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L’interrogazione di Borghi (Az-Iv) sul caso della diplomatica Elena Basile

Il senatore e membro del Copasir interviene sul caso dell’ex ambasciatrice in Svezia e Belgio che ha raccontato di aver firmato sotto pseudonimo articoli sul Fatto Quotidiano contro la narrazione atlantista. Nell’atto in Senato si chiede al ministro degli Esteri “quali iniziative intende adottare per (…) evitare che soggetti diplomatici utilizzino gli organi di stampa per veicolare ricostruzioni in aperto contrasto con gli indirizzi della Farnesina”

Enrico Borghi, senatore del gruppo Azione-ItaliaViva-RenewEurope e membro del Copasir, ha presentato un’interrogazione a risposta in commissione Esteri di Palazzo Madama sul caso della diplomatica Elena Basile.

L’ex ambasciatrice in Svezia (dal 2013 al 2017) e in Belgio (dal 2017 al 2021), attualmente in pensione dopo circa 40 anni di servizio culminato alle dipendenze del Direttore generale per gli Affari politici e di sicurezza con il ruolo di Coordinatrice per l’Agenda “Giovani, Pace e Sicurezza” delle Nazioni Unite, ha spiegato oggi tramite il proprio account Twitter, di avere scritto “molti articoli con pseudonimo” (Ipazia) sul giornale Il Fatto quotidiano. Articoli nei quali, scrive il senatore nell’atto parlamentare, la diplomatica (andata in pensione con il grado di ministero plenipotenziario), “si scaglia contro la ‘narrazione atlantista’ della crisi russo-ucraina, sminuendo la resistenza ucraina e adombrando un complottistico utilizzo e sostegno alla guerra in atto a fini speculativi, spesso ricorrendo ad argomentazioni anti-statunitensi per sdoganare il Presidente della Federazione russa” Vladimir Putin.

Si tratta di ricostruzioni, prosegue Borghi, che “si innestano a pieno titolo nella campagna di disinformazione condotta dalla Russia nel nostro Paese, col chiaro intento di legittimare la collocazione internazionale dell’Italia nella crisi in atto e destabilizzare il Paese”. Il senatore scrive poi che “il fatto che un alto funzionario statale, ganglio della nostra politica estera in vari paesi-chiave, sotto pseudonimo abbia attaccato apertamente il nostro Paese, il suo posizionamento e la sua politica appare estremamente grave e dimostra la capacità della Russia di diffondere la propria propaganda a tutti i livelli”.

Per questo motivo chiede al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, se “sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intende adottare per verificare eventuali responsabilità, ribadire la posizione del proprio dicastero ed evitare che soggetti diplomatici utilizzino gli organi di stampa per veicolare ricostruzioni in aperto contrasto con gli indirizzi della Farnesina”.



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