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Chi è Harry Coker, scelto da Biden come cyber zar

L’ex alto funzionario di Cia e Nsa è indicato come direttore per la cybersicurezza nazionale. Se confermato dal Senato, dovrà guidare l’attuazione della nuova strategia nazionale

Il presidente statunitense Joe Biden ha scelto Harry Coker, ex alto funzionario di Cia e Nsa, come prossimo direttore per la cybersicurezza nazionale. Lo ha comunicato la Casa Bianca in una nota sulle nuove nomine del presidente, che includono quella di Derek Chollet, oggi consigliere del dipartimento di Stato, a sottosegretario per la politica al Pentagono. Se confermato, Coker prenderà il timone dell’ufficio istituto alla Casa Bianca da Kemba Walden, che ha assunto l’interim dopo le dimissioni di metà febbraio di Chris Inglis, primo a svolgere tale incarico alla Casa Bianca.

Coker è stato per due decenni nella Marina e il suo ultimo incarico è stato quello di direttore esecutivo della National Security Agency, lasciato nel 2019. Prima è stato alla Central Intelligence Agency, a capo dell’open source enterprise. Attualmente è senior fellow presso l’Auburn’s McCrary Institute for Cyber and Critical Infrastructure Security.

Il deputato repubblicano Mike Gallagher e il senatore indipendente Angus King, co-presidenti della Cyberspace Solarium Commission, si sono detti “sollevati” per la scelta di un nuovo direttore e hanno “sostenuto con forza” Coker, “una scelta naturale” per quell’incarico.

La priorità del direttore è guidare l’attuazione della Strategia nazionale di cybersicurezza della Casa Bianca, documento di 35 pagine pubblicato a marzo. Parlando con i giornalisti, Walden aveva dichiarato che la strategia “reimmagina fondamentalmente il contratto sociale dell’America in materia cyber”, in quanto l’amministrazione Biden cerca di “riequilibrare la responsabilità della gestione del rischio informatico su coloro che sono maggiormente in grado di sostenerlo”. “Chiediamo ai singoli, alle piccole imprese e ai governi locali di assumersi un onere significativo per la difesa di tutti noi”, aveva aggiunto. “Questo non è solo ingiusto, ma anche inefficace. Gli attori più grandi, più capaci e meglio posizionati del nostro ecosistema digitale possono e devono assumersi una parte maggiore dell’onere di gestire il rischio informatico e di tenerci tutti al sicuro”.

Cogliere quali siano le principali tendenze evolutive della strategia americana appare “di importanza cardinale, non solo per posizionarci nella scia del nostro più importante alleato, ma anche per cogliere quelle che potrebbero essere per il nostro Paese alcune delle priorità politiche in questo settore”, aveva commentato l’avvocato Stefano Mele, partner e responsabile del dipartimento cybersecurity law dello studio legale Gianni & Origoni, a Formiche.net.

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