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Così un’unità dello spionaggio russo si “occupa” degli stranieri

Si chiama Dkro e fa parte dell’Fsb. Nel mirino giornalisti e diplomatici. Tra i metodi di intimidazione utilizzati ci sono il pedinamento dei figli a scuola e la manomissione delle vetture. Tagliata la corrente all’ambasciatore Usa

C’è una piccola unità del controspionaggio russo che si “occupa” dei diplomatici stranieri in modi che spesso sono al limite tra spionaggio e persecuzione. Dal 2018 almeno tre cittadini statunitensi sarebbero stato arrestati in Russia grazie alle attività di questo gruppo. Tra le “vittime” ci sarebbe anche Evan Gershkovich, corrispondente da Mosca del Wall Street Journal, che da inizio anno è diventato il primo giornalista americano a essere detenuto in Russia con l’accusa di spionaggio dai tempi della Guerra fredda.

A rivelare l’esistenza di questa unità dell’Fsb, il servizio di sicurezza interna che ha raccolto l’eredità del Kgb di epoca sovietica, è proprio il Wall Street Journal, che ha fatto “dozzina di interviste” con diplomatici, cittadini precedentemente detenuti in Russia, analisi e giornalisti russi che oggi vivono all’estero. L’unità si chiama Dipartimento per le operazioni di controspionaggio, o Dkro. Riporta a Vladislav Menshchikov, capo del controspionaggio dell’Fsb. È responsabile del monitoraggio delle attività degli stranieri che vivono in Russia, anche diplomatici. E al suo interno è divisa in sotto-unità in base alla nazionalità degli obiettivi. La più prima e la più ampia è conosciuta come Dkro-1 e si occupa di americani e canadesi: le sue operazioni sono diventate ancora più intense negli ultimi tempi, complice il peggioramento delle relazioni tra Washington e Mosca dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Oltre a Gershkovich, il Dkro è stato responsabile delle operazioni che hanno portato agli arresti di altri due americani entrambi accusati di spionaggio: Paul Whelan, ex Marine, arrestato nel 2018 in Russia e condannato a 16 anni di carcere; e Trevor Reed ,arrestato nel 2019 dopo aver aggredito da ubriaco due agenti a Mosca e scambiato nell’aprile dell’anno scorso con il pilota russo Konstantin Yaroshenko, condannato a venti anni di carcere da un tribunale americano nel 2010 per traffico di cocaina.

Ma la principale attività del Dkro è, come detto, il monitoraggio delle attività di soggetti stranieri all’interno della Russia. Tra questi, giornalisti e diplomatici. Secondo il Wall Street Journal, molti degli obiettivi sono stati sottoposti a “campagne” di molestie e intimidazioni. Qualche esempio: figli dei diplomatici seguiti a scuola, microspie installate nelle abitazioni, veicoli diplomatici manomessi e persino la corrente tolta nella residenza dell’attuale ambasciatore degli Stati Uniti. Secondo il personale diplomatico americano, racconta ancora il giornale, gli agenti di polizia russi appostati lungo il perimetro dell’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca sono in realtà agenti del Dkro sotto copertura.

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