Il sistema del credito resta centrale nella capacità di investire sulla sicurezza del territorio, condizione necessaria per rilanciare l’economia e le comunità di un Paese chiamato a convivere con fiducia con le sue fragilità, i suoi rischi e le sue incertezze ambientali, sismiche e idrogeologiche. L’intervento di Guido Castelli, commissario straordinario del governo per la ricostruzione sisma 2016
All’assemblea dell’Ania e a quella dell’Abi è stato posto con forza il tema della relazione strettissima che esiste tra risorse finanziarie, imprese economiche e fragilità del territorio. Un quarto dei prestiti erogati alle imprese non finanziarie è rivolto ad aziende collocate in province ad alto rischio di calamità naturali. D’altronde il 95% dei Comuni italiani è esposto a rischi di frane, alluvioni o erosioni costiere (e il 40% delle abitazioni è costruito in aree a medio-alta sismicità).
La messa in sicurezza del territorio è una priorità nazionale. Gli interventi ex post sono sempre più difficili e più onerosi, di quanto si può fare ex ante. Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, all’assemblea dell’Abi ha ricordato che nel Pnrr ci sono previsioni di spesa per 1,25 miliardi di euro per operare interventi di prevenzione. E il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato all’assemblea dell’Ania ha sollecitato una necessaria sussidiarietà tra pubblico e privato per affrontare i problemi delle coperture assicurative di fronte alle crisi generate dai rischi catastrofali.
Le polizze assicurative attenuano il rischio di credito, ma non sempre l’accensione di queste coperture viene reso noto alle banche. Serve una maggiore integrazione delle informazioni, per generare una rete di protezione più efficace per le persone, le famiglie e le imprese.
Vale per tutta l’Italia, vale in particolare per le zone del Paese colpite dalle più recenti forme di catastrofi naturali. Vale oggi per l’Emilia Romagna, vale per i territori del cratere del sisma 2016, impegnati nella sfida della ricostruzione e della ripresa economica.
Il sistema del credito svolge un ruolo essenziale di cerniera in ogni passaggio del percorso di ricostruzione e di rigenerazione dei territori. Nelle aree colpite dal terremoto del 2016 ci sono 800 milioni di crediti da sbloccare per le procedure avviate con il superbonus del 110%. Una cifra vitale per il recupero delle attività normali e quotidiane delle famiglie. La struttura commissariale che l’onore di presiedere ha iniziato a trovare disponibilità e collaborazione stretta, in questo orizzonte. Pochi giorni fa abbiamo definito un accordo con Mps, per sbloccare un quarto di quella somma (cioè circa 200 milioni) che diventa linfa vitale per chi vuole tornare a vivere e operare nei 138 Comuni del cratere.
Un’altra partita essenziale che stiamo giocando con il sistema bancario riguarda la vicenda della sospensione dei mutui che, al tempo del sisma, gravavano sulle abitazioni dichiarate inagibili. Purtroppo, nel periodo post sisma non furono disposte misure idonee a risolvere il problema. Gli anni sono passati e il carico debitorio, per effetto delle sospensioni, sta crescendo. Va trovata una soluzione e auspico che il mondo del credito non si sottrarrà a queste sollecitazioni.
È necessaria una stretta collaborazione tra pubblico e privato, tra soggetti erogatori del credito e soggetti che offrono coperture assicurative, tra imprese e intermediari finanziari. Lo sforzo di chi è deputato a ricostruire e a rigenerare il patrimonio economico, sociale oltre che immobiliare è proteso a intercettare tutte le manifestazioni di buona volontà per favorire cittadini e aziende per far toccare con mano che il Paese è uno e solidale, sia che si tratti di Nord, Sud o Centro Italia, sia che si tratti di grandi centri urbani, sia che si tratti di periferie territoriali. L’Italia è una sola. E il sistema del credito è uno dei collanti essenziali per ritrovare e ribadire questa unione nazionale che può rilanciare le prospettive di crescita per tutto il Paese.
E il sistema del credito resta centrale nella capacità di investire sulla sicurezza del territorio, condizione necessaria per rilanciare l’economia e le comunità di un Paese chiamato a convivere con fiducia con le sue fragilità, i suoi rischi e le sue incertezze ambientali, sismiche e idrogeologiche.