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Dall’Ucraina all’Indo-Pacifico. L’agenda della ministeriale Difesa della Nato

Dalla coalizione per i caccia alle partnership indo-pacifiche, fino a un centro per le infrastrutture critiche marine. È un vertice ricco quello che coinvolge questi giorni a Bruxelles i ministri della Difesa dei Paesi alleati nella riunione del Consiglio Atlantico. Ma al centro rimane il supporto all’Ucraina, anche a lungo termine con un piano ad hoc, e la necessità di rifornire le scorte militari richiedendo maggiori sforzi ai Paesi membri

Una fitta agenda dei lavori sta caratterizzando la riunione del Consiglio del nord atlantico, a livello di ministri della Difesa, che si tiene questi giorni al quartier generale della Nato a Bruxelles ed è presieduta dal segretario generale uscente, Jens Stoltenberg. Al centro, ovviamente, il sostegno all’Ucraina e l’elaborazione di un piano a lungo termine, oltre alla preparazione del prossimo importante vertice di Vilnius dell’Alleanza Atlantica che si terrà a luglio. “Vediamo che il sostegno della Nato sta dando dei risultati e sta facendo la differenza sul campo di battaglia ogni giorno”, ha raccontato Stoltenberg in una dichiarazione congiunta con il ministro della Difesa ucraino, Oleksji Reznikov.

Il supporto all’Ucraina, anche con un nuovo piano

“Dobbiamo assicurarci che il presidente Putin non vinca questa guerra e che l’Ucraina prevalga come uno Stato sovrano e indipendente”, ha aggiunto ancora Stoltenberg. In questo senso il supporto fornito dai Paesi alleati si rivela molto significativo. E per questo “i membri della Nato stanno lavorando per completare un piano per fornire supporto a lungo termine all’Ucraina”, hanno reso noto alcune fonti diplomatiche Usa e Ue citate da Reuters, tuttavia “ci sono ancora divisioni su quale sia il modo migliore per garantire la sicurezza dell’Ucraina fino a quando il Paese non potrà aderire all’alleanza militare”. A Vilnius si discuterà anche di tale piano. In questo scenario Stoltenberg si aspetta nuovi impegni da parte degli alleati, proprio come fatto dagli Stati Uniti: “Sono appena arrivato da Washington e il presidente degli Usa Biden ha annunciato, solo un paio di giorni fa, un nuovo pacchetto significativo con più munizioni, più munizioni per la difesa aerea e altri tipi di supporto militare, e abbiamo visto anche diversi altri alleati europei, negli ultimi giorni, annunciare un maggiore sostegno”. Nel frattempo sul campo la controffensiva ucraina prosegue, “ma non sappiamo ancora se sarà il punto di svolta del conflitto”, ha continuato il segretario della Nato.

Coalizione alleata per i caccia

“Abbiamo avuto dai nostri alleati l’importante notizia della nascita di una coalizione per i caccia. Abbiamo ricevuto l’impegno dei nostri partner che i training (dei piloti) cominceranno e che costruiremo insieme questo consorzio”. Così ha spiegato Reznikov, in una dichiarazione congiunta con Stoltenberg. Il ministro ucraino ha poi spiegato quali saranno i prossimi passi, che vedranno innanzitutto in azione gli F-16, con Olanda e Danimarca a fare da leader, seguiti dalla notizia che i partner svedesi faranno testare le proprie capacità. “Sono sicuro che presto avremo una coalizione per le forze aeree così che noi rimarremo lo scudo orientale dell’Ue e lo scudo orientale della Nato”, ha aggiunto Reznikov. “In futuro le forze armate ucraine saranno lo scudo orientale dell’Europa e della Nato”, ha concluso infine ministro ucraino.

Rafforzare partnership indo-pacifiche

Nell’ultimo Concetto strategico della Nato per la prima volta la Cina veniva descritta come un Paese che rappresenta a tutti gli effetti una sfida ai valori e alla sicurezza degli alleati. Il concetto è stato ribadito anche da Stoltenberg, che ha parlato della Nato come di “un’alleanza tra Nord America e Europa che rimarrà tale”, aggiungendo che al momento non è nei programmi dell’Alleanza “trasformarsi in un’organizzazione globale con membri provenienti dall’Asia”. Per questo motivo, ha proseguito il numero uno della Nato, “abbiamo deciso di rafforzare ulteriormente la nostra partnership con i nostri partner indo-pacifici: Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. Abbiamo invitato i leader di questi Paesi a venire a Vilnius e apprezziamo molto il rafforzamento della partnership con loro”.

Il punto con l’industria degli armamenti

Al centro delle intense giornate di meeting, si tiene anche un incontro con i produttori di armamenti dei Paesi alleati, per discutere dell’incremento della produzione in seguito alla progressiva erosione delle scorte. “Abbiamo invitato piccoli, medi e grandi produttori dell’industria della Difesa dell’Alleanza a un evento informale. In questo modo i ministri della Difesa possono discutere direttamente con l’industria il modo migliore per aumentare la produzione, rendere sicure le nostre catene di approvvigionamento e rimuovere gli ostacoli alla cooperazione”, ha spiegato Stoltenberg. All’evento sono stati invitati a partecipare anche l’Ucraina e l’Unione europea. “Mi aspetto che i ministri della Difesa esamineranno un nuovo Piano d’azione per la produzione della Difesa, che i leader concorderanno al vertice di Vilnius in materia di affari”, ha proseguito ancora Stoltenberg, sottolineando inoltre l’importanza di migliorare l’interoperabilità.

In arrivo un centro inglese per la sicurezza marittima

La protezione delle infrastrutture critiche sottomarine, dopo il sabotaggio del Nord Stream, è diventato un dossier sempre più strategico e la Nato risponde con l’istituzione di un nuovo Centro marittimo per l’Alleanza all’interno del Comando marittimo nel Regno Unito. L’appello lo ha lanciato sempre Stoltenberg spiegando che: “il Centro aumenterà la nostra consapevolezza situazionale e migliorerà la presenza marittima per la deterrenza e la difesa”.

L’interrogativo sul prossimo segretario

Quello di Vilnius sarà un summit cruciale e non solo perché a oltre un anno di distanza dall’ultimo vertice di Madrid la situazione geopolitica nel Vecchio continente è diventata più critica, ma anche perché in quell’occasione si dovrà scegliere il successore di Stoltenberg, il quale proprio questi giorni a Bruxelles ha confermato di “non ricercare intenzionalmente un’estensione del mandato”. Tra i più papabili si fa il nome del primo ministro danese, Mette Frederiksen, ma in lizza c’è anche il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace.

[Foto: NATO]



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