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Altro che arance! Il boom di export verso la Cina è per un farmaco (forse) anti Covid

Il regime di Xi ha posto fine all’era dei lockdown ma senza aver eseguito un’adeguata campagna vaccinale, rafforzato le terapie intensive e reso disponibili farmaci per mitigare l’impatto del virus. Per questo i cinesi vanno a caccia all’acido ursodesossicolico, un farmaco per il fegato considerato (dal passaparola social, non c’è nessuna base scientifica) efficace nella prevenzione del Covid. Del suo principio attivo il primo produttore al mondo è un’azienda italiana di Reggio Emilia

Boom di esportazioni italiane in Cina. Non di arance, come era stato promesso nel 2019 in occasione della firma del memorandum d’intesa sulla Via della Seta. Bensì di acido ursodesossicolico, principio attivo di un farmaco indicato per sindromi epatiche e biliari.

“Il balzo delle esportazioni italiane di prodotti farmaceutici verso la Cina è dovuto principalmente a un effetto prezzo. I volumi delle esportazioni sono aumentati del 62% a febbraio 2023, mentre il deflatore implicito da noi calcolato è aumentato del 1.000% nello stesso periodo”, ha spiegato Robin Brooks, economista dell’Institute of International Finance, su Twitter. “Di fronte a un acquirente insensibile ai prezzi, la farmaceutica italiana sta realizzando un bel profitto”, ha aggiunto. “L’aumento delle esportazioni italiane verso la Cina non riguarda una possibile elusione delle restrizioni occidentali alle esportazioni verso la Russia”, ha spiegato ancora. Si tratta, infatti, “della politica cinese sui vaccini Covid occidentali e della corsa dei cittadini cinesi a procurarsi” un farmaco per il fegato che – senza alcuna base scientifica ma secondo il passaparola cinese – aiuterebbe a prevenire il virus respiratorio. Acquistato in grandi quantità perché i vaccini a mRna americani ed europei sono stati bloccati dal governo cinese per “orgoglio patrio” sin dal loro iniziale sviluppo.

Scriveva già a gennaio il Corriere della sera che, il regime di Xi Jinping il 7 dicembre scorso ha tolto dieci divieti fondamentali mettendo fine all’era dei lockdown ma senza aver eseguito un’adeguata campagna vaccinale, senza aver rafforzato le terapie intensive e senza una sufficiente disponibilità di farmaci per mitigare l’impatto del virus. “Anche per questo dalla metà di dicembre è ricercatissimo in Cina un farmaco del cui principio attivo il primo produttore al mondo è un’azienda italiana: la Ice (Industria Chimica Emiliana) di Reggio Emilia, fondata come impresa familiare nel 1949 e ceduto dai fratelli Enzo e Maurizio Bartoli nel 2019 al fondo d’investimento Advent International”, scriveva il giornale.

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