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Bipolarismo superato? L’esperimento Lega-Pd secondo Lucarella

Al Sud l’accordo tra i Matteo Salvini ed Elly Schlein (ad esempio Altamura) è destinato a fare scuola. La teoria è semplice: pur di vincere, è valida ogni spada pontidiana condita di neo massimalismo. Il commento di Angelo Lucarella

Lega e Partito democratico insieme: chi di spada ferisce, di spada perisce. L’impensabile unione dei due partiti per le ultime elezioni amministrative (in alcuni comuni) porta a supporre che dopo l’accordo che ci fu per il Governo Conte I (tra Lega e Movimento 5 Stelle), ora, si è arrivati allo sdoganamento del “tutto può succedere”. Davvero.

Al Sud, l’accordo tra i Matteo Salvini ed Elly Schlein (ad esempio Altamura) è destinato a fare scuola. La teoria è semplice: pur di vincere, è valida ogni spada pontidiana condita di neo massimalismo.

È pur vero che le elezioni amministrative non incidono sulle logiche nazionali ed il sistema elettorale dei sindaci risulta un buon viatico per mantenere vivo il rapporto diretto tra elettori ed eletto. Tutto ciò, però, nasconde un fatto drammaticamente vivo: la fine del bipolarismo o quantomeno la sua delegittimazione.

Il bipolarismo, per come concepito nella Seconda repubblica, si può dire ormai superato ma non finito. Se tanto ci dà tanto, Aldo Moro ci parlava delle convergenze parallele proprio considerando che, se tutto può accadere, allora, che sia per situazione valoriale su un binario comune.

L’unica via per attualizzare quanto diceva Moro, data la promiscuità politica dell’oggi, potrebbe essere quella di definire le aree valoriali dei partiti ed in base a quest’ultime congiungere le compagini politiche in base al criterio di omogeneità dello stare insieme.

L’esperienza delle ultime amministrative ci consegna dei risultati netti per una coalizione (quella di centrodestra) specie nelle competizioni di capoluogo di provincia. Ma nei Paesi accadono cose particolari ovverosia che Lega e Pd si uniscono, Fratelli d’Italia e Italia Viva con Azione anche (si guardi al caso Altamura ancora). Più che fluida, quindi, siamo giunti nell’epoca della politica fluttuante.

Non c’è da vergognarsi come Paese, ma occorre prendere atto che probabilmente è finita un’epoca. A prescindere dalla successiva morte di Silvio Berlusconi che ha chiuso comunque un ciclo (quello della Seconda repubblica).

Sono tempi difficili e forse il metodo di elezione dei sindaci aggrada di più l’elettorato, ma si rifletta su un punto: la commistione da destra a sinistra e viceversa di per sé non è un male. Tuttavia, questo atteggiamento politico, amplia la fetta di quella cittadinanza infelice rispetto alla ipotetica serietà valoriale dei partiti. Da qui l’allontanamento costante degli elettori.

Se la sinistra ha bisogno di Pontida per vincere in determinati contesti, allora, siamo davanti al perimento di un partito nato per congiungere anime democratico-cattoliche-rifomiste.

Potrebbe essere anche un’opportunità: che tutte queste anime ferite o perdute si ritrovino al centro in una area valoriale omogenea che unisca le culture liberali, democratiche, riformiste, popolari.

Forse è un po’ presto, ma Giorgia Meloni fa intuire che è li che guarda prima che Salvini faccia in modo di costruirsi la campagna elettorale per le europee prossime. Ovviamente puntando alla instabilità di governo.


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