Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

L’allarme social sul nuovo sforzo di disinformazione cinese

Di Lorenzo Piccioli

Meta ha reso pubblica la sospensione di una rete di account fasulli legati a doppio filo alla Repubblica Popolare Cinese. Con tattiche che riportano alla memoria quelle impiegate pochi anni fa dai troll russi, la preoccupazione per le conseguenze continua a crescere nelle istituzioni Usa

Lo scorso mercoledì maggio la società Meta, che controlla Facebook e Instagram, ha annunciato la sospensione di 107 account legati al think tank fittizio New Europe Observation e responsabili della messa in atto di campagne di disinformazione. Come giustificazione, Meta ha affermato che questi utenti “violavano la sua politica sui comportamenti non autentici coordinati”.

A una prima occhiata, le attività online di questo network (che oltre a Facebook e Instagram si estendevano anche su Telegram, Twitter, TikTok, Reddit, BlogSpot e WordPress) non si differenziavano particolarmente da quelle di tante altre reti sospese da Meta: promozione di proteste contro il multimiliardario George Soros (bersaglio prediletto di numerosi gruppi complottistici ed estremisti), condivisione di post particolarmente critici verso i migranti e la comunità Lgbt, e diffusione di contenuti prodotti da altri gruppi simili. Ma a questo si aggiungevano anche critiche dirette a rappresentanti politici taiwanesi, o ancora alla decisione statunitense di boicottare le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, fino a diffondere rivendicazioni su presunte condizioni di vita favorevoli per la comunità uigura nella regione cinese dello Xinjiang.

La peculiarità di questo network era infatti la sua provenienza: secondo quanto affermato dagli stessi rappresentanti di Meta, il sistema di account fasulli circolante intorno a London New Europe (questo il nome della società di facciata istituita su suolo inglese a cui si ricollega New Europe Observation) aveva origine all’interno della Repubblica Popolare Cinese, ed era stato creato con lo specifico intento di promuovere la disinformazione tra il pubblico occidentale. Nonostante gli sforzi per celare la sua vera identità, lo staff di Meta è riuscito a ricollegare il network fraudolento con la Xi’an Tianwendian Network Technology, una società con sede legale nel territorio della Repubblica Popolare e guidata da un uomo che porta lo stesso nome del direttore della London New Europe.

Seppure non sia la prima volta in cui la Cina utilizza le principali piattaforme social per portare avanti le propri operazioni propagandistiche, sono le dinamiche dietro al funzionamento del sistema di disinformazione targato London New Europe che hanno attirato l’attenzione degli osservatori. Infatti, mentre tendenzialmente le reti di disinformazione di Pechino utilizzano tecniche di spam di massa, nel caso di London New Europe si è registrato l’utilizzo di tecniche più sofisticate atte a incrementare la credibilità dell’azione del network stesso, come la registrazione legale della società di facciata London New Europe, l’assunzione di freelance per la produzione dei contenuti audiovisivi e l’attivazione di una partnership ‘ufficiale’ con una ong ugandese.

Secondo Ben Nimmo, responsabile del reparto global threats intelligence di Meta, la conduzione di queste operazioni “segnala un cambio di passo da parte delle reti di influenza cinesi, che stanno assumendo una nuova postura e stanno sperimentando nuove tattiche d’azione”, aggiungendo che “Meta continuerà a monitorare con attenzione l’evoluzione di queste dinamiche”.

Le nuove tattiche operative impiegate dai gruppi di disinformazione fedeli a Pechino non paiono però essere nuove di zecca: esse infatti ricordano molto da vicino quelle utilizzate dagli operativi russi per influenzare (con successo, secondo la stragrande maggioranza degli analisti) la campagna presidenziale statunitense del 2016, che porterà alla contestata elezione di Donald Trump. Alla luce di quanto accaduto otto anni fa, e con l’acuirsi della contrapposizione tra Washington e Pechino, il rischio che le consultazioni elettorali statunitensi possano venire condizionate dalla Repubblica Popolare Cinese è fonte di preoccupazioni elevate per molti stakeholders dell’intero sistema sociale Usa. E il dinamismo che gli attivisti filo-cinesi stanno mostrando in questo periodo sparge ulteriore benzina sul fuoco ardente di queste preoccupazioni.

×

Iscriviti alla newsletter