Ecco la rocambolesca vita di Gertrude Bell, la prima donna laureata all’Università di Oxford, archeologa, politica, fotografa, scrittrice e agente segreto britannico che lavorò con Lawrence d’Arabia. Fu testimone di eventi di notevole importanza geopolitica nel corso della sua vita e, soprattutto, contribuì alla creazione dell’Iraq
Gli arabi la chiamavano “al Khatun”, la Regina del Deserto, perché aveva osato attraversare, senza scorta armata, i deserti della Palestina, della Siria, dell’Iran, dell’Iraq e della penisola arabica (i deserti di mezzo Medio Oriente). Donna eclettica dai mille volti Gertrude Bell era archeologa, alpinista, linguista, scrittrice, fotografa, cartografa nonché ufficiale politico dell’Arab Bureau, l’ufficio costituito in Egitto dall’intelligence del Regno Unito nel 1916 per le questioni mediorientali. Tutte doti che l’hanno resa una delle figure più influenti nel Medio Oriente.
LE ORIGINI
Nata nel 1868 da una ricca famiglia di industriali inglesi, a Washington Hall, nella contea inglese di Durham, Gertrude si distinse sin da bambina per una innata curiosità. La sua educazione prevedeva lo studio di materie come il pianoforte e il ricamo, esattamente l’opposto per uno spirito libero come il suo, attratto dall’avventura e dal mondo. Per questo motivo, all’età di 16 anni, si iscrisse al collegio Lady Margaret Hall di Oxford, dove si diplomò con il massimo dei voti e la lode in Storia Moderna in soli due anni.
IL PRIMO VIAGGIO IN PERSIA
Nel 1892 il padre di Gertrude acconsentì a un suo viaggio in Persia dove suo zio, sir Frank Lascelles, era stato ambasciatore. A Teheran la ragazza rimase folgorata dalla vista del deserto che descriverà con passione nel libro “Persian Pictures”: “La prima alba dopo una notte nel deserto è un ricordo indimenticabile: è come aprire gli occhi in un opale e, dopo aver visto uno spettacolo simile, posso anche morire tranquilla”. Un amore che le resterà dentro per tutta la vita.
IN GIRO PER IL MONDO
Desiderosa di scoprire il mondo trascorse il decennio successivo a viaggiare intorno al globo: visitò il Messico, gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina, l’Italia e la Grecia che le fecero sviluppare la passione per l’archeologia e le lingue: parlava infatti correntemente arabo, francese, tedesco, italiano, persiano e turco; lingue che le torneranno utili nella sua carriera.
GETRUDSPITZE
Nel periodo in cui l’alpinismo era una prerogativa quasi esclusivamente maschile Gertrude Bell, donna avventurosa dal carattere indomito, tra il 1899 e il 1904, scalò numerose montagne, tra cui La Meije e il Monte Bianco. Nella tarda estate del 1901 ingaggiò nella Haslital, due guide alpine di Innertkirchen, i fratelli Ulrich e Heinrich Fuhrer. Nel giro di pochi giorni riuscì a compiere con le due guide le prime otto ascensioni. Secondo l’usanza il primo alpinista aveva il privilegio di dare il suo nome alla vetta. Fu così che Gertrude Bell nell’Engelhörner, una catena montuosa lunga circa quattro chilometri con numerose cime all’estremità settentrionale delle Alpi bernesi, il 3 settembre 1901 immortalò il suo nome su una cima di 2633 m, che da quel giorno fu chiamata Gertrudspitze. Bell fu considerata tra i migliori e più audaci scalatori del mondo.
IN MEDIO ORIENTE
Ma il suo grande amore era il Medio Oriente e nel 1899 Bell tornò in Palestina e in Siria e nel 1900 si trasferì a Gerusalemme; qui adottò anche l’abbigliamento tipico dei beduini grazie al quale poté visitare in lungo e in largo l’area. Incontrò le tribù arabe, ne imparò le usanze, i nomi, conobbe i loro capi. Prese lezioni di cartografia, studiò l’ebraico e perfezionò il suo arabo. Passava le notti a conversare davanti al fuoco con i beduini del deserto. Raccolse tutto ciò che vide in un libro, “Syria: The Desert and the Sown”, uscito nel 1907, nel quale raccontò il suo viaggio nella Grande Siria, la regione storica da non confondere con la moderna Siria, dove descrisse Damasco, Gerusalemme, Beirut, Antiochia e Alessandretta; aggiunse anche delle fotografie che aveva scattato grazie alle quali in occidente furono viste le bellezze dei luoghi.
LA REGINA DEL DESERTO
Viaggiò per tutto il Medio Oriente a dorso di cammelli e cavalli come un uomo, portando sui capelli rossi una kefiah azzurra per proteggersi dal sole e dalla sabbia. I beduini la ammiravano: apprezzando il coraggio e la fierezza cominciarono a chiamarla El Khatun, la Regina, anche perché era accompagnata da un gran numero di servitori e un enorme e incredibile bagaglio che comprendeva, tra le altre cose, una tenda munita di letto da viaggio e perfino una vasca da bagno, unico lusso che si concedeva nel deserto. Nel marzo del 1907 visitò la Turchia ottomana e cominciò a collaborare con l’archeologo Sir William M. Ramsay; i loro scavi archeologici di edifici e chiese di epoca bizantina a Binbirkilise, nel cuore dell’Anatolia, furono descritti nell’opera “A Thousand and One Churches”.
