Il confronto a Palazzo Ferrajoli, nuovo capitolo del ciclo “Giocare da grandi” organizzato da Formiche. Un’analisi sull’approccio degli italiani a questa componente, accompagnata da un dibattito tra politica ed esperti
Si è svolto a Roma, presso Palazzo Ferrajoli, il convegno “Giocare da grandi – le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico 2020-2023”, realizzato da Formiche con la partecipazione di SWG e IGT. Nel corso dell’incontro moderato dal direttore di Formiche.net Giorgio Rutelli, che ha messo a confronto le associazioni di categoria e la politica, si è fatto il punto sull’andamento di un settore molto diffuso, ma al contempo oggetto di discussioni.
L’apertura dei lavori è stata affidata a Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG, che ha presentato i risultati dell’analisi condotta in collaborazione con IGT sul rapporto degli italiani con il gioco e, complessivamente, il gaming. “Emerge un quadro di un’Italia molto prudente, poco propensa a gettarsi nel gioco e nell’investimento a rischio – spiega – Si cerca più un guadagno certo che una grande vincita o una grande possibilità”. Da un punto di vista culturale, infatti, c’è sempre cautela nel rapportarsi al mondo del gioco, anche alla luce dei casi di ludopatia. Lo stesso Grassi sottolinea come ci sia “coscienza della problematicità del gioco patologico”, ma al contempo questo può portare a una cancellazione degli “aspetti ludici dell’attività.
Servirebbe un equilibrio all’interno di un settore che, tra l’altro, deve far fronte anche a movimenti di illegalità. Su questi aspetti si è concentrata la tavola rotonda con i rappresentanti del mondo politico nel convegno a Palazzo Ferraioli. Elena Murelli, senatrice e componente della 10° Commissione Affari sociali del Senato, ha voluto porre l’accento su come si muove l’Italia a riguardo: “Il modello italiano tutela sia il concessionario che il giocatore. Sono temi importanti. Possono portare introiti per il giocatore e per l’erario dello stato, ma sono delle tematiche che vanno monitorate per garantire la sicurezza della persona”. Dello stesso avviso anche Raffaele Nevi, deputato e componente della XIII Commissione Agricoltura della Camera, il quale conferma che il suo partito è sempre stato “favorevole al gioco lecito”, evidenziando tuttavia la necessità di “investire in tutto ciò che riguarda l’educazione alla prevenzione”. “Bisogna lottare contro la ludopatia – spiega – Ma allo stesso tempo contrastare il fenomeno del gioco illegale, che rischia di provocare un danno doppio”.
Appello alla legalità che arriva anche da Massimiliano Annetta del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi. “Deve esserci compartecipazione di tutti per garantire la legalità – ha affermato nel corso del suo intervento – A volta vengo messe delle norme che in realtà si rivelano una vera e propria piaga, come ad esempio le norme sul distanziamento e delle fasce orarie che sono vessatorie e non risolvono il problema”.
La lotta alla ludopatia, infatti, non deve sfociare nel proibizionismo. Un tema portato avanti da Andrea De Bertoldi, deputato e componente della VI Commissione Finanze della Camera, il cui intervento ha concluso la prima tavola rotonda del convegno. “Un sistema legalizzato e controllato, con l’imprenditore del gioco che è corresponsabilizzato, si può controllare meglio la degenerazione – ha detto a margine – Una regolarizzazione puntuale può dare quei risultati che il proibizionismo non ha mai dato”.
Gli studi sull’approccio al mondo del gioco e del gaming evidenziano anche una poca conoscenza di tutto ciò che gravita attorno a questo mondo. Secondo Laura D’Angeli, componente del “Gruppo ricerche diritti e salute del giocatore-consumatore” presso l’Università di Roma Tor Vergata, la scarsa propensione degli italiani a fronteggiare la novità, influisce. “Dobbiamo prima di tutto fare cultura – afferma – Fare in modo che l’innovazione, dal mondo digitale all’intelligenza artificiale, possa essere vicino alle persone. In questo modo si aiuta anche il mondo del gioco, nei confronti del quale, altrimenti, vi è sempre una certa ritrosia”.
Andrea Bizzarri, dirigente dell’ufficio scommesse e dirigente ad interim dell’ufficio gioco a distanza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, vede nella riforma del settore giochi, della quale si parlerà nella delega fiscale giunta in Parlamento, una grande sfida. “Dobbiamo cercare di vincerla, avviando delle iniziative importanti. Bisogna lavorare per contrastare le forme illegali di gioco e ancora c’è molto da fare. Le cose rispetto a qualche anno fa sono sicuramente cambiate, ma il lavoro è molto”, afferma.
Sarà cruciale osservare l’evoluzione nei prossimi mesi. La ‘maturazione’ del sistema Italia nel rapporto con il gioco, in tutte le categorie che vi gravitano attorno. “Attualmente vi è una regolamentazione bizzarra – evidenzia Emilio Zamparelli, presidente del Sindacato dei Totoricevitori – Bisogna iniziare a ragionare in maniera diversa. L’attenzione verso il consumatore c’è. L’operatore legale ha a cuore la salute del proprio cliente. Io credo che proprio l’operatore legale possa essere in prima linea contro il gioco patologico”.