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Pechino prova a sfruttare le scorie di Fukushima per dividere Tokyo e Seul

Stop all’import di cibo da dieci prefetture giapponesi per motivi di sicurezza: la mossa cinese pensata per mettere pressione su Kishida. Ma la risposta sudcoreana è netta e conferma una relazione trilaterale, con gli Stati Uniti, sempre più forte

La Cina ha annunciato lo stop all’import di cibo da dieci prefetture giapponesi per motivi di sicurezza, in connessione al piano di rilascio in mare delle acque trattate dell’impianto nucleare di Fukushima, come definito dal governo giapponese di Fumio Kishida. Una mossa con cui Pechino tenta di alzare la pressione su Tokyo ma anche su Seul. Tuttavia, la Corea del Sud ha annunciato di rispettare il parere favorevole espresso dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, schierandosi al fianco del Giappone e contro i tentativi cinesi.

LA MOSSA DI PECHINO

La Cina è il più grande acquirente di prodotti ittici del Giappone. Esaminerà rigorosamente anche i documenti sul cibo, in particolare quelli marini, provenienti da altre parti del Giappone, hanno riferito le Dogane cinesi, secondo cui saranno rafforzati rilevamento e monitoraggio delle sostanze radioattive per garantire la sicurezza del cibo importato dal Giappone.

LE TENSIONI CON TOKYO

La mossa, destinata a far aumentare le tensioni tra Pechino e Tokyo, punta ad impedire l’esportazione di cibo giapponese contaminato in Cina per proteggere la sicurezza alimentare dei consumatori locali: per settimane Pechino ha espresso pubblicamente una forte opposizione al piano del governo nipponico di scaricare in mare l’acqua radioattiva trattata della centrale nucleare di Fukushima usata per raffreddare i reattori gravemente danneggiati dallo tsunami di marzo 2011.

LE CRITICHE ALL’AIEA

L’Aiea ha dato in settimana a Tokyo il via libera per iniziare a scaricare più di un milione di tonnellate di acqua accumulata in centinaia di enormi serbatoi. Sulla base dei dati analizzati, l’agenzia ha concluso che il riversamento in mare delle acque trattate avrebbe effetti radiologici trascurabili sulle persone e sull’ambiente. Il rapporto diffuso è il risultato di quasi due anni di lavoro condotti da una task force composta da specialisti di alto livello all’interno dell’agenzia, assistiti da esperti di sicurezza nucleare riconosciuti a livello internazionale e provenienti da undici Paesi. Ma le Dogane cinesi hanno affermato che il rapporto dell’agenzia delle Nazioni Unite “non riflette pienamente” le opinioni di tutti gli esperti coinvolti nel processo di valutazione e le conclusioni non sono state approvate all’unanimità dagli stessi scienziati.

LA SCELTA DI SEUL

Il governo della Corea del Sud ha annunciato oggi che “rispetta” il parere favorevole espresso dall’Aiea in merito al piano del Giappone per lo scarico dell’acqua decontaminata di Fukushima nell’Oceano Pacifico. La Corea del Sud ha annunciato di aver concluso a sua volta una revisione del piano giapponese, sulla base delle informazioni condivise dall’Aiea e di una serie di ispezioni effettuate a Fukushima da esperti sudcoreani il mese scorso. Bang Moon-kyu, ministro di Stato dell’Ufficio coreano per il coordinamento delle politiche governative, ha annunciato che “la concentrazione di materiale radioattivo rispetta gli standard per lo scarico nell’oceano. Il piano soddisfa pertanto gli standard internazionali, inclusi quelli dell’Aiea”.

IL COMMENTO DI WILDER

“Pechino ha lavorato duramente per trovare il modo di dividere la sempre più efficace relazione trilaterale” tra Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, “quindi non sarebbe una sorpresa se cercasse di sfruttare questo problema tentando di spaventare l’opinione pubblica in Corea del Sud e altrove nella regione”, aveva spiegato Dennis Wilder, già direttore Affari dell’Asia orientale al Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca sotto l’amministrazione di George W. Bush. Energia e scorie nucleari “sono questioni molto sentite, ed è facile fuorviare il pubblico con la disinformazione anche se un’organizzazione internazionale credibile come l’Aiea ha dichiarato che l’attività è sicura”, aveva aggiunto.



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