Non è solo una sorella potente. La giovane, che guida la propaganda della Corea del Nord, probabilmente sarà l’erede del regime. Le previsioni nella biografia “The Sister” di Sung‑Yoon Lee
Kim Yo Jong, sorella del dittatore nordcoreano Kim Jong Un, non usa parole dolci nel riferirsi ai suoi nemici. Nata a Pyongyang nel 1987, la giovane sembra minuta e fragile in apparenza, ma è feroce nel linguaggio e nella strategia di propaganda.
Kim Yo Jong è una donna di immenso potere all’interno del regime della Corea del Nord. Ha una grande influenza sul fratello, alla guida di un arsenale nucleare, e forse prenderà il suo posto nella successione. A sostenerlo è il settimanale The Economist, che riprende lo studio “The Sister” di Sung-Yoon Lee, studioso di studi coreani e dell’Asia orientale e specialista della Corea del Nord.
“Kim è arrivata all’attenzione del mondo nel 2018 durante le Olimpiadi invernali di PyeongChang in Corea del Sud, quando è diventata il primo membro della famiglia dominante della Corea del Nord a visitare il Sud dalla guerra di Corea – si legge sull’Economist -. Ora lei è quasi altrettanto prominente, un simbolo del dispotismo nordcoreano come il fratello che spesso accompagna”.
Kim Yo Jong guida le operazioni di propaganda nordcoreana da più di un decennio. “La sua volontà di dire cose vili nei confronti dell’America e la Corea del Sud la posiziona, nelle parole di Lee, come un ‘poliziotto ancora peggiore’ del ‘poliziotto cattivo’ Kim”.
L’autore dello studio sulla sorella di Kim sostiene che Fujimoto Kenji, lo chef di sushi della famiglia Kim fino alla fuga nel 2000, potrebbe essere stata l’unica persona al di fuori della Corea del Nord ad avere previsto l’ascesa di Kim Jong Un. E ora vede la “promozione” della giovane.
Secondo il quotidiano The Guardian, “The Sister” sfrutta il percorso “della nuova stella nell’azienda della famiglia Kim – la sorella minore dell’attuale leader supremo Kim Jong-un, Kim Yo Jong – per analizzare lo strano presente e il possibile futuro del suo Paese […] la ‘principessa’ è stata inevitabilmente ritratta con sfumature sessiste come una via di mezzo tra un’affascinante e carismatica pop star e un potere sadico dietro il trono”.
“The Sister” sottolinea anche le radici del trauma tra la Corea e gli Stati Uniti e l’Unione sovietica. “Quando i sovietici scelsero Kim Il Sung – un ex leader della guerriglia di lingua russa e maggiore dell’Armata Rossa – per guidare la nuova Repubblica Democratica Popolare di Corea, il suo futuro si intrecciò con quello della ‘linea di sangue del Monte Paektu’, oggi guidata da suo nipote”, scrive il Guardian.
Il libro di Lee non è dunque soltanto un profilo di Kim Yo-jong come figura centrale “della dittatura più brutale del mondo”, sostiene il Guardian, ma anche una radiografia dell’intero clan che guida il Paese: “Mostrando come funziona la famiglia, ‘The Sister’ offre approfondimenti sul funzionamento dell’unica monarchia ereditaria che si autodefinisce comunista; un regime disposto a lasciare morire di fame milioni di persone mentre spende miliardi in armi”. E mostra anche come la potente ragazza e il fratello hanno imparato l’arte della diplomazia dal padre, Kim Jong Il.