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I leghisti Centinaio e Murelli sono a Taiwan. Ecco i dettagli della visita

Di Gabriele Carrer ed Emanuele Rossi

Il vicepresidente di Palazzo Madama e la senatrice saranno impegnati in incontri di alto livello con politica (vedranno anche la presidente Tsai) e imprese fino a lunedì. Ma non è una visita istituzionale, tengono a precisare

I senatori leghisti Gian Marco Centinaio ed Elena Murelli, entrambi membri della commissione Politiche dell’Unione europea di Palazzo Madama, sono arrivati oggi a Taiwan per una visita che durerà fino a lunedì. Per raggiungere Taipei sono partiti da Milano Malpensa con la tratta diretta inaugurata a ottobre dell’anno scorso da Eva Air, la più grande compagnia aerea privata taiwanese. La visita, inizialmente prevista ad aprile, era stata rinviata a causa delle esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan. Lo stesso era accaduto per quella di un’altra delegazione parlamentare italiana, quella a maggioranza Fratelli d’Italia.

Solo leghisti questa volta, ci spiegano. La ragione è di numeri in Aula: la maggioranza ha numeri stretti al Senato, Taiwan non è uno Stato riconosciuto dunque i parlamentari non si possono mettere in missione, meglio non rischiare.

Come ha sottolineato il ministero degli Esteri taiwanese si tratta della prima delegazione parlamentare italiana in visita da quando si sono insediati il nuovo parlamento e il nuovo governo presieduto da Giorgia Meloni. Taipei ha evidenziato anche che si tratta della missione di più alto livello a Taiwan mai effettuata da una delegazione del parlamento italiano, la prima dal 2016. Ma agli entusiasmi taiwanesi fa da contraltare una sottolineatura dal lato italiano: quella di Centinaio è una visita personale, non istituzionale. Cioè non in rappresentanza del Senato di cui il leghista è vicepresidente.

Due elementi potrebbero aver suggerito questa prudenza: il delicato quadro internazionale, con le tensioni tra Stati Uniti e Cina; la particolare situazione italiana, con la decisione del governo sul rinnovo o meno del memorandum d’intesa sulla Via della Seta, siglato dal governo gialloverde in cui Centinaio era ministro dell’Agricoltura, attesa entro fine anno.

La delegazione italiana sarà tuttavia ricevuta a livello istituzionale, con incontri a cominciare dalla presidente Tsai Ing-wen, e poi il presidente dello Yuan legislativo (il parlamento unicamerale) You Si-kun, il ministro della Salute e del welfare Xue Ruiyuan, il presidente del Consiglio dell’agricoltura Chen Jizhong, dal direttore del Museo del Palazzo nazionale Xiao Zonghuang, il ministro degli Affari economici Chen Zhengqi e il sindaco di Tainan Huang Wei-che. A questi incontri si aggiungono quelli con alcune imprese locali.

Nel comunicato del ministero degli Esteri taiwanese si sottolinea come le relazioni tra Italia e Taiwan siano “notevolmente migliorate” negli ultimi anni, grazie anche al sostegno “con azioni concrete” di Centinaio e Murelli. Il parlamento italiano, ricorda la diplomazia di Taipei, ha avviato iniziative per richiamare l’attenzione sulla situazione nello Stretto di Taiwan.

Difficile per Taiwan, dunque, con simili incontri in agenda, non sottolineare l’importanza della visita nonostante Centinaio si presenti ufficialmente senza i gradi di vicepresidente del Senato. Anche perché la diplomazia parlamentare è di fondamentale importanza per uno Stato non riconosciuto come Taiwan. Lo ha dimostrato chiaramente l’incontro di aprile, in California, tra la presidenza Tsai e Kevin McCarthy, speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti.

Taipei non ha legami formali con molti dei Paesi partner e cerca costantemente di costruire connessioni via via più profonde con la consapevolezza che più saranno (per quantità e qualità) più sarà complesso per la Cina procedere al processo di annessione pianificato dal partito-stato e su cui il leader cinese Xi Jinping ha sottolineato che non intende a rinunciare all’uso della forza — un passaggio che potrebbe alterare gli equilibri globali.

Anche per questo, una visita italiana in questa fase segnata anche dall’incombere della decisione sul memorandum con la Cina ha un valore ancora più forte. Almeno agli occhi taiwanesi.

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