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Ecco il video della Cia per reclutare spie tra i russi

Langley si rivolge ai delusi dalla guerra e dalla leadership di Putin. Questa clip racconta due elementi: la centralità della comunicazione anche per organismi che fanno del segreto la caratteristica fondamentale della loro missione e la possibilità che il conflitto in Ucraina offra occasioni come quelle del passato

La Cia ha pubblicato un video di due minuti per reclutare spie tra i russi e convincere quanti sono delusi dalla guerra in Ucraina e dalla vita in quel Paese a condividere i loro segreti. La clip è stata pubblicata inizialmente sul nuovo canale dell’agenzia di spionaggio statunitense su Telegram, il social che in Russia costituisce una fonte altamente popolare di notizie non filtrate. Poi è stata messa online anche su altre piattaforme come YouTube, Twitter, Instagram e Facebook.

A Langley sembrano scommettere sul fatto che i russi stiano vivendo un momento caratterizzato dal dubbio, dalla mancanza di uno scopo, dall’oppressione. Il video fa appello al loro senso di patriottismo e gioca sulla cultura russa. Vengono citate frasi di Lev Tolstoj e Fëdor Dostoyevsky. “Vivremo con dignità, grazie alle mie azioni”, dice il narratore in russo mentre una donna in una vettura usa il telefono per contattare la Cia, prima che appaiano il logo dell’agenzia e le istruzioni per un contatto sicuro.

La clip mostra diversi russi che raccontano le loro vite, che sembrano riflettere su decisioni importanti. Il tema della famiglia è presente ovunque. Il target di riferimento è chiaro: una donna che lavora su quello che sembra essere un computer governativo, un uomo che entra in un edificio governativo e mostra la sua carta d’identità prima di sedersi a una scrivania piena di documenti. Insomma, persone inserite nella macchina del potere, dell’amministrazione. Nessun riferimento a Vladimir Putin o alla guerra, in parte perché superfluo ma anche perché si insiste su temi “senza tempo” che hanno convinto anche in passato i russi scontenti a contattare la Cia.

Questo video racconta due elementi. Il primo: la centralità, nella società attuale, della comunicazione anche per organismi che fanno del segreto la caratteristica fondamentale della missione e dunque sono chiamati al silenzio per definizione. Ne abbiamo avuto una chiara dimostrazione già nei mesi che hanno preceduto l’invasione russa dell’Ucraina: i vertici delle intelligence di Stati Uniti e Regno Unito hanno fatto sentire la loro voce con un duplice obiettivo, tentare di dissuadere Mosca e consolidare il fronte con alleati e partner. Il secondo: la possibilità che la guerra in Ucraina offra occasioni di reclutamento. Di questo, Formiche.net aveva parlato già un anno fa con Dan Lomas, docente di intelligence e studi sulla sicurezza alla Brunel University di Londra. Eventi come la rivoluzione ungherese del 1956 repressa nel sangue dalle truppe sovietiche o la Primavera di Praga del 1968 hanno spinto “funzionari del Blocco orientale a disertare per l’Occidente o a spiare, proprio come l’ideologia del comunismo aveva portato le persone a spiare per la Russia negli anni Trenta e Quaranta”, aveva spiegato. “Dopo il 1945 è accaduto l’esatto contrario. Una volta che la gente si rende conto di come sia realmente il sistema sovietico, va nella direzione opposta”.


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