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Accordo sul grano e attacchi russi nel Mar Nero. La riunione del nuovo Consiglio Nato-Ucraina

Di Aldo Carano

Il Consiglio Nato-Ucraina, riunitosi a livello ambasciatoriale, alla presenza di un delegato svedese e del vice primo ministro ucraino Oleksandr Kubrakov, ha fermamente condannato il ritiro russo dall’accordo sul grano. Ma bombardamenti e attacchi che coinvolgono anche Romania e Bulgaria dimostrano come sia impossibile garantire la tutela dei Paesi Nato senza sostenere la difesa ucraina

Nella giornata del 26 luglio si è tenuta la seconda riunione del Consiglio Nato-Ucraina, dopo la sessione inaugurale dell’11 luglio, nel corso del Vertice di Vilnius. Nel corso del Summit, i leader avevano approvato una strategia di sostegno all’Ucraina articolata in tre punti: la creazione di un consiglio Nato-Ucraina, l’elaborazione di un programma pluriennale alle forze armate di Kyiv, e l’impegno a garantire al Paese, in futuro, l’ingresso dell’Alleanza Atlantica. Il ritiro unilaterale della Russia dalla Black Sea Grain Initiative dello scorso 17 luglio, assieme agli attacchi ai convogli e ai depositi di grano e porti ucraini sul Mar Nero da parte di Mosca, avevano spinto il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a chiedere una convocazione del Consiglio. Gli aggiornamenti da parte dell’intelligence britannica di giovedì avevano confermato le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza del Mar Nero. Secondo Londra, la Flotta Russa del Mar Nero “avrebbe alterato la propria postura” dopo la fine dell’accordo sul grano. La corvetta Sergei Kotov è già schierata sulla rotta tra il Bosforo e Odessa. Mosca starebbe valutando “un blocco navale” e, potenzialmente, la tensione e la violenza nell’area potrebbero crescere.

Il Consiglio Nato-Ucraina, riunitosi a livello ambasciatoriale, alla presenza di un delegato svedese e del vice primo ministro ucraino Oleksandr Kubrakov, ha fermamente condannato il ritiro russo dall’accordo sul grano, così come il tentativo di bloccare l’export di grano e cereali ucraini “da cui dipendono centinaia di milioni di persone”. Nonostante la narrativa di Mosca cerchi di minimizzare il contributo dell’accordo ai Paesi del Sud globale, la Nato sottolinea quanto siano proprio i popoli più vulnerabili a patire le scelte di Mosca. Quella in corso altra non è che una food (e hunger) weaponization, come precedentemente sottolineato dal capo del World Food Program (Wfp) David Beasley. e dal Segretario Generale dell’Onu Antonio Guterres. La Nato ha incoraggiato gli sforzi di mediazione da parte della Turchia di Erdogan, così come di altri Paesi dell’area quali Romania e Bulgaria e, più in generale, di Ue e Onu.

Tra gli attacchi missilistici russi alle città portuali sul Mar Nero, la Nato menziona quello ai danni Odessa, in cui è stata gravemente danneggiata la Cattedrale della Trasfigurazione, patrimonio dell’Unesco. Per l’Alleanza si tratta di un’altra azione di “terrorismo missilistico” da parte della Russia.

Ma le tensioni nel Mar Nero non hanno un impatto solo sull’Ucraina. Sotto pressione è il versante balcanico del Fianco Est Nato, vale a dire Romania e Bulgaria. Nella notte del 24 luglio, la Russia ha lanciato un attacco con droni kamikaze Shaed-136 di fabbricazione iraniana contro i porti di Izmail e Reni, nell’oblast di Odessa, ad appena 200 metri dal confine con la Romania, suscitando le proteste del presidente romeno Klaus Iohannis. Lo sconfinamento della zona di preavviso russa nella Zona Economica Esclusiva della Bulgaria è altrettanto preoccupante. A tali atti la Nato ha deciso di rispondere con un ulteriore rafforzamento del pattugliamento aereo, navale e di droni nel Mar Nero. Tali misure andranno a potenziare sorveglianza e riconoscimento dello spazio aereo e navale dei membri dell’Alleanza.

Tutto il Fianco Est è già interessato da un pattugliamento aereo rafforzato dal marzo 2022, su decisione del Comando Supremo Nato. Se prima dell’aggressione russa all’Ucraina, la presenza dell’Alleanza in Romania e Bulgaria era limitata (diversamente dal Baltico e dalla Polonia), l’inizio della guerra ha richiesto un cambio di paradigma. il Concetto Strategico del 2022 ha riconosciuto il Mar Nero come “strategico” per la sicurezza dell’Alleanza. Francia e Italia hanno preso il comando dei battaglioni multinazionali Nato (rispettivamente in Romania e in Bulgaria) rafforzati dal passaggio dalla Enhanced Forward Presence alla Forward Defence.

Tuttavia gli eventi in corso dimostrano come il Mar Nero sia ormai uno scenario di crisi sempre più urgente e quanto la sicurezza della Nato sia legata a quella dell’Ucraina. È ormai impossibile garantire ogni “centimetro di suolo alleato” senza offrire un supporto all’autodifesa di Kyiv.

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