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Dopo Biden, Xi? Meloni si prepara a lasciare la Via della Seta

Pechino sarà una delle “prossime missioni”, ha spiegato la presidente del Consiglio dopo l’incontro alla Casa Bianca. Presto in Cina una delegazione della Farnesina e Tajani, per preparare il non rinnovo del memorandum e la visita di Mattarella

Durante l’incontro alla Casa Bianca, Joe Biden e Giorgia Meloni hanno parlato, come ampiamente anticipato, di Cina. E anche del nodo, che l’Italia ancora deve sciogliere, della Via della Seta. Ma senza nessuna pressione da parte del presidente degli Stati Uniti e delle sua amministrazione, ha assicurato la presidente del Consiglio. “Gli Stati Uniti non ci hanno mai posto la questione di cosa debba fare l’Italia”, ha spiegato in conferenza stampa all’ambasciata d’Italia a Washington sottolineando come la discussione sulla Cina abbia riguarda il più ampio confronto con l’Occidente.

Meloni ha anche confermato che una visita a Pechino rimane in agenda e sarà una delle “prossime missioni”. Ha ricordato gli inviti del leader Xi Jinping ma non ha parlato di date. In Cina sono invece attesi prossimamente una delegazione di funzionari della Farnesina e a settembre Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri.

Due visite pensate per trovare tempi e modi migliori per ufficializzare il mancato rinnovo del memorandum d’intesa sulla Via della Seta senza creare tensioni e per organizzare le visite di Meloni e di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica. Due temi connessi. Infatti, la visita del presidente Mattarella, prevista a inizio gennaio per i 700 anni dalla morte di Marco Polo, potrebbe avere un significato importante dopo la decisione sul memorandum, che va comunicata entro fine anno. Un’eventuale partecipazione di Meloni al forum sulla Via della Seta che si terrà entro a ottobre per festeggiare il decennale dal lancio dell’iniziativa sembra improbabile. Come già osservato su Formiche.net, un palcoscenico simile potrebbe soltanto causare imbarazzi all’Italia, specie se la decisione è quella di non rinnovare: partecipare e annunciare l’uscita sarebbe visto come uno sgarbo, di portata inferiore soltanto al partecipare, nicchiare e annunciare l’uscita in un secondo momento.

Con la dichiarazione congiunta firmata ieri alla Casa Bianca gli Stati Uniti e l’Italia hanno mandato un forte segnale a Pechino, impegnandosi “a rafforzare le consultazioni bilaterali e multilaterali sulle opportunità e le sfide poste dalla Repubblica Popolare Cinese”. Inoltre, hanno ribadito “l’importanza vitale di mantenere la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan, che è strumentale alla sicurezza e alla prosperità regionale e globale”. Il riferimento a Taiwan in un simile documento è una novità per l’Italia e si somma al fatto che “gli Stati Uniti accolgono con favore l’accresciuta presenza dell’Italia nella regione” indo pacifica.



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