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Vi racconto cosa sta accadendo davvero in Russia. La testimonianza di Bayanov

Di Alexander Bayanov

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del giornalista russo Alexander Bayanov costretto a fuggire in Europa con la famiglia, con una valigia a testa e con l’illusione che la guerra sarebbe finita rapidamente o che il regime sarebbe caduto da solo…

È passato oltre un anno dall’inizio della guerra, guerra in Ucraina, guerra in Europa. La Russia, in quanto indiscutibilmente Stato aggressore, ha piena responsabilità di questa guerra. L’attenzione di tutto il mondo è focalizzata sugli avvenimenti in Ucraina, ma in questo stesso periodo in Russia si è sviluppata una dura repressione contro la società civile.

Il nostro compito nella preparazione del numero della rivista Vita “La mia Russia” è stato raccontare ciò che realmente sta succedendo in Russia. Un anno fa, il 1° marzo 2022, lo Stato russo ha bloccato centinaia di media indipendenti, quasi 10mila siti in internet. Unico motivo: aver chiamato guerra la guerra, senza ricorrere alla strana definizione inventata dalle autorità, “operazione militare speciale”. Di fatto nel Paese, infrangendo tutte le leggi possibili e immaginabili e andando contro la stessa Costituzione, è stata introdotta la censura di guerra senza che fosse stato dichiarato lo stato guerra.

Alexander Bayanov

Dopo il blocco, molti media (a volte intere redazioni) sono stati costretti a lasciare la Russia. Diversi sono riusciti a ricominciare a lavorare all’estero. Ma questi media non possono più informare direttamente i propri ascoltatori nel Paese, perché, oltre al blocco tuttora esistente, sono stati anche definiti agenti stranieri, oppure inseriti in un registro ancora “peggiore”, quello delle organizzazioni indesiderate. È quello che è accaduto anche alla mia testata Tayga.info, che si occupava di ciò che accade in Siberia e che era tra i 30 principali media del Paese. Il progetto è stato eliminato dallo Stato, secondo quanto riportato nella sentenza, per l’utilizzo della parola “guerra” nella descrizione degli avvenimenti in corso in Ucraina. Il 5 maggio 2023, lo Stato ha dichiarato Tayga.info agente straniero, per “la diffusione di materiali di agenti stranieri, informazioni false sulle decisioni prese dagli organi di potere e sulla politica da essi condotta”. Dopo numerose minacce, anche pubbliche, anche su canali Telegram vicini al governo, io e la mia famiglia siamo stati costretti a fuggire in Europa, con una valigia a testa. A luglio 2022, quasi un anno fa. Lasciando i nostri genitori anziani, gli amici e… l’illusione che la guerra sarebbe finita rapidamente o che il regime sarebbe caduto da solo.

Io, mia moglie Margherita e le nostre due figlie siamo arrivati in Italia demoralizzati e stanchi. Solo uscendo dall’aeroporto siamo riusciti a tirare il fiato. Dall’inizio della guerra in Ucraina, come testimoniano anche tanti nostri amici in Russia, il livello di stress e di ansia causato da ciò che sta accadendo a livello personale e al Paese è tale che è come se si vivesse trattenendo il respiro. Si vive il quotidiano così. È molto difficile descrivere a parole questa condizione di costante tensione.

All’inizio del 2023 ho avuto la fortuna di conoscere Stefano Arduini e Riccardo Bonacina, rispettivamente direttore e fondatore di Vita, la testata di riferimento del Terzo settore e della società civile in Italia. Durante una cena ho raccontato la mia storia, umana e professionale, e praticamente subito mi è stato offerto di curare un numero speciale della rivista, dedicato alla vita della società civile in Russia. Non è stato semplice coinvolgere alcune personalità che sono rimaste in Russia nella collaborazione, per il timore di possibili ritorsioni. E non è un timore infondato: durante la preparazione della rivista uno degli intervistati nel campo dell’educazione e dell’istruzione, Serghej Chernyshov, è stato inserito nelle liste degli agenti stranieri ed è proseguita l’azione penale contro il deputato del Consiglio comunale di Novosibirsk Mihail Rjazantsev, che mi ha aiutato a preparare l’intervista con la deputata Svetlana Kaverzina.

Nelle ultime settimane si sentono notizie in merito all’avvio di operazioni militari sul territorio russo, in particolare nella regione di Belgorod. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, centinaia e centinaia (forse migliaia) di cittadini russi sono entrati a far parte del Corpo Volontario Russo, un’organizzazione di estrema destra (il loro slogan è “Riprendiamoci la Russia”), e della Legione Libertà alla Russia, di sinistra. Entrambe le organizzazioni sono appassionatamente contrarie al regime criminale al potere e avvertono quanto ingiuste siano la guerra in Ucraina e le repressioni in corso in Russia.

In merito agli avvenimenti cui partecipano queste formazioni partigiane i media mondiali scrivono con preoccupazione, poiché sembra siano i primi segni di una guerra civile in Russia. Ed è questo il contesto in cui risuona l’appello dei media indipendenti russi e dell’organizzazione “Giornalisti senza Frontiere”, in cui si chiede alle Big Tech, Apple, Telegram, YouTube, Twitter, Microsoft, Google, Linkedin, Meta, per impedire al Cremlino di bloccare Youtube e Telegram in questo periodo che precede le elezioni presidenziali del 2024 nella Federazione Russa, blocco paventato fin dal prossimo autunno. Potrebbe essere l’estremo tentativo delle autorità russe di riprendere il controllo sulla situazione nel Paese. Con l’aiuto delle nuove tecnologie in cloud, le Big Tech potrebbero impedire questa nuova, contemporanea “cortina di ferro” tecnologica.

Il numero di Vita “La mia Russia” mira ad aiutare la società civile italiana e l’opinione pubblica ad aprire gli occhi su ciò che accade oggi davvero in Russia, poiché altrimenti sarà difficile conseguire una pace duratura in Europa. È chiaro che senza l’interazione tra la società civile e i media attualmente operanti fuori dalla Russia e, se possibile, anche all’interno della Russia, noi in Europa potremmo non accorgerci non solo della catastrofe già in corso, ma anche dei più gravi passi che potrebbe intraprendere il Cremlino nel prossimo futuro.

 

 

 

 

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