L’azienda ha ridotto la sua impronta di emissioni di gas serra del 36% in due anni ed è stata inserita nella classifica Europe’s Climate Leaders 2023. Materiali sostenibili, polimeri a base vegetale, impegno nel riciclo e soluzioni sempre più sostenibili per un percorso che guida l’innovazione del settore del packaging alimentare
I sistemi alimentari globali sono oggi responsabili di oltre un terzo delle emissioni globali di gas serra (GHG). Considerato l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C, è fondamentale adottare un nuovo approccio rispetto al modo in cui produciamo, trasformiamo, confezioniamo, immagazziniamo e distribuiamo gli alimenti.
In questo senso, l’industria dei cartoni per bevande svolge un ruolo cruciale nella decarbonizzazione della catena del valore. Grazie alla tecnologia asettica è infatti possibile conservare il cibo fino a dodici mesi, senza bisogno di refrigerazione o conservanti.
L’Unione Europea produce 250 milioni di tonnellate di alimenti deperibili all’anno1. Senza trattamento asettico, prodotti quali succhi, latte e bevande vegetali avrebbero una vita a scaffale più breve e richiederebbero temperature più basse per preservarne le proprietà e per non mettere a rischio la salute delle persone.
“Noi di Tetra Pak riconosciamo l’importanza di raggiungere questo obiettivo ed è per questo che ci stiamo impegnando nell’azzerare le emissioni di gas serra. Stiamo anche sviluppando una soluzione di confezionamento alimentare ancora più sostenibile: realizzata esclusivamente con materiali rinnovabili o riciclati, completamente riciclabile e a impatto zero”, spiega Paolo Maggi, Presidente Tetra Pak South Europe.
L’industria dei cartoni per bevande contro lo spreco alimentare per ridurre i gas serra
Un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo non viene mai consumato. Quando il cibo viene sprecato, tutte le risorse impiegate nella catena di approvvigionamento per produrlo vanno perse e l’8% delle emissioni di gas serra a livello mondiale è riconducibile proprio allo spreco alimentare.
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, il 48% degli alimenti va perso nella catena di approvvigionamento e il 23% viene sprecato nella distribuzione e nella vendita al dettaglio.
Grazie alla tecnologia di confezionamento asettica, di cui Tetra Pak è pioniere, è possibile prolungare la shelf-life degli alimenti deperibili senza bisogno di conservanti o di refrigerazione. In questo modo, si evitano le emissioni di gas serra che si producono durante la refrigerazione e l’impiego di conservanti.
La conservazione di cibi e bevande contribuisce, inoltre, a ridurre lo spreco alimentare sia per i consumatori che durante lo stoccaggio, la distribuzione e il trasporto lungo tutta la catena del valore, e quindi anche l’impronta di carbonio.
Scegliamo la combinazione di questa tecnologia con altri trattamenti come l’Ultra-heat treatment (UHT) per sviluppare offerte di prodotti innovativi che, oltre alle emissioni di gas serra, contribuiscono a ridurre anche il consumo di acqua e le perdite di prodotto nelle nostre linee.
In che modo i materiali rinnovabili possono ridurre l’impronta di carbonio?
Per raggiungere un’economia circolare a basse emissioni di carbonio, dobbiamo partire dai materiali, e sostituire quelli derivanti da fonti limitate, come la plastica di origine fossile, con materiali rinnovabili, quali il cartone o la plastica di origine vegetale.
Le confezioni per alimenti e bevande di Tetra Pak sono realizzate principalmente in carta (in media per il 70%). Per garantire una gestione sostenibile delle foreste, il 100% del nostro cartone è certificato dal Forest Stewardship Council™ (FSC™) e da altre fonti controllate.
Stiamo anche aumentando i materiali da fonti rinnovabili delle nostre confezioni con plastica di origine vegetale ricavata dalla canna da zucchero. I polimeri a base vegetale sono infatti una soluzione a basse emissioni di carbonio, circolare e sicura per l’utilizzo a contatto con gli alimenti. Quest’ultima può contribuire alle ambizioni dell’UE di ridurre la dipendenza dalle materie prime fossili, minimizzando l’impronta di carbonio.
Nel 2021 sono stati venduti in tutto il mondo 17,6 miliardi di confezioni e 10,8 miliardi di tappi a base vegetale, che corrispondono a- un risparmio di 96 chilotonnellate di CO2 rispetto alla plastica di origine fossile. Il 100% dei nostri prodotti realizzati con plastiche a base vegetale è certificato Bonsucro, che consente la tracciabilità delle origini della canna da zucchero.
Inoltre, le confezioni in cartone asettico sono più leggere e occupano meno spazio di altri tipi di imballaggio, riducendo i costi di trasporto e le relative emissioni di gas serra.
La decarbonizzazione delle nostre operazioni
“Attraverso le nostre diverse iniziative di decarbonizzazione, lavoriamo per massimizzare l’efficienza e ridurre al minimo gli sprechi delle nostre operazioni. Nel 2021 abbiamo ridotto la nostra impronta operativa di emissioni di gas serra del 36% rispetto al valore di riferimento del 2019”, sottolinea Paolo Maggi.
La nostra ambizione è quella di utilizzare il 100% di energia elettrica rinnovabile nelle nostre operazioni entro il 2030. Nel 2021 abbiamo raggiunto l’80% di energia elettrica rinnovabile, in parte raddoppiando la nostra capacità fotovoltaica rinnovabile.
Quasi il 60% del nostro impatto ambientale totale deriva dai macchinari che forniamo ai nostri clienti. Per far fronte a queste emissioni della catena del valore, stiamo quindi sviluppando modelli di macchine e linee di confezionamento e di lavorazione più efficienti, al fine di ridurre il consumo di acqua, gli sprechi alimentari e l’impronta di carbonio.
E proprio in riferimento al tema della decarbonizzazione, Tetra Pak è stata di recente inserita nella classifica Europe’s Climate Leaders 2023 stilata dal Financial Times e da Statista, che analizza i progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra di migliaia di aziende europee e assegna un punteggio in base al volume delle emissioni, al livello di divulgazione sul tema e alla riduzione delle stesse emissioni in percentuale. Tetra Pak si è classificata tra le prime 100 aziende delle 500 in lista, con una riduzione assoluta del 54,3% delle emissioni Scope 1 e 2 in un periodo di cinque anni.
Collaborare con l’industria del riciclo
Riciclare è fondamentale in un’economia circolare a basse emissioni di carbonio, con l’obiettivo di mantenere in uso materiali di valore senza la necessità di nuove materie prime.
“Nel 2021, abbiamo investito su scala globale 40 milioni di euro per supportare la raccolta e il riciclo di 50 miliardi di cartoni per bevande. Incrementando il numero di confezioni riciclate, possiamo ridurre le emissioni di metano derivanti dalle discariche. Inoltre, tra il 2019 e 2021, le nostre emissioni di confezioni post consumo si sono ridotte, passando da 906 a 886 chilotonnellate”, conclude Paolo Maggi.
1 Cifre chiave sulla catena alimentare europea, Eurostat, 2021.
(Contenuto redatto in collaborazione con Tetra Pak)