L’INCONTRO CON LAWRENCE D’ARABIA
Nel gennaio 1909 Bell partì per la Mesopotamia dove visitò la città ittita di Karkemiš, situata sulla sponda occidentale del fiume Eufrate, ne disegnò l’area e descrisse le rovine del sito preislamico lakhmide di Ukhaydir; visitò anche Babilonia e Najaf. A Karkemiš, conobbe poi due archeologi che lavoravano in quell’area, uno dei quali era Thomas Edward Lawrence, meglio conosciuto come Lawrence d’Arabia; con quest’ultimo nacque un rapporto epistolare molto stretto dato che entrambi avevano studiato storia moderna a Oxford. Bell fu poi la seconda donna occidentale a visitare la città di Ha’il (la prima era stata Lady Anne Blunt): nel 1913 viaggiò per circa 1800 miglia da Damasco all’instabile provincia Ha’il, situata al centro dell’Arabia Saudita, all’epoca roccaforte dei rivali degli ibn Saud, sostenuti dagli inglesi e pertanto contrari al Regno Unito.
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Allo scoppio della Prima guerra mondiale tutte le esperienze e le conoscenze di Gertrude Bell non sfuggirono al governo inglese. Nel 1916 fu infatti arruolata dall’Arab Bureau, un ufficio costituito dall’intelligence di Sua Maestà per coordinare le azioni britanniche durante la Grande Guerra volte a destabilizzare l’impero ottomano, divenuto alleato dell’Impero tedesco. Gertrude Bell fu quindi la prima donna dei servizi segreti militari inglesi ad ottenere il grado di ufficiale grazie alle sue conoscenze, alla sua esperienza come cartografa e alla perfetta padronanza dell’arabo, del farsi e del turco. Nell’Arab Bureau, che era guidato dal generale Gilbert Clayton, Bell ritrovò Lawrence d’Arabia, e proprio a lui fornì la localizzazione e la disposizione delle tribù arabe; informazioni che si rivelarono fondamentali per dar inizio alla rivolta araba e all’indipendenza di Paesi come la Transgiordania e l’Iraq.
LA CAMPAGNA DELLA MESOPOTAMIA
Le sue conoscenze, legate a una brillante intelligenza, furono notate dal generale Clayton che, nel marzo del 1916, la inviò a Bassora, sottratta agli ottomani dagli inglesi nel 1914 all’inizio della Campagna della Mesopotamia. Qui Gertrude ebbe il compito di consigliare il funzionario politico Percy Cox su come muoversi dato che Bell aveva visitato l’area e conosceva molto bene la zona. Grazie a queste sue conoscenze fu in grado di disegnare delle carte topografiche con le quali le truppe inglesi riuscirono a raggiungere Baghdad attraverso delle vie sicure. Divenne, inoltre, la consigliera sul campo di Harry St. John Philby, famoso eccentrico arabista inglese, papà della futura spia Kim Philby.
LA SEGRETARIA D’ORIENTE
Quando nel marzo 1917 le truppe britanniche presero Baghdad, Gertrude vi fu nominata segretaria per l’Oriente e le fu anche conferita l’onorificenza di Comandante dell’Order of the British Empire. Successivamente fu convocata da Winston Churchill, all’epoca segretario di Stato per le Colonie, alla conferenza del Cairo del 1921, insieme a Cox e Lawrence, per decidere il destino dei territori appartenuti all’impero Ottomano dopo la Prima Guerra Mondiale; fu l’unica donna a partecipare. Nel corso della conferenza lavorò per promuovere l’istituzione di Paesi quali la Transgiordania e l’Iraq, da affidare ad Abd Allah e a Faysal, entrambi figli di al-Husayn ibn Ali, sceriffo della Mecca, che aveva guidato la rivolta araba contro gli ottomani.
LA MADRE DELL’IRAQ
Delineò nel dettaglio i confini del neonato stato dell’Iraq unendo i vilayet, province ottomane, di Bassora, Mosul e Baghdad; ne scrisse la Costituzione prevedendo un modello di stampo inglese, con Parlamento, istituzioni civili e un sistema giudiziario. Fu riconosciuta come la “madre inglese” dell’Iraq, e godette della piena fiducia del re Faysal, che aiutò a essere ben accolto dai capi delle tribù irachene all’inizio del suo regno.
IL MUSEO NAZIONALE DELL’IRAQ
Ma il ruolo di Gertrude Bell non fu solo politico. Fondò il Museo Archeologico di Baghdad nell’intento di salvare le testimonianze delle culture che aveva ammirato durante i suoi viaggi preservando così la cultura e la storia irachene che includevano le importanti reliquie delle civiltà mesopotamiche.
LA MORTE
Provata da lunghe febbri malariche e dall’intenso lavoro dovuto alla stesura di rapporti, saggi, articoli e pubblicazioni, Gertrude divenne sempre più emaciata e sofferente. Morì il 12 luglio 1926 nella sua Baghdad a causa di un’overdose di sonniferi a soli 58 anni dopo una vita impavida e temeraria. Le fu tributato dal governo iracheno un funerale di Stato e alla famiglia arrivarono lettere di cordoglio dai più alti funzionari arabi e persino dal Re inglese. Il suo corpo fu tumulato nel cimitero inglese di Baghdad.
L’ARCHIVIO
Il ruolo che ha svolto in questi eventi e le sue esperienze di viaggio in Europa, Asia orientale e Medio Oriente all’inizio del XX secolo sono raccolte nel suo vasto archivio conservato presso l’Università di Newcastle, che contiene le sue fotografie, le sue lettere e i suoi diari. Nel 2017, l’archivio è stato aggiunto al registro dell’International Memory of the World register dell’UNESCO in riconoscimento della sua importanza storica
IL FILM
Sulla straordinaria storia di Gertrude Bell è stato realizzato nel 2015 il film Queen of the Desert, scritto e diretto da Werner Herzog con il suo ruolo di interpretato da Nicole Kidman.