L’Autorità delegata ha confermato che è in corso uno studio per un “serio restyling” del comparto, che sia più efficiente e funzionale, senza sovrapposizioni e con nuovi meccanismi di reclutamento. No a un organismo per il settore economico-finanziario ma sì al miglioramento di quelli esistenti. Anche sul piano offensivo c’è “del lavoro da svolgere”
“È in corso un lavoro di studio finalizzato a un serio restyling del comparto” intelligence “per renderlo più efficiente e funzionale, per evitare sovrapposizioni” con la distinzione interno ed esterno. Il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, lo ha dichiarato oggi, confermando le indiscrezioni di stampa sul lavoro per l’aggiornamento o il superamento della legge 124 del 2007 (su Formiche.net già a febbraio), intervenendo al seminario ”Intelligence economica nell’era digitale” alla Luiss School of Government. Nel suo discorso il sottosegretario ha evidenziato le necessità del comparto, la cui eventuale riforma passerà da un confronto con il Parlamento, nello spirito con cui sono nati sia la legge 124 del 2007 sia i successivi interventi di aggiornamento.
VERSO UNA RIFORMA
Serve “una migliore articolazione organizzativa soprattutto nel settore economico-finanziario”, senza la costituzione di nuovi organismi ma rafforzando e migliorando l’organizzazione di quelli esistenti, ha spiegato il sottosegretario Mantovano accogliendo le proposte di Mario Mori, già direttore del Sisde. Lo stesso aveva parlato prima delle garanzie funzionali, un istituto pensato per esonerare da responsabilità penale i funzionari di Aise e Aisi che, nello svolgimento di operazioni per scopi istituzionali, debbano compiere azioni configurabili come reato. È un tasto “delicatissimo” ma che “va affrontato provando a rendere ancora più efficienti questi strumenti”, ha osservato l’Autorità delegata. Anche sul piano offensivo c’è “del lavoro da svolgere”.
NUOVI MECCANISMI DI RECLUTAMENTO
Inoltre, il sottosegretario ha indicato la necessità di un ripensamento dei meccanismi di reclutamento: “Non è detto che per essere buoni analisti economici si debba essere stati prima appartenenti alla Guardia di Finanza o a qualche altro corpo” di polizia o militare. In questo, le università hanno funzione “rilevantissima” e il governo e il comparto dovrebbero rafforzare l’interlocuzione, ha aggiunto. Non ha risparmiato un’osservazione a chi, spesso in divisa, obietta sul “senso delle istituzioni”: “E chi lo dice che un’università non può educare al senso delle istituzioni?”.
L’INTELLIGENCE ECONOMICA
Le nuove tecnologie digitale in relazione al settore finanziario, e dunque all’intelligence economica, hanno “cambiato il mondo e non coglierlo sarebbe come, per fare un’analogia calcistica, essere rimasti al calcio di rigore battuto da [Fabio] Grosso” con cui l’Italia ha vinto i Mondiali di calcio nel 2006, ha detto Mantovano in apertura del suo intervento. Già con la legge 124 del 2007 si era colto questo peso includendo esplicitamente gli interessi economici, scientifici e industriali tra quelli oggetto di tutela da parte del comparto. Più recentemente è stata istituita l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. “Ma il mondo dell’economia e lo spazio digitale sono andati molto in avanti rispetto all’approvazione di quella legge del 2007 e in questi 16 anni il link tra economia e strumenti digitali ha richiesto un costante adattamento da parte dell’intelligence proprio per il profondo mutamento degli scenari”.
UN MONDO NUOVO
Il mondo è cambiato, ha osservato ancora Mantovano parlando di “frantumazione del mito della globalizzazione” e “ripresa delle guerre guerreggiate” con ricadute sulle catena di approvvigionamento. “Oggi la sfida si gioca sul rafforzamento dell’innovazione tecnologie delle singole nazionali e sull’accorciamento delle filiere produttive”, ha spiegato evocando il friend-shoring ma osservando anche che “non sempre Stati in teoria amici lo sono poi in concreto”.
IL CASO PIRELLI
In questo contesto, l’intelligence economica ha acquisito un profilo difensivo di cui è espressione la normativa Golden Power. Il sottosegretario ha insistito sul caso Pirelli, in cui il governo è intervenuto sulla governance per tutelare l’autonomia di Pirelli e del suo management e proteggere le tecnologie e le informazioni di rilevanza strategica. “Per la prima volta abbiamo ritenuto di dover informare, in maniera anche dettagliata quindi superando il vincolo di riservatezza, l’opinione pubblica perché il battage mediatico precedente, come ovvio che fosse, era stato così intenso da determinare un po’ di scossoni”, ha spiegato Mantovano. Era “necessario” chiarire il senso dell’intervento “in presenza di un’azienda che ha circa metà del capitale sociale di proprietà cinese e di un target individuato in un prodotto di altissima tecnologia”. Il governo, dunque ha scelto di intervenire con prescrizioni “per preservare le esigenze di sicurezza”. E la comunicazione è stata data venerdì “dopo un certo orario”, ha precisato con riferimento implicito alla chiusura della Borsa. È stato un caso in cui l’intelligence ha avuto “un ruolo importantissimo sia in fase istruttoria sia in frase decisionale” e ciò sottolinea la “buona qualità” del comparto.