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Il ruolo sociale delle banche come attori del cambiamento. Il discorso di Orcel

Di Andrea Orcel

Pubblichiamo il discorso pronunciato dall’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, nel corso di un incontro organizzato a Roma dalla banca per parlare insieme ad alte figure istituzionali di “Pandemia, guerra e crisi socioeconomica: quali impatti e prospettive per i giovani e lo sviluppo economico in Italia”

Buon pomeriggio a tutti e grazie per essere qui oggi. È stato un vero privilegio ascoltare i nostri relatori. Molti dei temi toccati durante la loro discussione fanno diretto riferimento alle responsabilità e alle priorità di UniCredit.
Le persone in questa sala ricoprono ruoli professionali e sociali molto diversi fra loro: ci sono politici, imprenditori e leader di organizzazioni no-profit.

Come esponenti della società civile, la vostra responsabilità per il futuro del nostro Paese deve essere chiara e riconosciuta.
Le decisioni che prenderete, le politiche che metterete in atto e i cambiamenti che porterete avanti, avranno un impatto sulla prossima generazione di italiani e sul futuro dell’Italia.
Gli ultimi anni saranno ricordati per la pandemia, la guerra in Ucraina, l’emergere di profonde fratture nel mondo in cui viviamo e di nuovi paradigmi e valori alla base del modo di operare delle aziende, tutti fattori che ci hanno condotto al complesso quadro geopolitico ed economico in cui ci troviamo – sono tempi difficili e incerti. Le azioni che avete messo in campo finora in risposta a questo contesto hanno fatto sì che l’Italia sia stata alla guida della ripresa economica dell’Europa, dimostrando ciò che siamo capaci di fare come Paese. Il vostro impegno nel lungo periodo determinerà se potremo continuare a farlo. Facciamo in modo che il potenziale del nostro Paese si trasformi in un progresso reale e tangibile!

Ovviamente si tratta di una grande responsabilità. Ed è una responsabilità che vi siete assunti da soli per troppo tempo.
Le imprese, con le loro persone, le loro risorse e le loro reti, si trovano in una posizione unica per sostenere la ripresa dell’Italia e dell’intero continente. Ecco perché è così importante che condividano quest’onere. Vogliamo che le nostre aziende abbiano successo da un punto di vista finanziario, certo, è una parte importante di ciò che ci consentirà di prosperare in futuro. Finora ci siamo fermati solo a questo obiettivo, che però non solo è moralmente sbagliato, ma è anche uno spreco rispetto all’incredibile potenziale e impatto che organizzazioni come UniCredit possono avere sulla società. Di più, sono convinto che l’uno, senza l’altro, non sia sostenibile nel tempo.
Possiamo e dobbiamo fare meglio.

Oggi sono qui per raccontarvi perché ritengo che le imprese debbano assumersi la responsabilità del loro impatto sociale in modo bilanciato con gli interessi delle nostre persone e azionisti e cosa sta facendo UniCredit nel dare l’esempio.
Tutte le aziende sono legate ai propri clienti, ma noi come banca lo siamo molto più di altre. Ricordiamo che in origine le banche sono state create per sostenere il progresso delle persone e delle comunità. Le prime istituzioni finanziarie fungevano da depositi di valuta per consentire il flusso degli scambi commerciali. Anche se siamo lontani da quel momento storico, lo scopo delle banche rimane lo stesso: creare e supportare comunità prospere, aiutando le persone e le imprese a progredire e ad avere successo.

Se facciamo bene il nostro lavoro, possiamo rimanere al fianco dei nostri clienti in ogni fase del loro percorso: dal primo conto in banca, alla loro educazione, alla prima casa, al prestito per avviare l’attività che sognavano, fino a sostenere la crescita delle loro vite e delle loro imprese. In questo modo, non ci limitiamo a fornire assistenza finanziaria, ma promuoviamo la mobilità sociale, aspetto fondamentale per un futuro più equo e una prosperità duratura.

Questa posizione ci offre anche un enorme privilegio, unito a grandi possibilità e responsabilità. Abbiamo tutte le carte in regola per sostenere i nostri clienti e le loro comunità nell’evoluzione verso una società più sostenibile, inclusiva e giusta nel lungo periodo. Questo non è solo giusto ma anche un ottimo investimento nel futuro del nostro business.
I tre pilastri dell’ESG sono parte integrante del nostro lavoro, e in particolare quello che riguarda la società i cui viviamo.
Nell’ultimo anno abbiamo potenziato la nostra strategia sociale, intensificando le nostre iniziative e perseguendo obiettivi strategici mirati a portare benefici alle nostre comunità e alle persone che ci vivono e ci lavorano. In UniCredit siamo già andati molto oltre a quanto ci è stato chiesto, soprattutto per quanto riguarda il nostro supporto alla concessione dei mutui e alla politica di remunerazione dei nostri colleghi.

