La “stratificazione normativa” degli ultimi dieci anni in materia di poteri speciali ha prodotto un quadro “frammentato” ed è “opportuna una complessiva risistemazione”. È quanto si legge nel documento di analisi pubblicato dall’Ufficio Valutazione Impatto di Palazzo Madama
La “stratificazione normativa” degli ultimi dieci anni in materia di Golden Power “ha restituito un quadro regolatorio frammentato” che rende “opportuna una complessiva risistemazione”. È quanto si legge nel documento di analisi “Golden Power. La disciplina dei poteri speciali del governo” pubblicato dal Ufficio Valutazione Impatto del Senato. Del documento si è occupato anche il quotidiano Milano Finanza.
I tecnici del Senato individuano anche l’occasione per “un’armonizzazione sulle norme applicabili ai settori considerati strategici e un adeguamento delle misure, anche nell’ottica di semplificazione degli obblighi a carico dei soggetti economici interessati”. Si tratta del recepimento nell’ordinamento nazionale di due direttive europee: la cosiddetta Nis 2, che ha introdotto nuovi obblighi in materia per le aziende in materia di sicurezza dei dati e maggiori responsabilità per i soggetti interessati; e quella Cer, relativa alla resilienza dei soggetti critici. Entrambe vanno recepite entro ottobre 2024 e questa scadenza potrebbe spingere il legislatore ad armonizzare la materia.
In un’efficace tabella i tecnici del Senato hanno riassunto pro e contro di cinque elementi caratteristici della disciplina.
L’ampiezza delle definizioni e l’assenza di una tipizzazione di impegni e condizioni offrono flessibilità e adattabilità al caso concreto ma generano incertezza per gli operatori. Ciò è confermato dall’alta percentuale di notifiche che si conclude con il “non esercizio dei poteri” o con la “non applicazione” degli stessi, che “può rappresentare il sintomo di un elevato numero di notifiche effettuate solo a scopo prudenziale”, si legge nel documento. Nello stesso si sottolinea anche come ciò abbia prodotto la procedura di prenotifica prevista dal Dpcm 133 del 2022 (governo Draghi).
Genera incertezza per gli operatori anche la stratificazione del quadro normativo, che permette allo stesso tempo adattamento progressivo al contesto. La previsione di strumenti di sostegno economico offre la compensazione per gli operatori del costo opportunità connesso con l’esercizio del Golden Power ma causa la necessità di identificare adeguate fonti di copertura degli interventi e di rispettare il quadro europeo sugli aiuti di Stato. Infine, l’inclusione delle piccole e medie imprese nell’ambito di applicazione offre un maggiore patrimonio informativo e capacità di intervento ma genera oneri amministrativi.