La commissione speciale dell’Eurocamera ha approvato una relazione e una raccomandazione non vincolanti sull’uso di Pegasus e dei suoi fratelli. Chiesto un divieto a meno che non vengano soddisfatte determinate condizioni entro la fine dell’anno e auspicata una strategia congiunta Bruxelles-Washington
La commissione speciale del Parlamento europeo su Pegasus ha termine i suoi 14 mesi di indagini concludendo che Polonia e Ungheria hanno usato lo spyware israeliano per monitorare illegalmente giornalista, politici e attivista. Inoltre, ha affidato una raccomandazione all’Unione europea: rafforzare la regolamentazione del settore. Gli eurodeputati hanno approvato a larghissima maggioranza una relazione e una raccomandazione non vincolanti sull’uso di Pegasus e di altri spyware nell’Unione europea, chiedendo un divieto effettivo della tecnologia a meno che non vengano soddisfatte determinate condizioni entro la fine dell’anno.
Per quanto riguarda i Paesi terzi e gli strumenti di politica estera dell’Unione europea, gli eurodeputati auspicano: un’indagine approfondita sulle licenze di esportazione di spyware; un’applicazione più rigorosa delle norme europee in materia di controllo delle esportazioni; una strategia congiunta tra Unione europea e Stati Uniti in materia di spyware; colloqui con Israele e altri Paesi terzi per stabilire norme sulla commercializzazione e l’esportazione di spyware; la garanzia che gli aiuti allo sviluppo dell’Unione europea non sostengano l’acquisizione e l’uso di spyware.
Si tratta, come detto, di atti non vincolanti. Ma non sarebbe la prima volta che le battaglie del Parlamento europeo sortiscono effetti importanti sugli Stati membri (cioè sul Consiglio europeo) e sulla Commissione europea. Basti pensare all’accordo commerciale negoziata dalla Commissione europea assieme a Francia e Germania ma bloccato dal Parlamento europeo. In questo caso, l’Eurocamera appare decisa a evitare che gli Stati membri si trincerino dietro il fatto che la sicurezza nazionale è questione appunto nazionale venendo meno agli impegni sui diritti umani. Ma anche a chiedere alla Commissione europea di fare la sua parte con alleati e partner internazionali. A iniziare dagli Stati Uniti, con cui la sintonia potrebbe essere forte visto anche che meno di due mesi fa il presidente Joe Biden ha emesso un executive order che vieta alle agenzie governative di utilizzare spyware commerciali che sono considerati una minaccia per la sicurezza nazionale o sono implicati in violazioni dei diritti umani.