Questo, d’altronde, è il modo in cui il nostro business dovrebbe operare per definizione – ovvero non solo agire in virtù di quanto richiesto ma “a prescindere”, in maniera proattiva, e sulla base di ciò che è giusto “fare”.
Questi obiettivi includono la promozione dell’inclusione e della prosperità finanziaria di individui e aziende più deboli, la garanzia di un progresso sostenibile per le comunità – con particolare attenzione ai giovani e all’istruzione – e la protezione delle categorie più a rischio di essere colpite negativamente dalla transizione verde.

Ma andiamo oltre la strategia. Quello che facciamo corrisponde a quello che diciamo. Dal 2017 alla fine dell’anno scorso abbiamo approvato più di 7.800 microcrediti e più di 290 progetti di impact financing, e siamo orgogliosi di poter dire che l’anno scorso abbiamo erogato circa 4,8 miliardi di euro di finanziamenti sociali in tutto il Gruppo. Tuttavia, sappiamo che possiamo e dobbiamo fare molto di più. Per questo motivo stiamo aumentando il nostro impegno in finanziamenti sociali da 1 a 10 miliardi di euro. Questo ci permetterà di continuare a sostenere le start-up, attraverso il nostro programma Start-up Academy, che nell’ultima edizione ci ha permesso di supportare 690 progetti d’impresa nel nostro StartLab, di cui quasi il 50% erano condotti da giovani sotto i 35 anni (3% da meno di 24 anni; 45% da 24-35 anni; 28% tra i 36 e i 45 anni; 24% oltre i 45 anni).

O, ancora, ci permetterà di espandere le nostre attività nell’ambito dell’inclusione e dell’educazione in senso più ampio, focalizzandoci sull’alfabetizzazione finanziaria e sull’empowerment delle donne.
Inoltre, attraverso UniCredit Foundation stiamo portando avanti iniziative volte a liberare il potenziale delle prossime generazioni europee. Queste rappresentano il futuro che vogliamo costruire per l’Europa e non solo, pertanto è nostra responsabilità garantire che le nostre ragazze e i nostri ragazzi abbiano le conoscenze, le competenze e le risorse necessarie per crescere con successo.
In questo momento, la nostra fondazione è impegnata a combattere l’abbandono scolastico, incoraggiare la frequenza universitaria, promuovere lo studio e la ricerca, e migliorare le possibilità di occupazione dei giovani.

Per raggiungere questi obiettivi, UniCredit Foundation ha lanciato una partnership con Junior Achievement Europe tramite cui la Fondazione investirà 6,5 milioni di euro in un programma triennale chiamato “Re-power your future”, destinato a prevenire la dispersione scolastica precoce in 10 Paesi del perimetro UniCredit: Austria, Bulgaria, Germania, Italia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.

Il programma fornirà ai partecipanti le conoscenze, le competenze e le motivazioni necessarie per seguire e realizzare le proprie aspirazioni future. Attraverso questa nuova partnership, UniCredit Foundation e JA Europe intendono raggiungere oltre 400.000 studenti in Europa, conferendo loro maggiore autonomia grazie al potere trasformativo dell’apprendimento.
In aggiunta a queste iniziative, la Fondazione ha anche lavorato per offrire a studenti meritevoli borse di studio che possano essere delle rampe di lancio per le loro carriere e le loro vite. Inoltre, abbiamo finanziato sia borse di ricerca in tutta Europa per aumentare le competenze in economia e finanza, sia conferenze e seminari per rafforzare la cooperazione e lo sviluppo di iniziative congiunte con università e centri di ricerca.

La Fondazione può vantare un network accademico internazionale di cui fanno parte alcune delle migliori università del mondo, tra cui Harvard, MIT, Princeton, Stanford, NYU, Columbia e tante altre. Negli ultimi 10 anni, UniCredit ha investito oltre 20 milioni di euro per sostenere le nuove generazioni attraverso questa rete. Di questi, oltre 11 milioni di euro sono stati investiti in borse di studio internazionali per dottorati e master, e circa 9 milioni di euro sono stati destinati ad incentivare il “rientro dei cervelli” in Italia. Nel 2023 ci stiamo impegnando ancora di più per affrontare le difficili sfide legate all’istruzione e al supporto ai giovani del nostro continente. Il Gruppo UniCredit ha infatti aumentato il contributo sociale a UniCredit Foundation a 20 milioni di euro, dai 4 milioni di euro dell’anno precedente.

Finora hanno beneficiato dei nostri investimenti 800 studenti, la maggior parte dei quali è andata all’estero, e 300 ricercatori, un terzo dei quali è tornato in Italia. Le attività di UniCredit nell’ambito dell’istruzione sono una delle principali priorità della nostra Banca.
Facciamo tutto questo non solo perché crediamo sia la cosa giusta da fare, ma anche perché riteniamo abbia impatto positivo anche da un punto di vista di business. Due cose che non si escludono a vicenda.
Investire nel potenziale delle nuove generazioni europee significa offrire ai nostri giovani gli strumenti necessari per guidare l’Europa verso il successo, ma anche coltivare nuovi talenti in grado di supportarci con la loro energia, competenze e idee innovative. È quello che facciamo anche con le nostre persone: offriamo loro tutto ciò di cui hanno bisogno per avere successo e soddisfare al meglio i nostri clienti e le loro comunità.

