Una sfida che si inserisce nell’adeguarsi ai cambiamenti climatici in atto e soprattutto individuare quelle soluzioni scientifiche che possano limitarne i danni. Il commento di Raffaele Nevi, vice presidente vicario gruppo FI Camera, responsabile azzurro nazionale agricoltura
La difesa dell’agroalimentare Made in Italy questo governo ce l’ha nel suo Dna, al punto da cambiare il nome del ministero competente al momento in cui l’esecutivo si è insediato. Quel Sovranità alimentare che completa la dicitura del dicastero dell’Agricoltura non è una semplice forma letteraria, un vezzo ideologico o ispirato a chissà quale sovranismo, ma è pura sostanza. È una strada tracciata, sulla quale si muove tutta l’azione di governo. In questo caso in difesa, sostegno e valorizzazione delle nostre eccellenze alimentari, ma il concetto potrebbe essere esteso a tutte le produzioni che nascono e si sviluppano nel nostro Paese.
Circoscrivendo il ragionamento al mondo dell’agroalimentare, il governo e Forza Italia hanno chiaro il lavoro da svolgere per l’intera legislatura. I nostri prodotti sono universalmente noti nel mondo per la loro assoluta qualità e la dieta mediterranea, oltre ad essere un vanto italiano, è anche patrimonio Unesco. In passato agricoltori, allevatori, pescatori e tutti gli imprenditori del settore agricolo non hanno di certo avuto quella giusta attenzione che consentisse loro di sviluppare aziende e prodotti così da competere alla pari con altre nazioni. Con questo governo la musica è completamente cambiata, per noi l’agroalimentare, così come il turismo o il manifatturiero sono asset strategici della nostra economia.
Difendere, valorizzare, promuovere a livello internazionale le nostre eccellenze culinarie, i nostri vini e tutto ciò che Madre terra ci consegna, è un dovere morale e istituzionale. Una parte rilevante della ricchezza italiana passa attraverso i prodotti della tavola. Le misure che sono state messe in atto e altre che verranno inserite, sono tutte improntate a dare sostegno economico e agevolazioni burocratiche a chi vuole fare impresa agricola e, a maggior ragione, a chi è da decenni in prima linea. Ed è costante l’impegno dell’esecutivo nel respingere i ciclici attacchi che arrivano, purtroppo, anche dall’Europa, ai nostri prodotti.
Pensiamo ad esempio alle carni rosse, ai salumi, oppure ai nostri vini che negli ultimi mesi sono finiti nel mirino dell’Irlanda, Paese che ha da poche settimane introdotto le etichette sanitarie in cui si racconta che il vino può essere causa di gravi malattie. Senza fare alcuna distinzione tra uso moderato e abuso. Un precedente pericoloso che introduce a livello europeo una autentica falsità, perché è accertato dalla medicina ufficiale che un buon calice di vino fa bene alla salute se bevuto con moderazione e consapevolezza.
Ma il lavoro che si sta portando avanti è anche improntato alla modernità. Dopo anni di battaglie, e dopo la recente approvazione della nostra legge per la liberalizzazione della sperimentazione in campo delle piante selezionate con le nuove tecnologie di evoluzione assistita, recentemente anche la Commissione europea si è mossa nella direzione da noi auspicata. E questo è avvenuto grazie alla spinta politica di FI, del ministro degli Esteri Antonio Tajani e di tutto il nostro gruppo parlamentare a Bruxelles, tanto che siamo riusciti nell’impresa di far capire alla Commissione europea l’importanza di separare i vecchi Ogm dalle nuove tecnologie che ci consentiranno di avere a disposizione piante più resistenti alla siccità e ai parassiti, e quindi, consentire agli agricoltori di aumentare le produzioni e il loro reddito.
Una sfida che si inserisce nell’adeguarsi ai cambiamenti climatici in atto e soprattutto individuare quelle soluzioni scientifiche che possano limitarne i danni. Il lavoro da svolgere è sicuramente ancora molto, ma Forza Italia e il governo sono determinati come mai nel dare all’agroalimentare italiano il sostegno necessario perché possa essere sempre più ambasciatore del nostro Made in Italy.