Skip to main content

Wimbledon 2023, anche la guerra è in campo

Le connessioni tra affari, sport e politica dei giocatori sono spesso poco chiare mentre gli organizzatori molte volte restano indietro davanti a gesti e conflitti. E c’è chi lascia la racchetta per il fucile

“Non voglio parlare di politica oggi, ho detto tutto quello che dovevo dire. Lasciatemi parlare di tennis. Datemi respiro dalla politica, per favore”. Delle cinque conferenze stampe del torneo di tennis francese Roland Garros, la tennista bielorussa Aryna Sabalenka ha ricevuto 54 domande di cui 24 riguardavano la guerra tra Russia e Ucraina.

Ed è che il tennis è uno dei pochi sport in cui il conflitto armato è diventato protagonista. Se ne parla non solo con giornalisti e media, ma anche attraverso gesti e simboli in campo.

L’edizione 2022 del torneo inglese Wimbledon era stata sanzionata dalla Women’s Tennis Association (Wta) e la Association of Tennis Professionals (Atp)  per avere impedito agli atleti russi e bielorussi di competere. Quest’anno, invece, la vicenda sembra ancora più complicata. I primi nella classifica cercano di aprirsi strada nel torneo, mentre il comitato non sa come gestire i giocatori russi e i giocatori ucraini non nascondono la loro posizione e delusione per quanto riguarda l’aggressione di Mosca.

“C’è un forte sostegno negli spogliatoi tra alcuni giocatori russi per la brutale guerra del presidente Vladimir Putin contro l’Ucraina”, racconta Politico, “così come legami tra una stella russa di alto livello e una società che finanzia l’aggressione del Cremlino, e persino un legame familiare tra una medaglia d’oro russa nel tennis olimpico e un torneo in onore di un combattente mercenario del Gruppo Wagner”.

Wimbledon è sotto i riflettori avendo revocato il divieto del 2022, a condizione che i giocatori russi e bielorussi firmino una rinuncia in cui si impegnano a non sostenere il regime di Putin.

Ma le connessioni tra affari, sport e politica dei giocatori sono spesso poco chiare, come sostiene Politico. Emblematico è il caso di Veronika Kudermetova, numero 12 nel tabellone femminile di Wimbledon: “Kudermetova è sponsorizzata da Tatneft, un’azienda russa di combustibili fossili del Tatarstan, situata tra Mosca e gli Urali. Tatneft è stato accusato di finanziare direttamente lo sforzo bellico russo fornendo alle forze russe carburante e pneumatici, e una controllata – Management Company”. La Tatneft, infatti, è stata sanzionata dall’Unione europea.

Tuttavia, il logo di Tatneft è sull’abbigliamento di Kudermetova dal 2021 e ci è rimasto durante i tornei di Sydney, Dubai e Madrid, con la guerra in corso. Kudermetova ha ringraziato apertamente Tatneft e il capo del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, per il loro supporto.

Anche il Gruppo Wagner ha trovato il sostegno dell’establishment del tennis russo. Al torneo giovanile di marzo, il sito web ufficiale dell’amministrazione del distretto municipale di Balashikha ha riferito che la competizione si è svolta “in memoria dell’eroe della Russia, il maggiore Vladimir Nikishin, morto durante l’esecuzione di missioni di combattimento nell’operazione militare speciale”.

Nikishin ha combattuto nelle file del Gruppo Wagner. Sergei Pavlyuchenkov, padre della tennista Anastasia Pavlyuchenkova, era presente sia all’apertura che alla chiusura del torneo. Lui è stato a lungo un allenatore nella Federazione russa di tennis, dove il capo, Shamil Tarpischev, ha ripetutamente elogiato Putin.

Jules Boykoff, professore ed esperto di sport alla Pacific University, ha spiegato che “leader politici come Putin e Lukashenko – così come leader di presunte democrazie – hanno usato a lungo lo sport per migliorare la loro reputazione sulla scena mondiale, per entrare in contatto con il pubblico nazionale e per proiettare forza”. Secondo lui, il Comitato olimpico internazionale ha deluso gli atleti oltre al tennis in tutto il mondo, per non aver preso una posizione più chiara sugli atleti russi e bielorussi dall’inizio della guerra contro l’Ucraina.

E, ironia della sorte, tutto questo si sta svolgendo esattamente un decennio dopo uno dei momenti più storici nella storia di Wimbledon, “quando l’ucraino Sergiy Stakhovsky, allora classificato solo 116esimo nel mondo, ha eliminato Roger Federer al secondo turno”, rievoca Politico. “Lo stesso Stakhovsky ha ora scambiato la sua racchetta con un fucile e sta combattendo i russi in prima linea”.



×

Iscriviti alla newsletter