Questo modo di operare garantisce il successo di tutte le parti coinvolte e, soprattutto, contribuisce a costruire la prosperità di lungo termine di tutti i nostri stakeholder. Ognuno di noi in questa sala ha obiettivi di breve periodo e risultati da raggiungere. Tuttavia, le nostre iniziative sociali dimostrano che ciò che oggi porta beneficio alle comunità che serviamo, domani avrà risvolti positivi per tutti noi.

Non dimentichiamoci che questa tipologia di progresso e di creazione del valore fornisce le basi per una società pacifica e fiorente.
È sconfortante vedere l’Italia e altre economie europee attraversare un periodo di crescente declino. Negli anni Novanta, l’economia italiana cresceva ai ritmi di quella americana.
Dal 2008 abbiamo vissuto un periodo di stagnazione, mentre gli Stati Uniti alternavano periodi di recessione a momenti di grande espansione. Il risultato di tutto ciò, alla fine dei conti, è che il cittadino americano medio è di gran lunga più benestante di quello italiano.

La globalizzazione ha dato all’economia europea un vantaggio competitivo per molti anni. Ma non solo non ne abbiamo approfittato per colmare il gap con gli USA ma non tutti ne hanno beneficiato in egual modo. La globalizzazione ha fatto tantissimo, anche se non abbastanza per le economie nazionali ma molte comunità locali, per contro, non sono riuscite a trarne gli stessi vantaggi.
Di conseguenza, oggi giochiamo in difesa e molte persone osteggiano questo fenomeno: la globalizzazione è diventata un argomento impopolare, nonostante rappresenti invece una potentissima leva di crescita e di creazione di valore per la società.

E da questo scenario evinciamo una lezione importante tanto per il business quanto per i governi. I cittadini d’Europa non saranno mai propensi a sostenere dei cambiamenti economici importanti a meno che non riscontrino miglioramenti significativi e tangibili nelle loro vite. Un esempio su tutti: net zero. Se non portiamo l’intera a società a vederne il valore, saremo destinati a fallire. Una società prospera è il risultato di un cambiamento positivo, non possiamo sperare di raggiungere obiettivi seri senza adottare questo approccio.
UniCredit ha una grande ambizione: diventare la Banca per il futuro dell’Europa.

L’Italia, il luogo che chiamiamo casa e il nostro più grande mercato, occupa un posto speciale nella nostra strategia. Ci impegniamo a sostenere le famiglie e le imprese in questo momento difficile, caratterizzato dall’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse. Attraverso il nostro piano “UniCredit per l’Italia” abbiamo varato una serie di misure concrete volte a sostenere i cittadini e le aziende italiane, come ad esempio la sospensione del rimborso della quota capitale per 12 mesi o la riduzione dell’importo delle rate, estendendo la scadenza del mutuo fino a un massimo di quattro anni. Sappiamo che le difficoltà dei nostri clienti sono anche quelle delle nostre persone. Per questo, nell’ambito di “UniCredit per l’Italia”, abbiamo stanziato circa 130 milioni di euro in finanziamenti per i nostri colleghi.

Siamo stati al fianco dei nostri clienti e dei nostri dipendenti dopo le frane avvenute a Ischia, lo scorso anno, e in occasione delle alluvioni in Emilia-Romagna di quest’anno, attraverso una serie di misure, tra cui: l’offerta di una moratoria di 12 mesi sulle rate dei mutui ipotecari e chirografari per le aziende e i clienti privati che operano o risiedono nelle aree danneggiate, il lancio di un prestito a tasso agevolato per i clienti privati che hanno subito danni e di un finanziamento a condizioni favorevoli per le imprese che operano nei comuni colpiti.

Inoltre, per il bene del nostro Paese, vogliamo sostenere il governo nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, soprattutto nel Sud Italia. Gli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno, che presentano numerose opportunità per una crescita stabile e duratura dell’Italia e dell’Europa, sono una priorità nazionale. Siamo consapevoli dell’importante ruolo che la nostra Banca può giocare in questo percorso di sviluppo e, per questo, stiamo erogando finanziamenti alle piccole e medie imprese (PMI) e sostenendo con diverse altre iniziative le aziende del Sud.

Vogliamo investire sui talenti per spingerli a rimanere e contribuire alla crescita di questa parte del nostro Paese. Solo in questo modo possiamo favorire la creazione di aziende leader di settore e promuovere l’innovazione per trasformare il Meridione in un polo di sviluppo e di crescita. Dobbiamo andare in questa direzione, non solo per il Sud, ma anche per l’Italia e l’Europa.
Questo rappresenta un esempio tangibile di come le istituzioni finanziarie possano collaborare con quelle governative per generare un cambiamento positivo con benefici duraturi e di ampia portata. Insieme, possiamo fare grandi cose per le nostre comunità in tutta Italia. Cogliamo questa opportunità per affrontare le sfide del nostro Paese e costruire un futuro migliore per tutti gli italiani e per l’Europa intera.
Grazie per il tempo che mi avete dedicato.

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