attuale maggioranza visto che il governo ha assunto una posizione molto chiara sui pilastri euro-atlantici della nostra politica estera. Spesso questi temi vengono utilizzati come pretesto per polemiche interne.

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