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Londra hub globale dell’IA? Sunak ha un piano (che riguarda anche Roma)

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Giovedì il premier presenterà a Biden l’idea di istituire nella capitale un organismo di controllo globale sull’intelligenza artificiale. L’idea è quella di “giuste barriere di protezione” ma senza frenare l’innovazione. Nei giorni scorsi presentato a Pisa un programma di scambio tra ricercatori britannici e italiani

Il primo ministro britannico Rishi Sunak sarà alla Casa Bianca giovedì. Nel corso del colloquio con il presidente statunitense Joe Biden presenterà anche l’idea di istituire a Londra un organismo di controllo globale sull’intelligenza artificiale. Lo ha anticipato il quotidiano The Times, spiegando che il modello potrebbe essere quello – indicato anche da Sam Altman, co-fondatori e amministratore delegato di OpenAI, dopo un incontro con Sunak a Downing Street – dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, con sede a Vienna, in Austria.

Il Regno Unito, che con la Brexit ha perso l’Agenzia europea per i medicinali trasferitasi ad Amsterdam, punta ora a diventare hub globale dell’intelligenza artificiali, posizionandosi a metà tra la linea più morbida degli Stati Uniti e quella più dura dell’Unione europea. Infatti, nel libro bianco presentato nei mesi scorsi c’è l’impegno a non creare mai una legge in materia. Nelle scorse settimane Sunak aveva promesso che il Regno Unito guiderà la limitazione dei pericoli dell’intelligenza artificiale, tema recentemente entrato nell’agenda G7. Potrebbe portare benefici per la società, ma deve essere introdotta “in modo sicuro e protetto”, aveva spiegato.

Pochi giorni fa, incontrando i vertici delle società ChatGpt, OpenAi, Google Deepmind e Anthropic, il primo ministro britannico ha affermato che l’intelligenza artificiale è la “tecnologia determinante del tempo” con il potenziale per “trasformare positivamente l’umanità”. Tuttavia, una dichiarazione congiunta dell’incontro ha riconosciuto che il successo della tecnologia è subordinato alla presenza delle “giuste barriere di protezione” in modo che il pubblico possa essere al sicuro. Prima, ad aprile, il governo britannico aveva lanciato una task force da 100 milioni di sterline (115 milioni di euro) per sviluppare applicazioni “sicure e affidabili” per l’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di rendere il Paese una superpotenza scientifica e tecnologica entro il 2030.

In questa partita potrebbe rientrare anche l’Italia. La scorsa settimana, infatti, è stato presentato a Pisa il programma di scambio breve tra ricercatori britannici e italiani “2023 UK-IT Trustworthy A.I. – Short Stay Exchange Programme for Researchers”. Dodici ricercatori italiani e altrettanti britannici trascorreranno brevi periodi di studio e scambio in entrambi i Paesi. Il piano è finanziato dal Foreign, Commonwealth and Development Office britannico e da Fair (Future AI Research) Italia. Si tratta del primo progetto di collaborazione scientifica scaturito dal recente Accordo di cooperazione bilaterale siglato tra Italia e Regno Unito lo scorso 27 aprile a Londra in occasione dell’incontro tra Sunak e Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. “Le nostre eccellenze scientifiche insieme” possono “dare un decisivo contributo ad affrontare con successo alcune delle sfide più interessanti e complesse poste dai recenti sviluppi tecnologici in questo campo”, ha dichiarato Ed Llewellyn, ambasciatore britannico in Italia.

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