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Reato di negazionismo climatico, l’effetto boomerang sui social

Domenico Giordano, Arcadia, analizza la proposta di reato messa sul tavolo da Angelo Bonelli attraverso il sentiment sui social, l’atteggiamento in rete da parte di chi decide di commentare un termine preciso

È passata una settimana dalla proposta di legge che il deputato e co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli ha annunciato di voler presentare per introdurre il reato di negazionismo climatico, perché “i negazionisti fanno più male della grandine e del caldo messi insieme”. E dopo sette giorni, il bilancio non è proprio dei migliori. Più rosso che verde!

Certo, l’idea-provocazione di Bonelli è stata pensata anche per strappare alle altre narrazioni dominanti spazi e opportunità e provare così ad allargare la propria nicchia mediatica che negli ultimi mesi si è notevolmente ristretta, a causa delle incursioni degli eco-vandali di Ultima Generazione che si sono guadagnati la ribalta televisiva e della Rete. Un abbozzo di questa strategia, del resto, era già emerso con l’esibizione in Parlamento dei sassi prelevati dal fiume Po in secca ed esibiti al cospetto della premier Meloni o con le dichiarazioni rilasciate nei giorni in cui diversi comuni dell’Emilia venivano devastati dalle alluvioni di maggio.

Per comprendere appieno l’effetto boomerang della proposta di reato messa sul tavolo da Bonelli abbiamo censito innanzi tutto il sentiment, quindi l’atteggiamento in rete da parte di chi decide di commentare un termine preciso, comparando quello del mese di giugno con il sentiment ottenuto dall’esponente di Alleanza Verdi e Sinistra a luglio.

A fronte di una crescita delle menzioni, quasi raddoppiate, il mood positivo legato al nome di Angelo Bonelli è precipitato dal 24%, nel periodo 1° – 30 giugno 2023, al 9%, nel periodo 1° – 26 luglio, con una perdita secca del 15%. Se poi guardiamo anche al sentiment negativo, il dato mostra una forbice ancora più ampia in quanto la percentuale sale dal 65% all’83%.

Se osserviamo poi le due torte dell’engagement tra giugno e luglio, che ci rivelano la profondità delle discussioni digitali ovvero quanto una singola keyword abbiamo attivato commenti e reazioni diverse sui social e in rete, il confronto è lapalissiano. Nello scorso mese, infatti, i due termini non raggiungevano assieme le 650 menzioni che a loro volta sono riuscite a raccogliere complessivamente poco meno di 49 mila interazioni. Un bottino alquanto esiguo per chi vorrebbe dare voce e rappresentanza all’ambientalismo in Italia. Mentre a luglio, il pallottoliere delle menzioni segna un totale, fino a oggi sia chiaro, di poco più di 1.700 che hanno però allargato la nuvola del coinvolgimento digitale da 49 mila a poco meno di 121 mila reaction totali. Il guadagno effettivo è considerevole ma pagato a caro prezzo da Bonelli per due motivi di fondo. Il primo perché una perdita di sentiment positivo determina comunque un’erosione di credibilità del leader politico coinvolto e in secondo luogo, perché il dibattito è partito da Bonelli, ma poi il tema del negazionismo l’ha messo in un cono d’ombra. Infatti, i due terzi delle discussioni non riguardano e non coinvolgono il suo fautore bensì il dibattito sul negazionismo tout court.



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