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La fissa di Musk per la “X” spiegata nella biografia (ancora inedita) di Isaacson

Mentre il miliardario cambia nome e logo di Twitter in “X”, il biografo di Steve Jobs e Galileo svela alcuni estratti del libro che uscirà a settembre, e che spiegano da dove arriva la fissa per una “super-app” che includa tutti i servizi più comuni. Per due anni, lo scrittore ha seguito l’impreditore in riunioni e viaggi, ha camminato con lui nelle fabbriche e ha trascorso ore a intervistare famiglia, amici, colleghi e avversari

Uscirà il 12 settembre ed è destinato ad essere uno dei best seller dell’anno. La biografia di Elon Musk scritta da Walter Isaacson fa parlare anche prima di arrivare sugli scaffali. Una storia “sorprendentemente intima dell’innovatore più affascinante e controverso della nostra epoca”, da quanto si legge nella preview della quarta di copertina, raccontata dall’autore di Steve Jobs e di altre biografie di successo.

Per Isaacson Musk è un “visionario che infrange le regole”, ma che nonostante le sue eccentricità ha senza dubbio contribuito a guidare alla trasformazione del mondo. E non solo in un unico settore, perché la visione futurista di Musk va dai veicoli elettrici, all’esplorazione privata dello Spazio e dell’intelligenza artificiale, fino ai social network con l’acquisizione della piattaforma Twitter e la sua mutazione (qui l’articolo di Formiche.net).

“Quando Elon Musk era un bambino in Sud Africa, veniva regolarmente picchiato dai bulli – si legge nel libro -. Un giorno un gruppo lo ha spinto giù da alcuni gradini di cemento e lo ha preso a calci finché la sua faccia non è diventata una palla di carne gonfia. È stato in ospedale per una settimana. Ma le cicatrici fisiche erano minori rispetto a quelle emotive inflitte da suo padre, un ingegnere, canaglia e fantasista carismatico”.

Alcuni estratti del libro, in preordine su Amazon, sono già disponibili. Su Twitter, Isaacson ha scritto alcuni passaggi rilevanti nelle ore in cui il miliardario ha cambiato il nome (e il logo) di Twitter e lo ha trasformato in “X”, come da progetto di “super-app” che ha in cantiere da parecchio tempo. Con la precisione, da 24 anni: “Quando suo cugino Peter Rive venne a trovarlo all’inizio del 1999, trovò Musk che studiava i libri sul sistema bancario. ‘Sto cercando di pensare a cosa iniziare dopo’, ha spiegato. La sua esperienza alla Scotiabank lo aveva convinto che il settore era maturo per la rivoluzione. Così, nel marzo 1999, ha fondato http://X.com”.

L’idea che ha fatto nascere il progetto, che vuole unire in un’unica applicazione social network, messaggi, pagamenti, e ovviamente un chatbot tipo Gpt-4 (vedi alla voce X.AI) è sempre quella che un tempo era limitata all’ambito finanziario. Continua Isaacson: “Un negozio unico per tutte le esigenze: banche, acquisti digitali, assegni, carte di credito, investimenti e prestiti. Le transazioni verrebbero gestite istantaneamente, senza attendere l’ok ai pagamenti. La sua intuizione era che il denaro è semplicemente una voce in un database e voleva escogitare un modo in cui tutte le transazioni fossero registrate in modo sicuro in tempo reale. ‘Se risolvi tutti i motivi per cui un consumatore preleva denaro dal sistema’, dice, ‘allora sarà il luogo in cui si trovano tutti i soldi, e questo la renderebbe un’azienda multimiliardaria’”.

Una delle tattiche di gestione di Musk è quella di fissare una scadenza folle e spingere i colleghi a rispettarla. Secondo Isaacson, l’ha fatto nell’autunno del 1999 annunciando, in quella che un ingegnere ha definito ‘una mossa del cazzo’, che X.com sarebbe stato lanciato al pubblico nel fine settimana del Ringraziamento. Nelle settimane precedenti, Musk si aggirava per l’ufficio ogni giorno, compreso il giorno stesso della festa, in una frenesia nervosa, e dormiva sotto la sua scrivania quasi tutte le sere. Uno degli ingegneri che è tornato a casa alle 2 del mattino del Ringraziamento ha ricevuto una telefonata da Musk alle 11:00 che gli chiedeva di tornare perché un altro ingegnere aveva lavorato tutta la notte e ‘non funzionava più con i propulsori a pieno regime’. Tale comportamento ha prodotto drammi e risentimenti, ma anche successo. Quando il prodotto è stato lanciato quel fine settimana, tutti i dipendenti hanno marciato verso un bancomat vicino, dove Musk ha inserito una carta di debito X.com. I soldi sono usciti e la squadra ha festeggiato”.

L’impatto del padre sulla psiche di Musk è rimasto. “Si è trasformato in un uomo-bambino duro ma vulnerabile, incline a improvvisi sbalzi d’umore alla Jekyll e Hyde, con una tolleranza al rischio estremamente elevata, un desiderio di dramma, un senso epico della missione e un’intensità maniacale che era insensibile e a volte distruttiva”, si legge nel libro.

Per due anni, Isaacson ha seguito Musk in riunioni e viaggi, ha camminato con lui nelle fabbriche e ha trascorso ore a intervistare lui, la sua famiglia, amici, colleghi e avversari: “Il risultato è una storia interna rivelatrice, piena di incredibili storie di trionfi e turbolenze, che risponde alla domanda: i demoni che guidano Musk sono anche ciò che serve per guidare l’innovazione e il progresso?”

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