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Intelligenza artificiale, bioterrorismo (e biodifesa) alla portata di tutti

L’IA potrebbe essere usata in modo improprio per creare 40.000 armi chimiche e composti tossici in poco tempo. Ma ci sono anche buone notizie…

Bomba biochimica fatta in casa? Grazie agli ultimi sviluppi dell’ingegneria genetica, alla quale si può accedere molto più facilmente attraverso l’intelligenza artificiale, in tanti possono avere la capacità di compiere un attacco biologico.

Prima gli strumenti erano in mano di governi e regimi, ma ora qualsiasi individuo con un minimo di competenza tecnica (e un massimo di crudeltà9 può trasformarsi in un bioterrorista. Secondo un articolo di Axios, la gestione di un agente patogeno per un attacco terroristico richiede molta conoscenza, ma ora la soglia si è ridotta pericolosamente, così come i soldi e il tempo necessario per organizzare una catastrofe biologica.

Nel 2022, un gruppo di ricercatori farmaceutici ha spiegato come il loro software basato sull’intelligenza artificiale poteva essere usato in modo improprio per creare 40.000 armi chimiche e composti tossici in poco tempo.

Inoltre, l’intelligenza artificiale potrebbe aver avuto un ruolo nei precedenti scenari di ‘Biodisaster X’ […] I protocolli di assemblaggio passo-passo per la produzione di virus infettivi sono ora ampiamente disponibili”. I chatbot, per esempio, sono in grado di spingere e assistere i non esperti a innescare (potenzialmente) una pandemia in un’ora di tempo.

La diffusione di modelli significa anche che la tecnologia può essere utilizzata senza supervisione, attraverso uso improprio dell’intelligenza artificiale progettata per far progredire la biotecnologia. “Sistemi di dati aperti, come Alphafold, di Google DeepMind, che prevede le strutture 3D delle proteine, possono diventare una vulnerabilità”.

Il rischio è aumentato ma non è ancora alla portata di tutti, giacché identificare o progettare un virus sintetico sullo schermo del computer non è la stessa cosa che ingegnerizzarlo in un laboratorio e poi rilasciarlo nell’ambiente con successo.

Ugualmente, così come è più facile l’attacco, lo è anche la difesa. “Potrebbe essere possibile creare anticorpi per i virus da zero intorno al 2025, riducendo morti e lesioni che un possibile terrorista potrebbe infliggere”, conclude Axios.



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